Antenucci leader, Maita un gigante. Il Bari riparte dalle sue certezze
I biancorossi domano il Catanzaro e raccolgono una vittoria che dà spinta per lo sprint del girone d’andata
lunedì 30 novembre 2020
Quadrato, ordinato e corale. Il Bari che vince 1-0 con il Catanzaro lascia negli occhi di tifosi e addetti ai lavori la sensazione di essere – finalmente – riuscito a diventare squadra, e a giocare da tale. La risolve il solito Mirco, con una prodezza delle sue; prima, durante e dopo, però, i biancorossi danno prova di una crescita considerevole rispetto alle ultime uscite, opache anche quando era arrivata la vittoria.
Un Bari che non incanta, sotto il diluvio del San Nicola, ma che comunque lascia guardare al futuro immediato con un po' di fiducia in più. I biancorossi creano (abbastanza, non tanto) e non concedono (tranne che nel finale); l'unico peccato è ancora la concretezza, dopo la rete di Antenucci (la sesta in campionato) al 13' della ripresa la partita doveva essere chiusa e il finale doveva essere vissuto con meno ansia (anche dopo l'espulsione di Contessa nel recupero). Però i segnali ci sono, vanno colti e interpretati nella maniera più giusta.
Per ripartire con nuovo slancio, Auteri e la sua squadra si affidano alle antiche certezze. In attesa che il gioco diventi "auteriano" al cento percento (ci siamo vicini, ma l'obiettivo non è ancora stato raggiunto), la luce tocca ancora accenderla a Micro Antenucci. Il goal pregevolissimo a giro di destro è una piacevole conferma, l'esultanza polemica e le parole nel post gara sono il ruggito del leader. «Dopo ogni sconfitta c'è sempre il desiderio di gettare le colpe addosso a qualcuno: si perde tutti e si vince tutti», ha tuonato Antenucci. Il 7 ha aggiunto: «Ci vuole un equilibrio che qui a volte non vedo». Il faro avvolge il gruppo con la sua luce, che protegge e riscalda un ambiente travolto dalle critiche dopo la sconfitta interna con la Ternana. L'atteggiamento del vero leader, dentro e fuori dal campo, che pretende tranquillità per il gruppo. Giusto o no, è il dovere del trascinatore, e lui se lo è assunto pubblicamente. Giù il cappello.
Altra straordinaria certezza è Mattia Maita: il centrocampista ex Catanzaro, dopo aver ricaricato le pile con la panchina di Caserta, è tornato a fare la parte del leone in mediana. La straordinaria coppia con De Risio (mobilità, qualità, lucidità) è un arpione che cattura ogni palla e soffoca le fonti di gioco del Catanzaro, che si presenta al San Nicola con tre centrocampisti sapendo che il Bari può soffrire l'inferiorità numerica nel mezzo, ma per i calabresi c'è stato poco o nulla da fare. Maita, oltre al 7.5 in pagella, avrebbe meritato il goal, dopo averci provato almeno tre volte da fuori; tentativo frustrato dalla traversa dopo la deviazione di Riccardi, e dalla mira imprecisa di qualche centimetro. Ci sarà occasione per rifarsi.
Nota di demerito, ancora una volta, per D'Ursi: evanescente e poco incisivo, lascia il posto a Montalto che si conferma partner più affidabile per Antenucci in avanti. Cresce, invece, Citro: una buona ora per lui, chiamato a sostituire Marras alle prese con un ginocchio capriccioso.
Insomma, le note positive su cui lavorare per migliorare non mancano. Ora, però, c'è da pensare alla trasferta contro la Paganese. Una partita in cui il Bari dovrà dimostrare di voler continuare nel suo percorso di crescita, rispondendo colpo su colpo alla "guerra" psicologica ingaggiata con una Ternana tenace e fortunata. Sembra il film dell'anno scorso con la Reggina; stavolta il Bari vuole scrivere un finale diverso.
Un Bari che non incanta, sotto il diluvio del San Nicola, ma che comunque lascia guardare al futuro immediato con un po' di fiducia in più. I biancorossi creano (abbastanza, non tanto) e non concedono (tranne che nel finale); l'unico peccato è ancora la concretezza, dopo la rete di Antenucci (la sesta in campionato) al 13' della ripresa la partita doveva essere chiusa e il finale doveva essere vissuto con meno ansia (anche dopo l'espulsione di Contessa nel recupero). Però i segnali ci sono, vanno colti e interpretati nella maniera più giusta.
Per ripartire con nuovo slancio, Auteri e la sua squadra si affidano alle antiche certezze. In attesa che il gioco diventi "auteriano" al cento percento (ci siamo vicini, ma l'obiettivo non è ancora stato raggiunto), la luce tocca ancora accenderla a Micro Antenucci. Il goal pregevolissimo a giro di destro è una piacevole conferma, l'esultanza polemica e le parole nel post gara sono il ruggito del leader. «Dopo ogni sconfitta c'è sempre il desiderio di gettare le colpe addosso a qualcuno: si perde tutti e si vince tutti», ha tuonato Antenucci. Il 7 ha aggiunto: «Ci vuole un equilibrio che qui a volte non vedo». Il faro avvolge il gruppo con la sua luce, che protegge e riscalda un ambiente travolto dalle critiche dopo la sconfitta interna con la Ternana. L'atteggiamento del vero leader, dentro e fuori dal campo, che pretende tranquillità per il gruppo. Giusto o no, è il dovere del trascinatore, e lui se lo è assunto pubblicamente. Giù il cappello.
Altra straordinaria certezza è Mattia Maita: il centrocampista ex Catanzaro, dopo aver ricaricato le pile con la panchina di Caserta, è tornato a fare la parte del leone in mediana. La straordinaria coppia con De Risio (mobilità, qualità, lucidità) è un arpione che cattura ogni palla e soffoca le fonti di gioco del Catanzaro, che si presenta al San Nicola con tre centrocampisti sapendo che il Bari può soffrire l'inferiorità numerica nel mezzo, ma per i calabresi c'è stato poco o nulla da fare. Maita, oltre al 7.5 in pagella, avrebbe meritato il goal, dopo averci provato almeno tre volte da fuori; tentativo frustrato dalla traversa dopo la deviazione di Riccardi, e dalla mira imprecisa di qualche centimetro. Ci sarà occasione per rifarsi.
Nota di demerito, ancora una volta, per D'Ursi: evanescente e poco incisivo, lascia il posto a Montalto che si conferma partner più affidabile per Antenucci in avanti. Cresce, invece, Citro: una buona ora per lui, chiamato a sostituire Marras alle prese con un ginocchio capriccioso.
Insomma, le note positive su cui lavorare per migliorare non mancano. Ora, però, c'è da pensare alla trasferta contro la Paganese. Una partita in cui il Bari dovrà dimostrare di voler continuare nel suo percorso di crescita, rispondendo colpo su colpo alla "guerra" psicologica ingaggiata con una Ternana tenace e fortunata. Sembra il film dell'anno scorso con la Reggina; stavolta il Bari vuole scrivere un finale diverso.