Xylella, dal Cnr di Lecce un prototipo per rilevare il batterio in tempo

Intanto Coldiretti incontra gli ispettori dell'Ue per chiedere finanziamenti per danni e nuovi studi sulla malattia

giovedì 31 maggio 2018
A cura di Fiorella Barile
Una buona notizia nella lotta alla Xylella da un gruppo di ricerca Università del Salento e Cnr Nanotec di Lecce. Un dispositivo diagnostico in grado di rilevare in brevissimo tempo e a costi contenuti la malattia che sta sterminando gli ulivi pugliesi è stato pubblicato su Scientific Reports, rivista del gruppo Nature. Si tratta di un prototipo basato su microsensori per la rilevazione del batterio che vive e si riproduce all'interno dei vasi xilematici degli ulivi e non solo.
Questa scoperta è un importante passo avanti verso la diagnostica sul campo, come valido strumento nelle mani degli esperti del settore per le analisi. Solitamente Il rilevamento della Xylella fastidiosa viene eseguito con tecniche di laboratorio, mentre in questo caso, come spiega la ricercatrice del Cnr Serena Chiriacò, in una intervista all'Ansa, "i metodi tradizionali sono stati confrontati con il nuovo test ottenendo risultati sovrapponibili ma con vantaggi significativi in termini di costi e tempo impiegato per l'analisi". Intanto sul fronte della richiesta danni all'Unione Europea si sta muovendo anche la Coldiretti Puglia. Oggi sono stati ascoltati dalla delegazione degli Ispettori della Commissione Europea, guidata dall'ungherese Pete Nandor, i rappresentanti di Lecce, Taranto e Brindisi, capeggiati dal Presidente Gianni Cantele.
"Abbiamo chiesto che anche l'UE faccia la sua parte, a partire dai gravosi costi per i monitoraggi che non possono ricadere solo su Italia e Regione Puglia. I danni a carico di aziende olivicole, frantoi e vivai, ad oggi stimati per difetto superano il miliardo di euro e vanno previste linee di sostegno attraverso progetti a finanziamento diretto di Bruxelles e sui terreni vocati vanno prefigurate straordinarie assegnazioni extra di autorizzazioni di impianto vigneti", ha ribadito il Presidente Cantele.
"Coldiretti Puglia ha sempre riconosciuto il fondamentale ruolo della scienza e della ricerca in questa grave situazione, riponendo in esse le speranze per il futuro della nostra agricoltura. La UE ha già destinato rilevanti risorse – ha precisato Cantele - finanziando due importanti progetti che coinvolgono ricercatori di tutto il continente, ma l'enormità del problema e la portata territoriale, che investe già 3 stati membri, richiede ulteriori sforzi. Fin dall'inizio della crisi, abbiamo candidato le aree infette della regione ad essere il luogo fisico dove la scienza europea e mondiale, con la partecipazione attiva degli agricoltori, possano continuare lo studio di soluzioni per la convivenza e, si spera presto, in una cura. Innesti per salvare gli olivi monumentali e lo studio della biodiversità rappresentata dalle piante selvatiche nate da incroci spontanei sono temi di sicuro interesse e di concreta speranza. Ma sono stati sviluppati fino ad oggi grazie all'impegno volontario di iniziativa privata e ricercatori che vanno supportati in modo tangibile", ha lamentato Cantele.