Bari doppia faccia, ma stavolta è una vittoria che vale davvero

Contro il Potenza biancorossi che alternano grandi prestazioni e dormite collettive. Ora però la classifica inizia a incoraggiare la rimonta

lunedì 9 dicembre 2019 9.12
A cura di Riccardo Resta
Il solito Bari: pungente per un tempo, dormiente per un altro. Stavolta, però, basta a procurarsi una vittoria troppo importante per la classifica e per il morale. I galletti resistono contro il Potenza e dal San Nicola portano a casa un 2-1 che vale l'aggancio al terzo posto. Sì, perché stavolta la vittoria ha un'incidenza reale sulla classifica, e non poteva essere diversamente: biancorossi che raggiungono proprio il Potenza al terzo posto, appaiandosi anche alla Ternana che fa harakiri in casa e cede 0-1 alla Cavese. Lassù in cima la Reggina continua a dettare la sua legge, vincendo al minuto 86' con un rigore di Denis e confermandosi squadra fortissima dal punto di vista nervoso e mentale ancorché tecnico. Alle spalle non retrocede di un centimetro il Monopoli, secondo a -1 dal terzetto ora guidato dal Bari.

«Una vittoria che ci serve per trovare entusiasmo», l'ha definita Vivarini nel post partita. Sì, perché se i potentini approfittano del dopo gara per prendersela con l'arbitro (il presidente Caiata annuncia le dimissioni dal consiglio di Lega per protesta) reo di non aver fischiato nel finale un mani di Costa in area (nel primo tempo un paio di episodi dubbi anche nei 16 metri del Potenza), il tecnico biancorosso analizza una situazione complessa nella sua semplicità. Da quando è Vivarini a guidare il Bari la squadra ha messo insieme 13 risultati utili di fila, non ha mai perso eppure ha visto scappare la Reggina a +10 e ha dovuto faticare a tenere il passo di un terzetto che davanti ha dimostrato altrettanta solidità. Stavolta, però, la vittoria vale davvero, non tanto per una classifica che resta al di sotto delle aspettative, quanto per trovare quelle motivazioni che rischiavano di scontrarsi su un muro che pareva indistruttibile fino a ieri.

La vittoria, però, non può e non deve narcotizzare le riflessioni su un Bari che ama complicarsi la vita: nei primi 30' contro il Potenza si è visto forse il miglior Bari targato Vivarini, poi il solito black out. Bastano una ventina di minuti per trovare l'uno-due con Simeri e Terrani e assestare un durissimo colpo ai lucani, venuti a Bari per difendersi e ripartire e costretti a cambiare piano di gioco quasi subito. Certo, il super goal da 30 metri con cui Emerson la riapre alla mezz'ora è frutto solo della capacità balistica dell'ex Livorno e non è imputabile a nessuno dei biancorossi, che pure però hanno più di una responsabilità nella gestione del post-shock. Il 4-3-1-2 nella mezz'ora iniziale funziona, e anche bene: Simeri e Antenucci si cercano e si trovano con facilità, Terrani agisce bene fra le linee (la miglior prova dell'ex Piacenza da trequartista) e trova un gran goal alla Del Piero, Bianco detta i tempi, Scavone si comporta bene in entrambe le fasi (prima di uscire con una caviglia in disordine), in difesa praticamente non si rischia mai. La beffa dell'eurogoal ci sta, ma ritorna il problema di non riuscire a chiudere (o addormentare) partite dominate in lungo e in largo.

Nella ripresa il Bari fa una fatica enorme a esprimersi, schiacciato dall'assalto rossoblù, condotto senza frenesia e - anzi - con molta lucidità. Il tecnico Raffaele cambia il volto della gara con i cambi, passando al 3-5-2 e trovando soprattutto in Viteritti sulla corsia di destra un motorino infaticabile che manda in tilt l'intera organizzazione di gioco del Bari. Vivarini, e sfortunatamente non è un'eccezione, dai suoi cambi ottiene poco quanto nulla: eccezion fatta per il rientrante Costa (e il passaggio al 3-5-2) che in un quarto d'ora di gioco si fa vedere sia da fermo che con la palla in movimento, e a sprazzi Schiavone, da subentranti Awua, Floriano e Neglia (il meno colpevole, gioca solo il recupero) danno la sensazione di non essere mentalmente entrati nell'agonismo della partita. Alla fine salvano la baracca un super Frattali, Berra, Sabbione e Di Cesare (il capitano sarà squalificato a Caserta, aprendo scenari inediti col nuovo modulo).

La serie C si gioca in 16 contro 16: un concetto che il tecnico abruzzese non è ancora riuscito a inculcare ai suoi. Il Bari ha evidentissimi limiti strutturali, impiega molti calciatori fuori ruolo ma ha pur sempre una qualità tecnica e individuale troppo più alta degli altri (sia in campo che in panchina) e non riuscire a sfruttarla al cento percento non solo è una bestemmia calcistica, ma è soprattutto un fattore di rischio insostenibile per una squadra alle prese con una dura rimonta.

Stavolta è andata bene, il Bari porta via quei punti che invece contro il Teramo erano sfuggiti. Per provare a insidiare la Reggina, però, non basta: servono sì aggiustamenti (non troppi ma certamente più di qualcuno) in sede di marcato, ma soprattutto c'è bisogno di un cambio di mentalità in una rosa straordinariamente ampia ma ancora alla scoperta di tutte le sue potenzialità.