Vaccini anti-Covid in Puglia, troppo poche 12 dose a medico di famiglia

Le 12mila consegnate una goccia nel mare, che risolve l’ennesimo incidente di percorso ma non le criticità organizzative che l’hanno causato

domenica 25 aprile 2021 9.00
"Prendiamo atto positivamente delle scuse del Presidente Emiliano dirette ai medici di famiglia. E registriamo positivamente la direttiva del Direttore generale della ASL BARI che, nel riconoscere il contributo che la medicina generale sta dando alla campagna vaccinale della ASL, ha bloccato oggi il dirottamento delle dosi di vaccino verso gli hub per restituirle ai medici di famiglia a cui erano destinate e quindi alla vaccinazione dei pazienti fragili", ha dichiarato oggi Nicola Calabrese, Segretario Fimmg Bari durante #iorispettolafila - Giornata di protesta della medicina generale contro il caos vaccini, organizzata da Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) Bari per presentare l'andamento e le criticità organizzative della campagna vaccinale per il Covid-19.

Le 12mila dosi Pfizer che erano destinare alla medicina di famiglia equivalgono a 12 dosi di vaccino a medico, contro i 250mila soggetti fragili che devono essere vaccinati dalla medicina generale nell'Asl Bari. Vuol dire almeno 250 dosi a medico per la prima dose, senza contare i caregiver. Come dire una goccia nel mare, che risolve l'ennesimo incidente di percorso ma non le criticità organizzative che l'hanno causato. Criticità che hanno provocato gli ennesimi disagi: i medici hanno dovuto prima disdire gli appuntamenti, poi richiamare i pazienti per fissare un nuovo appuntamento quando l'Asl ha fatto dietrofront.

"Esprimo solidarietà ai colleghi della medicina generale - ha detto Filippo Anelli, Presidente dell'Ordine dei medici di Bari, che è intervenuto all'evento - "Servono regole certe e chiare, altrimenti non si può garantire l'esercizio della professione medica. Le scuse del Presidente Emiliano e l'intervento del Direttore Sanguedolce sono un buon presupposto per avviare un confronto che conduca ad una soluzione."

"Siamo qui proprio perché vogliamo garantire i target della vaccinazione e cioè vaccinare i soggetti più deboli. Abbiamo bisogno di segnali certi di superamento della precarietà nell'organizzazione e nella logistica per passare ad un'organizzazione ed ad una logistica strutturalmente integrate nel piano vaccinale regionale che consenta alla medicina generale di raggiungere il proprio target in un tempo certo: l'obiettivo deve essere vaccinare tutti i soggetti fragili nel più breve tempo possibile - aggiunge Calabrese - Abbiamo vaccinato, con gravi disagi, 105.000 pazienti fragili di cui circa il 30% a domicilio; 35.000 in ASL BARI. Abbiamo vaccinato in 15 giorni il 10% di tutti i vaccini somministrati in Puglia nell'arco di quattro mesi. Il contributo che stiamo dando alla campagna vaccinale è fondamentale. Abbiamo bisogno di certezza sulla regolarità della fornitura dei vaccini e sulle quantità e pretendiamo di essere considerati destinatari prioritari dei vaccini, perché hanno priorità i pazienti fragili che noi dobbiamo vaccinare".

COSA CHIEDE FIMMG BARI

Fimmg Bari chiede certezza sulla distribuzione di quantitativi standard settimanali e una logistica che consenta un'adeguata programmazione settimanale. La medicina generale barese stima infatti che servano 250mila dosi per coprire tutti i pazienti fragili dell'Asl Bari, circa il 25% del totale degli assistiti. La mancanza di certezza sulle forniture mette infatti a rischio anche le seconde dosi di pazienti fragili, come già accaduto per esempio con gli insegnanti, che avrebbero dovuto ricevere la seconda dose entro la decima settimana e invece la riceveranno ben oltre le 12 settimane.

Fimmg Bari chiede inoltre regole certe rispetto a chi vaccinare. Non devono più verificarsi interferenze che sabotano la macchina organizzativa, come i ricorrenti 'vax day' destinati a pazienti con particolari patologie, già contattati dalla medicina di famiglia e la cui vaccinazione è già stata programmata. Così si rende inutile il lavoro dei medici di medicina generale e in molti casi si "salta la fila" rispetto ai criteri di priorità stabiliti a livello nazionale. Chiede inoltre regole certe rispetto ai conviventi e ai caregiver per poter finalizzare al massimo la strategia vaccinale evitando inutili conflittualità con i pazienti.

LE DIFFICOLTÀ DEI MEDICI

L'incontro di oggi ha messo a nudo le grandi difficoltà che stanno affrontando i medici di famiglia che si sono fatti carico per il bene dei propri pazienti di una serie di incombenze nell'ambito di un sistema caratterizzato da grande disorganizzazione, come hanno dimostrato le testimonianze dei medici di famiglia intervenuti. Marco De Robertis, medico di medicina generale di Molfetta, benché infortunato e con una gamba ingessata non ha mai cessato la propria attività e grazie all'aiuto di un collega si è recato negli hub per vaccinare. E come molti altri colleghi è stato informato all'ultimo minuto dal distretto che le dosi promesse non erano disponibili e ha dovuto richiamare tutti i pazienti programmati per rinviare l'appuntamento. Questo crea una grande conflittualità, come dimostra il racconto di Carlo Sarnataro, medico di famiglia al Quartiere Libertà di Bari, che ha dovuto chiamare in più occasioni la forza pubblica a causa delle minacce da parte di cittadini che pretendevano di essere vaccinati. "Per dimostrare che non avevo dosi, ho messo il frigorifero aperto sul marciapiede" - racconta Sarnataro.