Accordo Lega pro-Assocalciatori, stop agli allenamenti fino al 3 aprile

Le parti hanno sottolineato la volontà comune di portare a termine i campionati di serie C

martedì 17 marzo 2020 19.59
Prorogato lo stop agli allenamenti e alle attività delle squadre di serie C fino al prossimo 3 aprile. Questa mattina si è tenuta in call conference la prima riunione del tavolo permanente sull'emergenza Covid-19 tra Lega Pro e AIC, alla quale hanno partecipato i presidenti Ghirelli e Tommasi, il vice presidente AIC, Calcagno, il segretario generale Lega pro, Paolucci ed il direttore generale di AIC Grazioli.

La riunione si è aperta con il comune impegno teso a portare a termine il campionato serie C auspicando che le condizioni sanitarie lo consentano, pur nella consapevolezza di trovarsi di fronte ad uno scenario da monitorare con attenzione giorno dopo giorno in attesa delle indicazioni e dei provvedimenti delle autorità.

Il tavolo si è già attivato per valutare e quantificare l'entità dei danni subiti e di quelli che nel prossimo futuro i club si troveranno ad affrontare. Non appena verrà pubblicato il testo del Decreto "Cura Italia", il tavolo approfondirà e si confronterà sugli strumenti da porre in campo per fronteggiare questa situazione emergenziale. Lega Pro e AIC hanno condiviso un percorso per affrontare insieme i sacrifici che la crisi richiederà.

Preso infine atto delle disposizioni e raccomandazioni delle Autorità e della Federazione Medico Sportiva Italiana, che individuano nei giorni a venire il periodo del possibile "picco massimo" dei contagi da Coronavirus Covid-19, Lega Pro e AIC hanno ritenuto doveroso e prudente per la tutela della salute di tutti gli addetti ai lavori dei club, posticipare alla data del 3 aprile p.v. il termine fino al quale dovrà essere osservata la sosta delle attività, rimanendo invariate le prescrizioni che i tesserati dovranno osservare ed in particolare:

a) evitare gli spostamenti in entrata e in uscita dal luogo di dimora o domicilio nel comune dove ha sede l'attività lavorativa ovvero dal differente luogo dove gli stessi effettivamente abitano, salvo le ipotesi legate a situazioni di necessità o motivi di salute;
b) rimanere nella propria abitazione, in caso di febbre superiore a 37,5 gradi, limitando al massimo i contatti sociali, nonché di contattare il proprio medico curante;
c) non uscire dalla propria abitazione per chi è sottoposto alla quarantena o è risultato positivo al virus.