Troppi consoli onorari nella città di Bari
Il pentastellato Scagliusi interroga il ministro degli Affari Esteri Angelino Alfano
martedì 28 marzo 2017
15.12
Il cospicuo numero di Consoli onorari che può vantare la Città di Bari è finito sotto i riflettori dei media regionali. Sono 31 i consoli onorari presenti a Bari (32 se si somma il consolato di Malta presente a Barletta) rendendo il capoluogo pugliese, insieme a Napoli e Palermo, una delle città del sud Italia con il maggior numero di consolati. Per questo, il deputato 5 Stelle Emanuele Scagliusi, membro della Commissione Affari Esteri e Comunitari, ha chiesto lumi al Ministro Angelino Alfano con una interrogazione scritta in commissione.
«Mi preme sottolineare – dichiara Scagliusi – che al titolo di console onorario corrispondono una serie di privilegi quali il titolo stesso, una lettera Patente (firmata dal capo dello stato del Paese di invio e ratificata dall'exequatur, emesso dalla Farnesina), una carta di identità speciale che riconosce le funzioni consolari, una targa corpo consolare (cc) e un posto auto riservato, dovrebbe corrispondere un impegno concreto del diplomatico che dovrebbe assicurare un servizio alla comunità che rappresenta. Detto questo, sottolineo anche che la nomina di Console onorario presuppone la concessione dell'exequatur ai sensi della Convenzione di Vienna del 1963, ratificata dall'Italia con la legge 9 agosto 1967, n. 804».
La concessione dell'exequatur è necessaria affinché un console possa esercitare le proprie funzioni. Tuttavia, la Convenzione stabilisce che, qualora uno Stato decida di non concedere l'exequatur a un Console designato, non è tenuto a motivarne il diniego, lasciando di fatto agli Stati un ampio margine di manovra.
«Nulla in contrario nei confronti dei Consoli onorari, per carità – prosegue Emanuele Scagliusi (M5S) – Tuttavia, ho ritenuto opportuno chiedere al Ministro Alfano quali siano le ragioni per cui la città di Bari abbia così tanti consoli onorari, quali relazioni economiche e culturali questi promuovano sul territorio e quali siano i risultati, economici e non, raggiunti grazie al loro lavoro e come, a giudizio del Ministro interrogato, il console onorario tuteli gli interessi dei cittadini del Paese che rappresenta. Sono curioso di sentire le parole del Ministro degli Affari Esteri – conclude il parlamentare pugliese – per capire, finalmente, quello di cui la città di Bari si giova grazie alla presenza di tutti questi consoli onorari».
«Mi preme sottolineare – dichiara Scagliusi – che al titolo di console onorario corrispondono una serie di privilegi quali il titolo stesso, una lettera Patente (firmata dal capo dello stato del Paese di invio e ratificata dall'exequatur, emesso dalla Farnesina), una carta di identità speciale che riconosce le funzioni consolari, una targa corpo consolare (cc) e un posto auto riservato, dovrebbe corrispondere un impegno concreto del diplomatico che dovrebbe assicurare un servizio alla comunità che rappresenta. Detto questo, sottolineo anche che la nomina di Console onorario presuppone la concessione dell'exequatur ai sensi della Convenzione di Vienna del 1963, ratificata dall'Italia con la legge 9 agosto 1967, n. 804».
La concessione dell'exequatur è necessaria affinché un console possa esercitare le proprie funzioni. Tuttavia, la Convenzione stabilisce che, qualora uno Stato decida di non concedere l'exequatur a un Console designato, non è tenuto a motivarne il diniego, lasciando di fatto agli Stati un ampio margine di manovra.
«Nulla in contrario nei confronti dei Consoli onorari, per carità – prosegue Emanuele Scagliusi (M5S) – Tuttavia, ho ritenuto opportuno chiedere al Ministro Alfano quali siano le ragioni per cui la città di Bari abbia così tanti consoli onorari, quali relazioni economiche e culturali questi promuovano sul territorio e quali siano i risultati, economici e non, raggiunti grazie al loro lavoro e come, a giudizio del Ministro interrogato, il console onorario tuteli gli interessi dei cittadini del Paese che rappresenta. Sono curioso di sentire le parole del Ministro degli Affari Esteri – conclude il parlamentare pugliese – per capire, finalmente, quello di cui la città di Bari si giova grazie alla presenza di tutti questi consoli onorari».