Vandalizzata la piazzetta di corso Cavour, schermo spaccato e fontana inagibile
L'area, ristrutturata dalla vicina Banca Popolare di Bari, era stata inaugurata solo ad aprile dello scorso anno
mercoledì 4 settembre 2019
Lo schermo è spaccato, sul vetro sono state fatte scritte con una bomboletta spray, la fontana è spenta e dove scorreva acqua ora ci sono rifiuti, le panchine sono sporche e ai loro piedi sono visibili residui di cibo abbandonati. Uno scenario desolante è offerto dalla piazzetta di corso Cavour, a solo un anno e mezzo dall'inaugurazione, dopo la ristrutturazione effettuata dalla vicina Banca Popolare di Bari.
Un progetto costato 160 mila euro per le opere e gli arredi, oltre i costi di spese progettuali. Inaugurata il 28 aprile dello scorso anno, oggi si presenta nel degrado, a causa di atti vandalici e poca manutenzione. Il giorno in cui venne aperta al pubblico il sindaco Antonio Decaro dichiarava: «Ora mi auguro che tutti i cittadini vogliano seguire l'esempio della Banca Popolare prendendosene cura allo stesso modo». Un augurio, a quanto pare, disatteso dai baresi.
Ora, secondo l'accordo tra Comune e Banca Popolare a quest'ultima spettava la «manutenzione ordinaria degli elementi di arredo urbano per dodici mesi dalla data di collaudo dell'opera, rinnovabili per ulteriori dodici mesi su richiesta specifica». Ma l'eventuale ripristino dei luoghi, a prescindere dal fatto che l'accordo possa o meno essere scaduto, non può certo rientrare nella "manutenzione ordinaria".
Un progetto costato 160 mila euro per le opere e gli arredi, oltre i costi di spese progettuali. Inaugurata il 28 aprile dello scorso anno, oggi si presenta nel degrado, a causa di atti vandalici e poca manutenzione. Il giorno in cui venne aperta al pubblico il sindaco Antonio Decaro dichiarava: «Ora mi auguro che tutti i cittadini vogliano seguire l'esempio della Banca Popolare prendendosene cura allo stesso modo». Un augurio, a quanto pare, disatteso dai baresi.
Ora, secondo l'accordo tra Comune e Banca Popolare a quest'ultima spettava la «manutenzione ordinaria degli elementi di arredo urbano per dodici mesi dalla data di collaudo dell'opera, rinnovabili per ulteriori dodici mesi su richiesta specifica». Ma l'eventuale ripristino dei luoghi, a prescindere dal fatto che l'accordo possa o meno essere scaduto, non può certo rientrare nella "manutenzione ordinaria".