UniBa, stabilizzati 16 dipendenti precari. Uricchio: «Continua risanamento dell'Ateneo»
Il Rettore: «Abbiamo offerto un futuro certo a numerosi lavoratori»
lunedì 25 giugno 2018
18.11
Finisce l'incubo della precarietà per 16 dipendenti dell'Università di Bari. Il Consiglio di Amministrazione, nella seduta odierna, ne ha infatti deliberato l'assunzione di 16 unità di personale tecnico amministrativo mediante stabilizzazione.
Un intervento realizzato grazie a quanto stabilito dalla riforma Madia (art. 20, comma 1, d. lgs. 75/2017), che ha previsto la possibilità di stabilizzare personale in possesso di determinati requisiti di anzianità e la facoltà di poter fruire di un contingente di punti organico ulteriore rispetto alle ordinarie facoltà assunzionali, che il competente Ministero ha riconosciuto all'Ateneo barese in misura di 2,66 punti organico.
L'Ateneo dovrà tuttavia impegnarsi a ridurre il precariato. Secondo quanto stabilito dalla riforma, infatti, a fronte del maggior contingente per le stabilizzazioni, l'Università di Bari dovrà ridurre in via permanente la spesa annuale per contratti di lavoro flessibile per circa 300 mila euro.
«Questa soluzione – è il commento soddisfatto del Magnifico Rettore Antonio Uricchio – rappresenta il naturale proseguimento delle politiche di risanamento portate avanti negli ultimi anni da questa governance di Ateneo e del netto miglioramento degli indicatori economico finanziari, certificati dal MIUR, e fa seguito al procedimento di stabilizzazione portato a termine nel 2014. Grazie a tale risanamento abbiamo potuto offrire oggi un futuro lavorativo certo a numerosi precari».
Un intervento realizzato grazie a quanto stabilito dalla riforma Madia (art. 20, comma 1, d. lgs. 75/2017), che ha previsto la possibilità di stabilizzare personale in possesso di determinati requisiti di anzianità e la facoltà di poter fruire di un contingente di punti organico ulteriore rispetto alle ordinarie facoltà assunzionali, che il competente Ministero ha riconosciuto all'Ateneo barese in misura di 2,66 punti organico.
L'Ateneo dovrà tuttavia impegnarsi a ridurre il precariato. Secondo quanto stabilito dalla riforma, infatti, a fronte del maggior contingente per le stabilizzazioni, l'Università di Bari dovrà ridurre in via permanente la spesa annuale per contratti di lavoro flessibile per circa 300 mila euro.
«Questa soluzione – è il commento soddisfatto del Magnifico Rettore Antonio Uricchio – rappresenta il naturale proseguimento delle politiche di risanamento portate avanti negli ultimi anni da questa governance di Ateneo e del netto miglioramento degli indicatori economico finanziari, certificati dal MIUR, e fa seguito al procedimento di stabilizzazione portato a termine nel 2014. Grazie a tale risanamento abbiamo potuto offrire oggi un futuro lavorativo certo a numerosi precari».