Emergenza tribunale, Bonafede: «Sciopero avvocati? Motivazioni incomprensibili»

Il guardasigilli attacca le Camere Penali: «La loro protesta la pagherà chi non c'entra niente con questa storia»

martedì 26 giugno 2018 1.06
Il tribunale penale di Bari, in stato di sgombero dopo la dichiarazione di inagibilità del palazzo di via Nazariantz, sempre più al centro di una vera e propria bufera politica a livello nazionale. Dopo il decreto d'urgenza emanato dal ministro di Grazia e Giustizia Alfonso Bonafede con cui vengono sospesi i processi fino al 30 settembre e viene ordinato lo smantellamento della tendopoli giudiziaria, l'UCPI - Unione Camere Penali Italiane - ha indetto uno sciopero di tre giorni degli avvocati, che culminerà a mezzogiorno di oggi con il corteo delle toghe da piazza de Nicola a via Nazariantz.

Si è fatta attendere solo qualche ora la replica di Bonafede, affidata a un lungo post sulla sua pagina Facebook: «Il Ministero sta risolvendo la situazione di Bari e le Camere penali indicono tre giorni di sciopero con motivazioni per me completamente sbagliate - scrive il guardasigilli. l mio primo atto è stato proprio quello di andare a Bari per avere piena coscienza di una situazione veramente complessa. Ho fatto tutto ciò che era possibile fare e continuerò a farlo, parlando e confrontandomi con tutti».

Bonafede ricorda quanto detto nella conferenza stampa tenuta nel giorno della sua visita nel capoluogo pugliese: «Mi ero impegnato di fronte a tutti a compiere il primo passo della soluzione dei problemi degli uffici giudiziari di Bari tramite decreto legge: un atto urgente per porre fine a quella situazione mortificante per tutti – dagli operatori ai cittadini – al fine di consentire lo smantellamento delle tende in cui si svolgevano le udienze di rinvio dei processi penali. Un procedimento condiviso con tutte le parti in causa e di cui ho informato costantemente il presidente dell'ordine degli avvocati di Bari».

Conclusa la ricerca di mercato, «Il Ministero sta individuando l'immobile in cui consentire il trasferimento degli uffici in condizioni di sicurezza» precisa Bonafede, che lancia un attacco diretto alle Camere Penali: «Lanciando l'astensione degli avvocati le Camere penali hanno parlato di "proposte incompatibili con il rispetto dei minimi standard di efficienza e della dignità della funzione difensiva". Evidentemente devo dedurre che svolgere udienze in una tenda con temperature torride, invece, rientra appieno negli "standard minimi" di cui parlano».

Una decisione che, secondo il numero uno di via Arenula, non sarebbe motivata da valide ragioni: «Ho il dovere di far presente che non vedo proprio la ragione di questa agitazione - rilancia il ministro grillino. Le Camere penali criticano il decreto che sospende i processi e cosa inducono a fare i propri iscritti? A farne rinviare tantissimi altri di processi, in tutta Italia, penalizzando i loro stessi assistiti che nulla hanno a che fare con la situazione che si è venuta a creare a Bari. E questo è il massimo del paradosso: protestare per qualcosa, amplificandone gli effetti fino a far pagare le conseguenze a chi con questa storia non c'entra proprio nulla».

«Questo sciopero finisce solo per danneggiare gli imputati e il sistema giustizia nel suo complesso. Concordo però con le Camere penali quando denunciano le condizioni in cui versa la Giustizia del Paese e l'irresponsabile incuria dei Governi che non hanno mai inteso operare seri investimenti. Proprio per questo continueremo a lavorare per la soluzione dei problemi della giustizia, ma lontano dalla polemiche», conclude Bonafede.