Attacco “a salve”, il Bari si ritrova con il goal dal centrocampo
A Mantova la risolve Maggiore, che concretizza il lavoro della premiata ditta dei mediani biancorossi
domenica 23 febbraio 2025
Vittoria doveva essere, e vittoria è stata. Senza brillare, anzi tutt'altro, ma con grande cinismo e concretezza il Bari ritrova il successo esterno (dopo tre mesi e mezzo) battendo 0-1 il Mantova al Martelli. Decide una rete al 70' di Giulio Maggiore, centrocampista appena arrivato nel mercato di gennaio, per togliere la castagne dal fuoco e portare a casa il jackpot con un chirurgico destro dal limite.
Una vittoria costruita tutta sull'asse dei centrocampisti, a coronamento di un piano gara tutto incentrato sull'asfissiante pressione per soffocare il possesso palla della squadra di Possanzini, allievo di De Zerbi e interprete della costruzione dal basso a tutti i costi. Longo vince la sfida a scacchi con il dirimpettaio di panchina proprio grazie a una tattica uomo-su-uomo, che già nel primo tempo costringe spesso e volentieri il portiere Festa al rinvio lungo, scavalcando difesa e centrocampo; quasi una bestemmia per i seguaci del tiki-taka.
La strategia dei galletti funziona, perché il Mantova nei fatti si vede solo con una punizione di Burrai controllata da Radunovic in due tempi. Per il resto, nel generale equilibrio del risiko sul campo del Martelli, i biancorossi si fanno preferire, grazie alla compattezza che toglie spazi alla manovra dei virgiliani e alle ripartenze in verticale. Unico neo, al solito, l'attacco che spara a salve: Longo sceglie dall'inizio un solido 3-5-2, con Bonfanti e Bellomo davanti per portare la prima (fondamentale) pressione sui portatori avversari, ma la pericolosità offensiva è altra cosa. Gli ospiti si fanno, dopo un diagonale di Bonfanti ben disinnescato da Festa, pericolosi solo con il mancino in demi-volée di Obaretin, che trova il portiere dei lombardi ancora una volta pronto.
Lo schema cambia tanto poco quanto niente nella ripresa, quando il Mantova prova ad accelerare i giri del motore, scontrandosi però contro le maglie strette cucite da Longo. Il Bari a destra non attacca quasi mai con Favasuli, preziosissimo però nel contenere il pericoloso Giordano, mentre più facilità di gamba ha dall'altra parte Dorval, che costringe Radaelli a centellinare le sue scorribande. L'architettura disegnata da Longo ha una sua logica, perché con il Mantova più stanco e frustrato gli ingressi di Favilli e Lasagna sono diretti ad allargare la difesa avversaria e a creare spazi.
Ecco, quindi, che se l'attacco spara a salve, finalmente il Bari ritrova i tre punti attingendo alle soluzioni alternative: Burrai si fa rubare palla in costruzione da Maita, recupero veloce per Benali che lancia Maggiore nello spazio, destro rasoterra preciso e potente per il colpo che vale la posta piena. È il goal costruito e realizzato dalla premiata ditta del centrocampo biancorossi nella sua interezza a rilanciare le prospettive di Longo e dei suoi, in attesa che Falletti e Pereiro ritrovino la condizione migliore, e che Novakovich rientri dall'infortunio per completare la batteria offensiva con Bonfanti, Favilli e Lasagna.
Va, poi, sottolineata anche la compattezza mostrata dalla squadra nel finale di gara, quando il Bari si mette con ordine a difendere la propria metà campo per proteggere il risultato; in altre circostanze non si era vista altrettanta lucidità, come purtroppo ricordano i tanti punti gettati alle ortiche.
E, quindi, pazienza che i che l'attacco ancora procede a corrente alternata: l'importante era ridare slancio a una classifica che adesso vede i biancorossi rinsaldare la posizione playoff, mettendosi contestualmente a distanza di sicurezza dalla zona playout. In vista, poi, della sfida delicatissima (la prima del caldo mese di marzo) contro la Sampdoria del fresco ex Sibilli; un crocevia che il Bari dovrà affrontare senza lo squalificato Obaretin, che con gli infortuni (forse recuperabili in una settimana) di Simic e Vicari accende un faro ulteriore sull'inspiegabile scelta di cedere Matino a gennaio, senza prendere un sostituto.
