Tribunale di Bari, udienza di sei ore per l'ex giudice Francesco Bellomo
Ha risposto punto su punto alle accuse mosse dalla Procura, davanti al Gup. Negata anche l'accusa di minacce al premier Conte
mercoledì 9 settembre 2020
8.46
L'ex giudice e consigliere di Stato Francesco Bellomo ha parlato per oltre sei ore, contestando punto per punto le accuse che gli muove la Procura di Bari, durante l'udienza preliminare iniziata poco dopo le 10 di ieri nel tribunale di Bari, dinanzi al gup Annachiara Mastrorilli. Bellomo, difeso dall'avvocato Cataldo Intrieri, ha negato - come già avvenuto un anno fa durante l'interrogatorio di garanzia seguito al suo arresto - di aver maltrattato le tre ex borsiste e la ricercatrice della sua scuola di formazione per la preparazione al concorso in magistratura "Diritto e Scienza"; secondo le accuse, l'ex magistrato avrebbe imposto alle ragazze anche un "dress code".
L'imputato ha contestato l'estorsione ad un'altra ex corsista, che secondo l'accusa lo stesso Bellomo avrebbe costretto a lasciare il lavoro in una emittente locale, e ha contestato l'ipotesi di calunnia e minaccia nei confronti dell'attuale presidente del Consiglio Giuseppe Conte, all'epoca vicepresidente del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa, e di Concetta Plantamura, rispettivamente ex presidente ed ex componente della commissione disciplinare chiamata a pronunciarsi sul caso Bellomo, quando nel 2017 l'ex giudice fu sottoposto a procedimento disciplinare, concluso con la sua destituzione dal ruolo di magistrato.
Dopo Bellomo ha preso la parola, per dichiarazioni spontanee, il co-imputato Davide Nalin, l'ex pm di Rovigo accusato di concorso nei maltrattamenti imputati all'ex consigliere di Stato. Per loro due e per l'avvocato barese Andrea Irno Consalvo, organizzatore dei corsi all'interno della scuola di formazione, su cui pende l'accusa di false informazioni al pm per aver «Taciuto quanto a sua conoscenza» in merito ai rapporti tra Bellomo e le corsiste, il procuratore aggiunto Roberto Rossi e la pm Daniela Chimienti hanno chiesto il rinvio a giudizio.
L'imputato ha contestato l'estorsione ad un'altra ex corsista, che secondo l'accusa lo stesso Bellomo avrebbe costretto a lasciare il lavoro in una emittente locale, e ha contestato l'ipotesi di calunnia e minaccia nei confronti dell'attuale presidente del Consiglio Giuseppe Conte, all'epoca vicepresidente del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa, e di Concetta Plantamura, rispettivamente ex presidente ed ex componente della commissione disciplinare chiamata a pronunciarsi sul caso Bellomo, quando nel 2017 l'ex giudice fu sottoposto a procedimento disciplinare, concluso con la sua destituzione dal ruolo di magistrato.
Dopo Bellomo ha preso la parola, per dichiarazioni spontanee, il co-imputato Davide Nalin, l'ex pm di Rovigo accusato di concorso nei maltrattamenti imputati all'ex consigliere di Stato. Per loro due e per l'avvocato barese Andrea Irno Consalvo, organizzatore dei corsi all'interno della scuola di formazione, su cui pende l'accusa di false informazioni al pm per aver «Taciuto quanto a sua conoscenza» in merito ai rapporti tra Bellomo e le corsiste, il procuratore aggiunto Roberto Rossi e la pm Daniela Chimienti hanno chiesto il rinvio a giudizio.