Voto di scambio, pioggia di denunce. Salvini chiede informazioni, la Procura dice no
Aperti diversi fascicoli d'inchiesta per ogni reato ipotizzato. Gli inquirenti negano l'accesso agli atti al ministro per il segreto istruttorio
mercoledì 12 giugno 2019
15.23
Il caso sul sospetto voto di scambio alle ultime elezioni comunali di Bari si allarga. Le ultime indiscrezioni parlano di quattro candidati sotto indagine della Digos della Questura di Bari, ma in Procura nelle ultime settimane sono arrivate moltissime denunce. Gli inquirenti hanno aperto un'indagine per ogni tipologia di denuncia per voto di scambio, suddivise sulla base dei nomi dei candidati che avrebbero offerto denaro, buoni benzina o promesse di altro genere.
In tutti i casi il reato ipotizzato è di corruzione elettorale e i primi nomi sono già stati iscritti nel registro degli indagati. A seguire la vicenda un pool di magistrati baresi specializzati in reati di pubblica amministrazione. La squadra d'inchiesta è al lavoro per ricostruire e accertare le presunte condotte illecite denunciate dagli elettori alle diverse forze di polizia della città, che hanno depositato negli uffici del Tribunale di via Dioguardi altrettante informative. Tutte le indagini, sebbene formalmente separate, sono sotto il coordinamento del procuratore Giuseppe Volpe.
A chiedere informazioni è stato anche il ministro degli Interni Matteo Salvini, a cui però il procuratore di Bari Giuseppe Volpe, ha risposto no perché coperte da segreto istruttorio.
Il ministro dell'Interno dovrà rispondere oggi pomeriggio a una interrogazione parlamentare presentata dal deputato barese Giuseppe Brescia, del Movimento 5 Stelle, e presidente della Commissione Affari costituzionali di Montecitorio.
Intorno alle 16 di ieri è pervenuta, quindi, sulla scrivania del procuratore Volpe la richiesta di informazioni da trasmettere entro poche ore, alla quale però il capo degli uffici inquirenti baresi ha risposto spiegando di non poter fornire quando richiesto, perché le indagini in corso sono tuttora coperte dal segreto istruttorio.
In tutti i casi il reato ipotizzato è di corruzione elettorale e i primi nomi sono già stati iscritti nel registro degli indagati. A seguire la vicenda un pool di magistrati baresi specializzati in reati di pubblica amministrazione. La squadra d'inchiesta è al lavoro per ricostruire e accertare le presunte condotte illecite denunciate dagli elettori alle diverse forze di polizia della città, che hanno depositato negli uffici del Tribunale di via Dioguardi altrettante informative. Tutte le indagini, sebbene formalmente separate, sono sotto il coordinamento del procuratore Giuseppe Volpe.
A chiedere informazioni è stato anche il ministro degli Interni Matteo Salvini, a cui però il procuratore di Bari Giuseppe Volpe, ha risposto no perché coperte da segreto istruttorio.
Il ministro dell'Interno dovrà rispondere oggi pomeriggio a una interrogazione parlamentare presentata dal deputato barese Giuseppe Brescia, del Movimento 5 Stelle, e presidente della Commissione Affari costituzionali di Montecitorio.
Intorno alle 16 di ieri è pervenuta, quindi, sulla scrivania del procuratore Volpe la richiesta di informazioni da trasmettere entro poche ore, alla quale però il capo degli uffici inquirenti baresi ha risposto spiegando di non poter fornire quando richiesto, perché le indagini in corso sono tuttora coperte dal segreto istruttorio.