Venerdì il Dpcm "natalizio": Italia zona gialla ma coprifuoco alle 22. Decaro: «Non sarà liberi tutti»
Ristoranti verso la chiusura alle 18, palestre ancora con le saracinesche abbassate. Misure in vigore fino al 10 gennaio
martedì 1 dicembre 2020
13.16
A nel periodo di Natale l'Italia potrebbe diventare un'unica zona gialla, ma senza allentamento radicale delle restrizioni vigenti per contenere la pandemia di Covid-19. Il coprifuoco resta alle 22, bar e ristoranti chiuderanno alle 18, palestre e piscine rimarranno con le saracinesche abbassate. È quanto è emerso questa mattina dalla riunione tra il governo e le Regioni sui provvedimenti contenuti nel nuovo Dpcm in vigore dal 4 dicembre, fino probabilmente a domenica 10 gennaio.
Chiudere i centri storici durante le festività natalizie o contingentare gli ingressi nelle strade dello shopping «Non mi paiono proposte realizzabili se non in centri abitati piccoli. Punterei su iniziative gestibili e concrete come il divieto di stazionamento utile per combattere gli assembramenti senza colpire lo shopping fatto con regole sicure». Lo dice in un'intervista al Messaggero Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell'Anci.
Per Natale «Auspico che il governo offra disposizioni valide per tutta Italia contemperate con l'evoluzione della pandemia. Ma di sicuro non potremo far finta che il virus non esista più», ha proseguito Decaro. Le misure che andranno prese «Devono passare attraverso una fase di ascolto dei rappresentanti di tutti gli interessi e di coordinamento con le forze sociali. Io non conosco sindaci che intendano penalizzare la forza economica della comunità che rappresentano. Ma la pandemia si può governare solo lanciando segnali corretti», ammonisce Decaro.
Il sindaco di Bari precisa che a Natale «Non ci sarà un tana liberi tutti. I cittadini debbono essere consapevoli che solo mantenendo comportamenti responsabili non getteremo alle ortiche i risultati che pure stanno emergendo di un contenimento dell'epidemia». La priorità è «Non dare al virus l'occasione per infettare altri familiari e in particolare i meno giovani».
I criteri che attribuiscono il colore alle Regioni, per Decaro, «Spingono queste ultime a darsi da fare mentre l'Rt regionale quando supera quota 1 segnala ai cittadini il livello del pericolo che devono affrontare. Magari il sistema è semplificabile nel senso che andrebbero fornite cifre chiare che consentano a tutti di valutare la situazione».
Chiudere i centri storici durante le festività natalizie o contingentare gli ingressi nelle strade dello shopping «Non mi paiono proposte realizzabili se non in centri abitati piccoli. Punterei su iniziative gestibili e concrete come il divieto di stazionamento utile per combattere gli assembramenti senza colpire lo shopping fatto con regole sicure». Lo dice in un'intervista al Messaggero Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell'Anci.
Per Natale «Auspico che il governo offra disposizioni valide per tutta Italia contemperate con l'evoluzione della pandemia. Ma di sicuro non potremo far finta che il virus non esista più», ha proseguito Decaro. Le misure che andranno prese «Devono passare attraverso una fase di ascolto dei rappresentanti di tutti gli interessi e di coordinamento con le forze sociali. Io non conosco sindaci che intendano penalizzare la forza economica della comunità che rappresentano. Ma la pandemia si può governare solo lanciando segnali corretti», ammonisce Decaro.
Il sindaco di Bari precisa che a Natale «Non ci sarà un tana liberi tutti. I cittadini debbono essere consapevoli che solo mantenendo comportamenti responsabili non getteremo alle ortiche i risultati che pure stanno emergendo di un contenimento dell'epidemia». La priorità è «Non dare al virus l'occasione per infettare altri familiari e in particolare i meno giovani».
I criteri che attribuiscono il colore alle Regioni, per Decaro, «Spingono queste ultime a darsi da fare mentre l'Rt regionale quando supera quota 1 segnala ai cittadini il livello del pericolo che devono affrontare. Magari il sistema è semplificabile nel senso che andrebbero fornite cifre chiare che consentano a tutti di valutare la situazione».