Un murale sulla parete della ex Rossani: «La lotta di classe diventa arte»

L'artista Elias Taño: «Rappresento lo sfruttamento da parte dei potenti». Il Collettivo: «La bellezza di quest'opera sta anche nella sua illegalità»

venerdì 29 giugno 2018 17.11
A cura di Riccardo Resta
Murale della discordia o opera d'arte che regala bellezza e significato alla città? Basta vedere tutta quella esplosione di colori per togliersi ogni dubbio su da che parte stare. Se poi si riesce a comprendere nella sua interezza il recondito senso iconografico che sta dietro l'opera, l'incertezza va via definitivamente. Da qualche giorno sulla parete esterna che dà su via Giulio Petroni della ex Caserma Rossani, struttura occupata dal più attivo centro sociale barese, è comparso il murale disegnato appositamente dall'artista di strada spagnolo Elias Taño, con un curriculum fatto di opere dipinte sui muri cileni, messicani, guatemaltechi e spagnoli. Una parete grigia e anonima trasformata a colpi di pennello e vernice spray in un pregiato pezzo d'arte contemporanea.

Oggi gli ultimi ritocchi e la presentazione dell'opera, carica di significati politici e sociali: «In tutti i miei murales - spiega Taño - provo sempre a rappresentare la lotta di classe nel momento storico che stiamo vivendo. La classe operaia viene costantemente sfruttata dal sistema dei grandi imperi capitalistici attraverso le corporazioni e le istituzioni, tanto europee quanto nordamericane. Viviamo in una società completamente alienata e lontana dalla politica, e nelle mie opere rappresento quello che ho bisogno di dire: continueremo la lotta per riprenderci le redini del nostro futuro e vincere il capitalismo».

In una "Guernica" dei nostri giorni, Taño è riuscito a dare ostensione a tutte le lotte che la sinistra occidentale istituzionale ha scientemente dimenticato, smettendo di essere al fianco degli ultimi in favore della «Società capitalista e imperialista», come la definisce l'autore. Ecco, quindi, che spetta all'arte, quella "stradaiola" e anti-convenzionale, riprendere le fila dei discorsi rimasti lettera morta nei palazzi del potere: «In questo murale sono rappresentati molti concetti politici - continua Taño. Qui parlo dell'anticapitalismo, della migrazione, dello sfruttamento dei lavoratori, del razzismo e del femminismo, inteso come concetto radicale e non "bianco", europeo, occidentale. Un femminismo che comprende tutte le compagne, anche quelle latinoamericane, arabe, africane, asiatiche; donne al di fuori della logica occidentale. Nel murale che ho realizzato a Bari ci sono rappresentati tutti coloro che lottano contro la centralità europea e occidentale».

Concetto magistralmente sintetizzato nella scritta che torreggia sulla rappresentazione pittorica: Benvenute e benvenuti in questo inferno chiamato sistema economico capitalista, neoliberale ed eteropatriarcale dello schiavismo moderno. L'opera inquadra tutti i drammi del nostro tempo, ponendo l'accento sulla morsa oppressiva che esercitano i poteri economici, politici, militari e mafiosi sugli ultimi, su chi non ha voce.

Un vero e proprio regalo fatto alla città dal Collettivo Ex Caserma Liberata, nel tentativo di smuovere le coscienze attraverso l'arte. Se, però, da una parte i baresi hanno accolto positivamente l'opera nella sua imponente bellezza, molte polemiche sono sorte in seno all'opposizione di centrodestra in consiglio comunale, che ha giudicato la realizzazione del murale un'azione illegale. «Siamo convinti di aver fatto qualcosa di bello per questa città - dice Bernardo che parla per il Collettivo - donandole in modo disinteressato un pezzo d'arte. Tra gli abitanti del quartiere abbiamo riscontrato parecchio entusiasmo per questa iniziativa. Con la realizzazione dell'opera abbiamo voluto parlare delle discriminazioni di genere, delle lotte territoriali e delle migrazioni, tema particolarmente caldo all'indomani dell'insediamento del nuovo governo».

Un riferimento chiaro alle azioni intraprese dalla Lega, forza che compone la maggioranza in Parlamento insieme al Movimento 5 Stelle, e che ha degli accesi precedenti dialettici tra la sua sezione barese e i ragazzi e le ragazze del Collettivo Ex Caserma Liberata. Chi ha promosso la realizzazione del murale sottolinea come la bellezza dell'opera risieda proprio nell'assenza di una legittimazione per la sua creazione sul muro della Rossani. «La Lega ci ha contestato l'illegalità del murale - continua Bernardo. Noi crediamo che l'aver donato senza cercare l'approvazione di qualcuno sia il punto centrale dell'opera, le cui modalità di realizzazione coincidono con il significato politico di cui è veicolo».

Se dal centrodestra è arrivata una netta condanna, diversa è la posizione del sindaco Antonio Decaro, che con un post sul suo Facebook ha parlato dell'impossibilità di condannare la bellezza, invitando gli artisti di strada a misurarsi in una gara di murales autorizzata sul muro della ex Fibronit, che presto diventerà un parco urbano. «Non è la prima volta e non sarà certo l'ultima che decidiamo di abbellire la città con un murale - continua Bernardo, spiegando il perché l'invito del primo cittadino non verrà raccolto dal Collettivo. Abbiamo sempre deciso noi quali punti della città decorare, e continueremo a fare così. Ci rende felici il fatto che quest'opera sia stata bene accolta dalla grande maggioranza dei baresi, ma anche per il futuro saremo ancora noi a decidere dove intervenire».
Il murale sulla parete della ex Caserma Rossani
Il murale sulla parete della ex Caserma Rossani
Il murale sulla parete della ex Caserma Rossani
Il murale sulla parete della ex Caserma Rossani
Il murale sulla parete della ex Caserma Rossani
Il murale sulla parete della ex Caserma Rossani
Il murale sulla parete della ex Caserma Rossani
Il murale sulla parete della ex Caserma Rossani
Il murale sulla parete della ex Caserma Rossani
Il murale sulla parete della ex Caserma Rossani
Il murale sulla parete della ex Caserma Rossani
Il murale sulla parete della ex Caserma Rossani
Il murale sulla parete della ex Caserma Rossani