Ustionata con la soda caustica, una condanna e una assoluzione in appello. Il papà: «Questa non è giustizia»
Anna Maria, oggi 15 anni, aveva nove anni quando accadde il fatto, in questi anni sottoposta a diversi interventi
venerdì 22 dicembre 2023
10.31
Una condanna a due mesi di reclusione e una assoluzione. È questa la sentenza d'appello sul caso della piccola Anna Maria, 9 anni all'epoca dei fatti, a cui a Villa Menelao, durante un ricevimento, venne servita della soda caustica al posto dell'acqua, causandole lesioni irreversibili all'esofago.
La Corte d'Appello di Bari, presieduta da Rosa Calia Di Pinto, ha deciso infatti di assolvere «per non aver commesso il fatto» Giuseppe Venusio, responsabile Haccp della sala, e condannato a due mesi di reclusione Francesco De Grecis, magazziniere della struttura, confermando la condanna al risarcimento dei danni da versare alla famiglia, per quanto accaduto il 31 luglio 2017.
«Ieri abbiamo assistito ad una specie di film di fantascienza - commenta il papà di Annamaria, Giovanni Cagnazzo -. La sentenza arrivata sembra essere stata fatta senza nemmeno aver letto le carte. E la riduzione di condanna da 8 a 2 mesi, che dicono essere dovuta ad un ricalcolo, non ha alcun senso».
«Anni e anni di processo annullati così in un solo giorno - prosegue Giovanni - ora, dopo aver visto le motivazioni della sentenza, valuteremo se andare in Cassazione».
«Giustizia è (s)fatta, davvero, come ho letto oggi su qualche testata», conclude Giovanni, sottolineando anche come Anna Maria, oggi 15enne, abbia accolto la notizia: «Ormai è "grande", fa il terzo liceo, ed è molto abbattuta, capisce l'odore di beffa di questa sentenza».
La Corte d'Appello di Bari, presieduta da Rosa Calia Di Pinto, ha deciso infatti di assolvere «per non aver commesso il fatto» Giuseppe Venusio, responsabile Haccp della sala, e condannato a due mesi di reclusione Francesco De Grecis, magazziniere della struttura, confermando la condanna al risarcimento dei danni da versare alla famiglia, per quanto accaduto il 31 luglio 2017.
«Ieri abbiamo assistito ad una specie di film di fantascienza - commenta il papà di Annamaria, Giovanni Cagnazzo -. La sentenza arrivata sembra essere stata fatta senza nemmeno aver letto le carte. E la riduzione di condanna da 8 a 2 mesi, che dicono essere dovuta ad un ricalcolo, non ha alcun senso».
«Anni e anni di processo annullati così in un solo giorno - prosegue Giovanni - ora, dopo aver visto le motivazioni della sentenza, valuteremo se andare in Cassazione».
«Giustizia è (s)fatta, davvero, come ho letto oggi su qualche testata», conclude Giovanni, sottolineando anche come Anna Maria, oggi 15enne, abbia accolto la notizia: «Ormai è "grande", fa il terzo liceo, ed è molto abbattuta, capisce l'odore di beffa di questa sentenza».