Tumori alla vescica: al Policlinico di Bari un vaccino personalizzato anti cancro
Bari è il primo centro al sud Italia a far partire la sperimentazione clinica internazionale di un nuovo trattamento per i pazienti già sottoposti a chirurgia per il carcinoma uroteliale ma soggetti a recidiva
venerdì 6 settembre 2024
13.13
Al Policlinico di Bari l'unità operativa di oncologia medica, diretta dal professor Camillo Porta, parteciperà dal 12 settembre, come primo centro al sud Italia, ad un innovativo protocollo sperimentale per i pazienti affetti da neoplasie delle vie urinarie.
Si tratta di uno studio multicentrico internazionale, che prevede l'utilizzo di un vaccino personalizzato in associazione alla immunoterapia per i pazienti sottoposti a chirurgia per un carcinoma uroteliale muscolo invasivo ad alto rischio di recidiva.
"Sono entusiasta ed orgogliosa di poter guidare il team uro-oncologico della nostra struttura in questo ambizioso trial clinico e di poter implementare il contributo del Sud Italia alla più moderna sperimentazione clinica in Oncologia. Ringrazio la Direzione strategica del Policlinico di Bari per l'interesse manifestato e l'impegno profuso per l'attivazione competitiva del nostro centro ed il personale della nostra Unità Operativa dedicato alla sperimentazione clinica per l'entusiasmo e la dedizione quotidiana ", dichiara la dottoressa Mimma Rizzo, investigatore principale dello studio per l'Oncologia Medica del Policlinico di Bari. "Il carcinoma uroteliale – spiega la dottoressa Rizzo – colpisce prevalentemente la vescica, ed è associato ad un alto tasso di recidiva locale o a distanza con la terapia standard attualmente disponibile. Pertanto, è cruciale individuare una terapia post-chirurgica che possa ampliare significativamente le prospettive di guarigione dei nostri pazienti".
Si tratta di un vaccino personalizzato, progettato per il singolo paziente sulla base delle specifiche mutazioni individuate sul campione istologico.
Il vaccino personalizzato a base di mRNA (RNA messaggero), consentirà la produzione di proteine specifiche in grado di attivare il sistema immunitario del paziente affinché possa attaccare le cellule tumorali e cambiare la storia naturale di malattia.
"Siamo orgogliosi di poter offrire al Policlinico di Bari l'accesso a terapie innovative e personalizzate, dimostrando ancora una volta l'impegno nella ricerca e nell'adozione di trattamenti d'avanguardia grazie alla presenza di ricercatori clinici di alto profilo scientifico. Questo progetto rappresenta un passo significativo per l'intero territorio da cui potranno arrivare i pazienti candidabili", commenta il direttore generale del Policlinico di Bari, Antonio Sanguedolce.
"Il Policlinico di Bari non è solo un centro di eccellenza per la cura dei pazienti, ma rappresenta anche un punto di riferimento importante nella sperimentazione clinica. La sanità pugliese con i suoi Irccs, con le sue strutture ospedaliere e universitarie dimostra sempre più di essere all'altezza delle sfide della ricerca medica a livello internazionale. Se in passato i pugliesi erano attratti da centri fuori regione per accedere a terapie innovative, oggi gestiamo in Puglia pazienti da altre regioni per offrire cure d'avanguardia", conclude il presidente della Regione, Michele Emiliano.
L'ospedale universitario barese sarà coinvolto con altri 109 centri a livello mondiale, di cui 9 in Italia.
Saranno arruolati complessivamente 362 pazienti nel mondo nell'arco temporale di circa 2 anni.
Si tratta di uno studio multicentrico internazionale, che prevede l'utilizzo di un vaccino personalizzato in associazione alla immunoterapia per i pazienti sottoposti a chirurgia per un carcinoma uroteliale muscolo invasivo ad alto rischio di recidiva.
"Sono entusiasta ed orgogliosa di poter guidare il team uro-oncologico della nostra struttura in questo ambizioso trial clinico e di poter implementare il contributo del Sud Italia alla più moderna sperimentazione clinica in Oncologia. Ringrazio la Direzione strategica del Policlinico di Bari per l'interesse manifestato e l'impegno profuso per l'attivazione competitiva del nostro centro ed il personale della nostra Unità Operativa dedicato alla sperimentazione clinica per l'entusiasmo e la dedizione quotidiana ", dichiara la dottoressa Mimma Rizzo, investigatore principale dello studio per l'Oncologia Medica del Policlinico di Bari. "Il carcinoma uroteliale – spiega la dottoressa Rizzo – colpisce prevalentemente la vescica, ed è associato ad un alto tasso di recidiva locale o a distanza con la terapia standard attualmente disponibile. Pertanto, è cruciale individuare una terapia post-chirurgica che possa ampliare significativamente le prospettive di guarigione dei nostri pazienti".
Si tratta di un vaccino personalizzato, progettato per il singolo paziente sulla base delle specifiche mutazioni individuate sul campione istologico.
Il vaccino personalizzato a base di mRNA (RNA messaggero), consentirà la produzione di proteine specifiche in grado di attivare il sistema immunitario del paziente affinché possa attaccare le cellule tumorali e cambiare la storia naturale di malattia.
"Siamo orgogliosi di poter offrire al Policlinico di Bari l'accesso a terapie innovative e personalizzate, dimostrando ancora una volta l'impegno nella ricerca e nell'adozione di trattamenti d'avanguardia grazie alla presenza di ricercatori clinici di alto profilo scientifico. Questo progetto rappresenta un passo significativo per l'intero territorio da cui potranno arrivare i pazienti candidabili", commenta il direttore generale del Policlinico di Bari, Antonio Sanguedolce.
"Il Policlinico di Bari non è solo un centro di eccellenza per la cura dei pazienti, ma rappresenta anche un punto di riferimento importante nella sperimentazione clinica. La sanità pugliese con i suoi Irccs, con le sue strutture ospedaliere e universitarie dimostra sempre più di essere all'altezza delle sfide della ricerca medica a livello internazionale. Se in passato i pugliesi erano attratti da centri fuori regione per accedere a terapie innovative, oggi gestiamo in Puglia pazienti da altre regioni per offrire cure d'avanguardia", conclude il presidente della Regione, Michele Emiliano.
L'ospedale universitario barese sarà coinvolto con altri 109 centri a livello mondiale, di cui 9 in Italia.
Saranno arruolati complessivamente 362 pazienti nel mondo nell'arco temporale di circa 2 anni.