Usura, in Puglia 16 denunce nel 2022. Il prefetto Bellomo: «Le famiglie vi ricorrono per spese sanitarie»

Stamattina il convegno "L'azione delle fondazioni anti usura per promuovere la dignità umana in questo tempo di crisi"

sabato 4 marzo 2023 18.21
«Percepiamo un aumento del fenomeno dell'usura, tuttavia le denunce sono ancora limitate. Abbiamo avuto alcune inchieste giudiziarie che dimostrano questa crescita, che spesso si accompagna al fenomeno dell'estorsione». Sono le parole, riportate dall'agenzia Ansa, del prefetto di Bari, Antonella Bellomo, a margine del convegno "L'azione delle fondazioni anti usura per promuovere la dignità umana in questo tempo di crisi", che si è tenuto stamattina a Bari.

«Sul nostro territorio ci sono diverse categorie a rischio - ha aggiunto Bellomo. Le famiglie che ricorrono all'usura per sostenere anche le spese sanitarie, ma anche i commercianti, compresi gli ambulanti, sui quali la crisi del Covid ha inciso in modo profondo. Gli strumenti che ci sono vanno bene - evidenzia Bellomo - ma l'opinione pubblica andrebbe sensibilizzata sul tema delle denunce anche attraverso le associazioni di categoria».

Maria Grazia Nicolò, commissario straordinario del governo per il coordinamento delle iniziative anti racket e anti usura, ha snocciolato alcuni dati: nel corso del 2019 in Puglia ci sono state 43 denunce di estorsione, 67 nel 2020, 62 nel 2021 e 26 nel 2022. Per quanto riguarda l'usura, le istanze presentate sono state 40 nel 2019, 28 nel 2020, 27 nel 2021 e 16 nel 2022.

«Per le estorsioni in questi quattro anni sono stati erogati dalle fondazioni 8 milioni 500mila euro e quasi due milioni per l'usura», ha spiegato Nicolò. A livello nazionale «Le denunce per estorsioni nel 2019 sono state 314, nel 2020 sono state 284 e nel 2022 sono state 195. Per l'usura sono state 418 nel 2019, 255 nel 2020, 217 nel 2021 e 134 nel 2022 - ha riferito. Sono stati erogati 67 milioni per le estorsioni e 11 milioni 400mila per l'usura».

Durante il convegno è stato presentato anche il rapporto sul fenomeno a cura dell'osservatorio sul debito privato dell'Università cattolica. Dal documento emerge che i cittadini che più spesso si rivolgono alle associazioni e fondazioni che fanno parte della Consulta nazionale anti usura San Giovanni Paolo II hanno fra 48 e 57 anni o sono pensionati, sono per lo più uomini coniugati con famiglie molto numerose.

«La situazione di usura e racket al momento è allarmante, le operazioni di polizia giudiziaria ne danno dimostrazione - ha commentato Nicolò. Quello che non corrisponde a questo sforzo sono le denunce delle vittime. La denuncia - ha proseguito - è il fulcro della normativa perché solo chi denuncia ha accesso alle facilitazioni che la legge riconosce in favore delle vittime di usura ed estorsione. Ma la denuncia è importante - ha sottolineato - anche per rompere il circuito perverso che inevitabilmente lega la vittima alla criminalità».