Un’aula dell’Università di Bari intitolata a Giulio Regeni: «Continuiamo a chiedere verità»
L’iniziativa a Scienze Politiche dell’associazione Link Bari: «Non commemoriamo, cerchiamo giustizia»
giovedì 25 gennaio 2018
13.58
Il 25 gennaio del 2016 si perdeva ogni traccia di Giulio Regeni, ricercatore italiano che si era recato al Cairo per studiare il fenomeno delle attività dei sindacati egiziani all'indomani della "Primavera Araba". Il corpo senza vita di Giulio sarebbe stato ritrovato il 3 febbraio 2016, pieno di testimonianze delle atroci torture subite dal giovane dottorando dell'Università di Cambridge, originario di Trieste.
Due anni sono passati senza che i genitori di Giulio siano riusciti ad appurare la verità sull'omicidio del figlio; i depistaggi del governo egiziano hanno finora impedito a Giulio Regeni di avere giustizia, ma non hanno narcotizzato il bisogno di fare luce su un delitto barbaro e incomprensibile. Giulio è morto per la sua ricerca, per approfondire degli aspetti di vita che nei paesi arabi restano ancora torbidi.
A Giulio Regeni, nel secondo anniversario della morte, ha rivolto la sua attenzione il dipartimento di Scienze Politiche dell'Università di Bari. La proposta delle associazioni studentesche attive nel nostro ateneo Link Scienze Politiche e Link Giurisprudenza di intitolare un'aula al sesto piano del Palazzo Del Prete alla memoria di Giulio è stata accolta all'unanimità dal Consiglio di Dipartimento, derogando alla vision che prevede l'intitolazione delle aule di Scienze Politiche a rinomati personaggi del territorio.
Stamattina la scoperta della targa con una breve biografia del ricercatore italiano, accompagnata da una sobria cerimonia che ha visto partecipare i ragazzi di Link, i membri del Consiglio di Dipartimento e di Amnesty International (che da due anni segue il caso Regeni) e della comunità studentesca.
Lungi dall'essere una semplice commemorazione, l'inaugurazione dell'aula "Giulio Regeni" suona - nelle intenzioni dei suoi promotori - come un invito a non rinunciare al bisogno di verità per Regeni e per tutti coloro che ogni giorno muoiono per le loro posizioni "scomode" in paesi del mondo in cui non viene tutelata la libertà di stampa, di informazione e di rivolgere i propri studi verso il reale stato delle cose.
«La nostra missione - spiega Michele Chiusano di Link Bari - in questo momento non è il puro e semplice ricordo. A noi interessa continuare a chiedere verità, che è un'esigenza per tutti. Abbiamo deciso di farlo qui non a caso: l'Università è un luogo frequentato ogni giorno da tanti Giulio Regeni, persone che si spendono per la conoscenza e per il sapere. La richiesta di verità che noi portiamo avanti da due anni resterà impressa nel Dipartimento di Scienze Politiche e di Giurisprudenza. Il nome di Giulio dovrà continuare a evocare il bisogno di verità e giustizia».
Due anni sono passati senza che i genitori di Giulio siano riusciti ad appurare la verità sull'omicidio del figlio; i depistaggi del governo egiziano hanno finora impedito a Giulio Regeni di avere giustizia, ma non hanno narcotizzato il bisogno di fare luce su un delitto barbaro e incomprensibile. Giulio è morto per la sua ricerca, per approfondire degli aspetti di vita che nei paesi arabi restano ancora torbidi.
A Giulio Regeni, nel secondo anniversario della morte, ha rivolto la sua attenzione il dipartimento di Scienze Politiche dell'Università di Bari. La proposta delle associazioni studentesche attive nel nostro ateneo Link Scienze Politiche e Link Giurisprudenza di intitolare un'aula al sesto piano del Palazzo Del Prete alla memoria di Giulio è stata accolta all'unanimità dal Consiglio di Dipartimento, derogando alla vision che prevede l'intitolazione delle aule di Scienze Politiche a rinomati personaggi del territorio.
Stamattina la scoperta della targa con una breve biografia del ricercatore italiano, accompagnata da una sobria cerimonia che ha visto partecipare i ragazzi di Link, i membri del Consiglio di Dipartimento e di Amnesty International (che da due anni segue il caso Regeni) e della comunità studentesca.
Lungi dall'essere una semplice commemorazione, l'inaugurazione dell'aula "Giulio Regeni" suona - nelle intenzioni dei suoi promotori - come un invito a non rinunciare al bisogno di verità per Regeni e per tutti coloro che ogni giorno muoiono per le loro posizioni "scomode" in paesi del mondo in cui non viene tutelata la libertà di stampa, di informazione e di rivolgere i propri studi verso il reale stato delle cose.
«La nostra missione - spiega Michele Chiusano di Link Bari - in questo momento non è il puro e semplice ricordo. A noi interessa continuare a chiedere verità, che è un'esigenza per tutti. Abbiamo deciso di farlo qui non a caso: l'Università è un luogo frequentato ogni giorno da tanti Giulio Regeni, persone che si spendono per la conoscenza e per il sapere. La richiesta di verità che noi portiamo avanti da due anni resterà impressa nel Dipartimento di Scienze Politiche e di Giurisprudenza. Il nome di Giulio dovrà continuare a evocare il bisogno di verità e giustizia».