Zona industriale Bari-Modugno, si fingono petrolieri per truffare imprenditore. Presi in tre
Una falsa trattativa per acquisto di benzina ha insospettito la vittima, che ha allertato i Carabinieri. Denunciato un quarto uomo
mercoledì 28 novembre 2018
10.56
Blitz ieri dei Carabinieri della Compagnia di Monopoli nella zona industriale di Bari-Modugno, dove i militari hanno arrestato tre uomini e denunciato un quarto con l'accusa di truffa aggrava e riciclaggio. Si tratta di un imprenditore e tre operai discontinui, tutti di età compresa fra i 40 e 50 anni, provenienti dai comuni di Bitritto, Bitetto e Modugno e con piccoli precedenti per truffa e reati contro il patrimonio. I malintenzionati avevano approntato un piano per truffare un'impresa leader in Puglia nel settore della distribuzione di carburante e combustibile di un imprenditore 60enne, proprietario di vari depositi sparsi a Bari e a Polignano a Mare.
I malfattori avevano pianificato tutto già da una settimana: mediante un falso profilo mail, presentandosi come i proprietari di un'azienda internazionale del settore petrolifero, i quattro avevano intavolato una trattativa volta ad acquistare ben 15.000 litri di benzina. Il carburante sarebbe stato scaricato presso una cisterna dell'area industriale di Modugno, dove i falsi impresari avrebbero provveduto al pagamento della merce che, come da accordi presi, fra spese di spedizione e viaggio ammontava a circa 21.000 euro. La trattativa è parsa sospetta all'imprenditore, che prontamente si è rivolto ai Carabinieri raccontando i fatti. In poco tempo i militari hanno scoperto che l'impresa della quale i truffatori si spacciavano per proprietari era inesistente e non risultava iscritta in nessun registro.
A insospettire ulteriormente i militari la circostanza che recentemente altre imprese petrolifere, questa volta dell'area tarantina, erano state truffate da falsi acquirenti i quali, dopo aver ottenuto il travaso del carburante nelle cisterne erano svaniti nel nulla. Gli inquirenti hanno così deciso di far luce sulla vicenda: il venditore, unitamente ad alcuni Carabinieri, si è recato presso il luogo dove avrebbe dovuto scaricare i litri di benzina, ovvero presso un'autorimessa di trasporti, ricavata in un capannone semi-abbandonato nell'area industriale di Modugno, come dettagliatamente descritto dai truffatori, i quali più volte in precedenza avevano telefonato alla vittima per essere certi che non disertasse l'appuntamento. Come previsto, l'auto cisterna una volta raggiunto il deposito è stata avvicinata da due operai, che hanno iniziato frettolosamente le operazioni di prelevamento dei litri, mentre il conducente del mezzo è stato liquidato con un assegno in busta chiusa.
A quel punto sono intervenuti i militari bloccando i due operai, il proprietario del deposito ed un quarto soggetto appena giunto a sincerarsi sull'andamento delle operazioni. L'assegno è risultato non trasferibile; non solo era di proprietà di una cittadina barese che ne aveva denunciato lo smarrimento, ma i malfattori avevano anche tentato di "occultarne" la provenienza, apponendogli il timbro di una ditta di fiori, appartenente ad un altro soggetto del tutto ignaro.
Per tre di loro è scattato l'arresto e, su disposizione della competente A.G., sono stati sottoposti agli arresti domiciliari, mentre il proprietario dell'autorimessa è stato deferito a piede libero, tutti con l'accusa di riciclaggio e truffa aggravata. Infine il carburante è stato restituito all'avente diritto e l'assegno alla donna, con legittima soddisfazione di entrambi.
I malfattori avevano pianificato tutto già da una settimana: mediante un falso profilo mail, presentandosi come i proprietari di un'azienda internazionale del settore petrolifero, i quattro avevano intavolato una trattativa volta ad acquistare ben 15.000 litri di benzina. Il carburante sarebbe stato scaricato presso una cisterna dell'area industriale di Modugno, dove i falsi impresari avrebbero provveduto al pagamento della merce che, come da accordi presi, fra spese di spedizione e viaggio ammontava a circa 21.000 euro. La trattativa è parsa sospetta all'imprenditore, che prontamente si è rivolto ai Carabinieri raccontando i fatti. In poco tempo i militari hanno scoperto che l'impresa della quale i truffatori si spacciavano per proprietari era inesistente e non risultava iscritta in nessun registro.
A insospettire ulteriormente i militari la circostanza che recentemente altre imprese petrolifere, questa volta dell'area tarantina, erano state truffate da falsi acquirenti i quali, dopo aver ottenuto il travaso del carburante nelle cisterne erano svaniti nel nulla. Gli inquirenti hanno così deciso di far luce sulla vicenda: il venditore, unitamente ad alcuni Carabinieri, si è recato presso il luogo dove avrebbe dovuto scaricare i litri di benzina, ovvero presso un'autorimessa di trasporti, ricavata in un capannone semi-abbandonato nell'area industriale di Modugno, come dettagliatamente descritto dai truffatori, i quali più volte in precedenza avevano telefonato alla vittima per essere certi che non disertasse l'appuntamento. Come previsto, l'auto cisterna una volta raggiunto il deposito è stata avvicinata da due operai, che hanno iniziato frettolosamente le operazioni di prelevamento dei litri, mentre il conducente del mezzo è stato liquidato con un assegno in busta chiusa.
A quel punto sono intervenuti i militari bloccando i due operai, il proprietario del deposito ed un quarto soggetto appena giunto a sincerarsi sull'andamento delle operazioni. L'assegno è risultato non trasferibile; non solo era di proprietà di una cittadina barese che ne aveva denunciato lo smarrimento, ma i malfattori avevano anche tentato di "occultarne" la provenienza, apponendogli il timbro di una ditta di fiori, appartenente ad un altro soggetto del tutto ignaro.
Per tre di loro è scattato l'arresto e, su disposizione della competente A.G., sono stati sottoposti agli arresti domiciliari, mentre il proprietario dell'autorimessa è stato deferito a piede libero, tutti con l'accusa di riciclaggio e truffa aggravata. Infine il carburante è stato restituito all'avente diritto e l'assegno alla donna, con legittima soddisfazione di entrambi.