UniBa, al ricercatore barese Marco Tatullo il prestigioso “Robert Frank Award”
Il ricercatore è stato premiato per la sua ricerca sul riutilizzo delle cisti dentali
lunedì 25 settembre 2017
12.43
Continuano a fioccare prestigiosi riconoscimenti per l'Università di Bari, particolarmente attiva nel campo della ricerca medico-scientifica di cui da anni si è imposta come eccellenza mondiale. Ultimo, ma solo in ordine di tempo, fiore all'occhiello nella scuderia della ricerca barese è il giovane dottor Marco Tatullo che, nonostante la sua condizione di precarietà lavorativa nel sempre poco lungimirante universo accademico del Sud Italia, si è aggiudicato il prestigioso premio "Robert Frank Award" di Vienna per la ricerca di base nella categoria "senior".
Ricercatore precario presso il Dipartimento di Odontoiatria dell'ateneo barese, abilitato a prof. Associato ma non ancora nei ruoli universitari, il dottor Tatullo ha presentato alla commissione viennese una dissertazione dal titolo "Human Periapical-cysts Mesenchymal Stem Cells Differentiate into Dopaminergie Neuromelanin-Producing Neurons", che gli è valsa l'ambito riconoscimento nel campo medico. Una targa che si va ad aggiungere a un curriculum già di prim'ordine, alla luce soprattutto della giovane età: ben due lauree in Medicina e Chirurgia e in Odontoiatria; un dottorato di ricerca in Biochimica medica, tutte conseguite presso l'Università di Bari; oltre 68 pubblicazioni internazionali; 1 libro e numerosi premi come il "Premio Talenti" ricevuto pochi mesi fa dal Rettore dell'Ateneo barese. Il dott. Tatullo, inoltre, è Direttore scientifico dell'istituto di ricerca "Tecnologica Research Institute" di Crotone e si occupa da anni di medicina rigenerativa e biomateriali innovativi.
«Questa ricerca - spiega il dott. Tatullo spiegandone i contenuti - pone le basi per riutilizzare parte delle cisti dentali, un comune reperto patologico destinato ad essere stoccato nei rifiuti biologici per reperire cellule staminali che poi andremo a trasformare in neuroni dopaminergici capaci di produrre melanina, esattamente gli stessi neuroni che vengono attaccati dal Morbo di Parkinson: in questo modo, possiamo pensare ad un futuro utilizzo di questi modelli sperimentali in trials terapeutici innovativi».
Una scoperta brillante che ha subito convinto la giuria, composta dall'eccellenza accademica europea, tanto da innalzare sul gradino più alto del podio il ricercatore italiano, che grazie a questo premio rappresenterà la sezione europea della I.A.D.R. al prossimo congresso mondiale.
Prestigiose sono anche le altre firme della ricerca che è valsa a Tatullo e all'Università di Bari l'ambito premio: tra i co-autori, infatti, spicca la collaborazione con la prof.ssa Tiziana Cocco, ordinario di Biochimica presso il Dipartimento di Neuroscienze, Scienze Mediche di Base e Organi di Senso dell'Università di Bari.
«La sinergia tra le università virtuose ed i centri di ricerca privati, prosegue il dott. Tatullo, è strategica per sostenere la competizione internazionale e per consolidare un solido expertise nei diversi campi di ricerca e sviluppo pre-competitivo. Mi ritengo onorato di aver vinto questo premio dando visibilità alla ricerca italiana nel settore dentale: va fatto un plauso a chi crede nei giovani ricercatori e sa coglierne le eccellenze, poiché questo è il momento in cui serve più che mai una ricerca di qualità per emergere in ambito internazionale, dando lustro all'Italia ed alla scuola odontoiatrica italiana, che resta sempre la migliore».
Ricercatore precario presso il Dipartimento di Odontoiatria dell'ateneo barese, abilitato a prof. Associato ma non ancora nei ruoli universitari, il dottor Tatullo ha presentato alla commissione viennese una dissertazione dal titolo "Human Periapical-cysts Mesenchymal Stem Cells Differentiate into Dopaminergie Neuromelanin-Producing Neurons", che gli è valsa l'ambito riconoscimento nel campo medico. Una targa che si va ad aggiungere a un curriculum già di prim'ordine, alla luce soprattutto della giovane età: ben due lauree in Medicina e Chirurgia e in Odontoiatria; un dottorato di ricerca in Biochimica medica, tutte conseguite presso l'Università di Bari; oltre 68 pubblicazioni internazionali; 1 libro e numerosi premi come il "Premio Talenti" ricevuto pochi mesi fa dal Rettore dell'Ateneo barese. Il dott. Tatullo, inoltre, è Direttore scientifico dell'istituto di ricerca "Tecnologica Research Institute" di Crotone e si occupa da anni di medicina rigenerativa e biomateriali innovativi.
«Questa ricerca - spiega il dott. Tatullo spiegandone i contenuti - pone le basi per riutilizzare parte delle cisti dentali, un comune reperto patologico destinato ad essere stoccato nei rifiuti biologici per reperire cellule staminali che poi andremo a trasformare in neuroni dopaminergici capaci di produrre melanina, esattamente gli stessi neuroni che vengono attaccati dal Morbo di Parkinson: in questo modo, possiamo pensare ad un futuro utilizzo di questi modelli sperimentali in trials terapeutici innovativi».
Una scoperta brillante che ha subito convinto la giuria, composta dall'eccellenza accademica europea, tanto da innalzare sul gradino più alto del podio il ricercatore italiano, che grazie a questo premio rappresenterà la sezione europea della I.A.D.R. al prossimo congresso mondiale.
Prestigiose sono anche le altre firme della ricerca che è valsa a Tatullo e all'Università di Bari l'ambito premio: tra i co-autori, infatti, spicca la collaborazione con la prof.ssa Tiziana Cocco, ordinario di Biochimica presso il Dipartimento di Neuroscienze, Scienze Mediche di Base e Organi di Senso dell'Università di Bari.
«La sinergia tra le università virtuose ed i centri di ricerca privati, prosegue il dott. Tatullo, è strategica per sostenere la competizione internazionale e per consolidare un solido expertise nei diversi campi di ricerca e sviluppo pre-competitivo. Mi ritengo onorato di aver vinto questo premio dando visibilità alla ricerca italiana nel settore dentale: va fatto un plauso a chi crede nei giovani ricercatori e sa coglierne le eccellenze, poiché questo è il momento in cui serve più che mai una ricerca di qualità per emergere in ambito internazionale, dando lustro all'Italia ed alla scuola odontoiatrica italiana, che resta sempre la migliore».