Uno dei tanti misteri di una stagione in cui, tra alti e bassi, convincendo solo a tratti, Longo e i suoi stanno provando ad andare oltre i propri limiti, a caccia del "sogno" (concetto che proprio la piazza barese non riesce a digerire) dei playoff, nella speranza che tutto possa succedere.
Una vittoria costruita tutta sull'asse dei centrocampisti, a coronamento di un piano gara tutto incentrato sull'asfissiante pressione per soffocare il possesso palla della squadra di Possanzini, allievo di De Zerbi e interprete della costruzione dal basso a tutti i costi. Longo vince la sfida a scacchi con il dirimpettaio di panchina proprio grazie a una tattica uomo-su-uomo, che già nel primo tempo costringe spesso e volentieri il portiere Festa al rinvio lungo, scavalcando difesa e centrocampo; quasi una bestemmia per i seguaci del tiki-taka.
La strategia dei galletti funziona, perché il Mantova nei fatti si vede solo con una punizione di Burrai controllata da Radunovic in due tempi. Per il resto, nel generale equilibrio del risiko sul campo del Martelli, i biancorossi si fanno preferire, grazie alla compattezza che toglie spazi alla manovra dei virgiliani e alle ripartenze in verticale. Unico neo, al solito, l'attacco che spara a salve: Longo sceglie dall'inizio un solido 3-5-2, con Bonfanti e Bellomo davanti per portare la prima (fondamentale) pressione sui portatori avversari, ma la pericolosità offensiva è altra cosa. Gli ospiti si fanno, dopo un diagonale di Bonfanti ben disinnescato da Festa, pericolosi solo con il mancino in demi-volée di Obaretin, che trova il portiere dei lombardi ancora una volta pronto.
Lo schema cambia tanto poco quanto niente nella ripresa, quando il Mantova prova ad accelerare i giri del motore, scontrandosi però contro le maglie strette cucite da Longo. Il Bari a destra non attacca quasi mai con Favasuli, preziosissimo però nel contenere il pericoloso Giordano, mentre più facilità di gamba ha dall'altra parte Dorval, che costringe Radaelli a centellinare le sue scorribande. L'architettura disegnata da Longo ha una sua logica, perché con il Mantova più stanco e frustrato gli ingressi di Favilli e Lasagna sono diretti ad allargare la difesa avversaria e a creare spazi.
Ecco, quindi, che se l'attacco spara a salve, finalmente il Bari ritrova i tre punti attingendo alle soluzioni alternative: Burrai si fa rubare palla in costruzione da Maita, recupero veloce per Benali che lancia Maggiore nello spazio, destro rasoterra preciso e potente per il colpo che vale la posta piena. È il goal costruito e realizzato dalla premiata ditta del centrocampo biancorossi nella sua interezza a rilanciare le prospettive di Longo e dei suoi, in attesa che Falletti e Pereiro ritrovino la condizione migliore, e che Novakovich rientri dall'infortunio per completare la batteria offensiva con Bonfanti, Favilli e Lasagna.
Va, poi, sottolineata anche la compattezza mostrata dalla squadra nel finale di gara, quando il Bari si mette con ordine a difendere la propria metà campo per proteggere il risultato; in altre circostanze non si era vista altrettanta lucidità, come purtroppo ricordano i tanti punti gettati alle ortiche.
E, quindi, pazienza che i che l'attacco ancora procede a corrente alternata: l'importante era ridare slancio a una classifica che adesso vede i biancorossi rinsaldare la posizione playoff, mettendosi contestualmente a distanza di sicurezza dalla zona playout. In vista, poi, della sfida delicatissima (la prima del caldo mese di marzo) contro la Sampdoria del fresco ex Sibilli; un crocevia che il Bari dovrà affrontare senza lo squalificato Obaretin, che con gli infortuni (forse recuperabili in una settimana) di Simic e Vicari accende un faro ulteriore sull'inspiegabile scelta di cedere Matino a gennaio, senza prendere un sostituto.
Uno dei tanti misteri di una stagione in cui, tra alti e bassi, convincendo solo a tratti, Longo e i suoi stanno provando ad andare oltre i propri limiti, a caccia del "sogno" (concetto che proprio la piazza barese non riesce a digerire) dei playoff, nella speranza che tutto possa succedere.