Voto di scambio, Bari scende in piazza
All'evento promosso dal Movimento 5 Stelle tutti i candidati sindaco hanno sottoscritto un "impegno etico"
sabato 15 giugno 2019
Una manifestazione a Bari per dire no al voto di scambio. Ad organizzarla il Movimento 5 Stelle cittadino, sulla scia delle indagini che hanno sl centro diversi soggetti che alle ultime amministrative avrebbero cercato di "comprare" il voto di diversi cittadini.
Presenti all'evento, assieme ai portavoce comunali e municipali eletti e uscenti, i senatori baresi Gianmauro Dell'Olio e Vincenzo Garruti, oltre alla candidata Elisabetta Pani, al sindaco Antonio Decaro, al candidato del centrodestra Pasquale Di Rella, al candidato della lista "Pensionati e Invalidi - Giovani Insieme" Francesco Corallo alla candidata della lista "Irma Melini per Bari" Irma Melini e a un esponente della lista "Bari Città Aperta" in rappresentanza del candidato sindaco Sabino De Razza.
Tutti i candidati e il sindaco hanno sottoscritto rieletto un impegno etico con il quale dichiarano di chiedere ad eventuali consiglieri eletti nella propria coalizione di autosospendersi e non partecipare alla vita politica del Comune nel caso in cui il loro nome fosse reso noto dagli inquirenti nell'ambito di indagini sul voto di scambio e di disconoscerli pubblicamente come supporto alla propria parte politica nel caso non dovessero autosospendersi; di istituire, un Tavolo comune della legalità per sottoscrivere un protocollo da sottoporre al Prefetto per le prossime tornate elettorali e di istituire un Osservatorio Permanente sui rapporti tra mafia e politica nella città di Bari
«Sono orgogliosa - ha dichiarato Elisabetta Pani - che i candidati a sindaco di Bari alle scorse amministrative presenti oggi in piazza e il sindaco Decaro abbiano firmato l'impegno etico proposto dal M5S per lanciare ai cittadini un messaggio di trasparenza e di cambiamento rispetto al passato. Non bastano solo le parole, è necessaria una posizione netta su eventi che mai sarebbero dovuti accadere»
«Vendere il proprio voto - le ha fatto eco il sindaco Decaro - oppure comprarlo è un atto vergognoso. Le persone che comprano il voto non devono avvicinarsi alle istituzioni. È un atto vergognoso anche tenendo presente che i nonni hanno perso la vita per permetterci di andare a votare»
Presenti all'evento, assieme ai portavoce comunali e municipali eletti e uscenti, i senatori baresi Gianmauro Dell'Olio e Vincenzo Garruti, oltre alla candidata Elisabetta Pani, al sindaco Antonio Decaro, al candidato del centrodestra Pasquale Di Rella, al candidato della lista "Pensionati e Invalidi - Giovani Insieme" Francesco Corallo alla candidata della lista "Irma Melini per Bari" Irma Melini e a un esponente della lista "Bari Città Aperta" in rappresentanza del candidato sindaco Sabino De Razza.
Tutti i candidati e il sindaco hanno sottoscritto rieletto un impegno etico con il quale dichiarano di chiedere ad eventuali consiglieri eletti nella propria coalizione di autosospendersi e non partecipare alla vita politica del Comune nel caso in cui il loro nome fosse reso noto dagli inquirenti nell'ambito di indagini sul voto di scambio e di disconoscerli pubblicamente come supporto alla propria parte politica nel caso non dovessero autosospendersi; di istituire, un Tavolo comune della legalità per sottoscrivere un protocollo da sottoporre al Prefetto per le prossime tornate elettorali e di istituire un Osservatorio Permanente sui rapporti tra mafia e politica nella città di Bari
«Sono orgogliosa - ha dichiarato Elisabetta Pani - che i candidati a sindaco di Bari alle scorse amministrative presenti oggi in piazza e il sindaco Decaro abbiano firmato l'impegno etico proposto dal M5S per lanciare ai cittadini un messaggio di trasparenza e di cambiamento rispetto al passato. Non bastano solo le parole, è necessaria una posizione netta su eventi che mai sarebbero dovuti accadere»
«Vendere il proprio voto - le ha fatto eco il sindaco Decaro - oppure comprarlo è un atto vergognoso. Le persone che comprano il voto non devono avvicinarsi alle istituzioni. È un atto vergognoso anche tenendo presente che i nonni hanno perso la vita per permetterci di andare a votare»