Bari-Francavilla un girone dopo, fra record e certezze ritrovate

All'andata il derby con i brindisini costò la panchina a Cornacchini. Adesso c'è una squadra che vince e (a tratti) convince

lunedì 3 febbraio 2020 8.31
A cura di Riccardo Resta
Bari-Virtus Francavilla, capitolo secondo. Un girone fa il derby fra biancorossi e biancazzurri costò a Cornacchini la panchina del Bari. A distanza di un girone i galletti ne hanno fatta di strada... La vittoria per 2-0 al San Nicola nella partita di ritorno, con le reti di Antenucci su rigore e del neo acquisto Ciofani, segna il diciannovesimo risultato utile di fila; da quando c'è Vivarini il Bari ha vinto dodici volte e pareggiato sette, senza conoscere sconfitta. È un record per i galletti nel calcio professionistico, che manda in archivio il precedente firmato da Luciano Pirazzini nella serie C 1974-75.

Una vittoria che arriva al termine di una prestazione finalmente convincente da parte dei biancorossi. Pur senza far gridare al miracolo, il Bari domina contro un avversario come il Francavilla sì presentatosi al San Nicola con una panchina cortissima e assenze importanti, ma che comunque era imbattuto nel 2020 ed era riuscito anche a prendersi lo scalpo della Reggina al Granillo. Insomma, un cliente tutt'altro che semplice da domare, a cui il Bari è riuscito a mettere il bavaglio, non rischiando praticamente nulla in difesa (e questo è il migliore upgrade rispetto alle ultime uscite) e colpendo gli avversari con precisone quasi scientifica. Il coronamento di un percorso di crescita della squadra, magari sempre logico e lineare, ma che comunque ha portato il Bari dai bassifondi della classifica al secondo posto solitario, in scia di una Reggina che sembrava inafferrabile appena un paio di mesi fa.

Il successo sui brindisini ci aiuta a dare un primo giudizio compiuto sul mercato invernale? Forse, anche se bisognerà attendere maggiori verifiche prima di esprimersi con piena cognizione di causa. Il mancato arrivo di Ninkovic o Tremolada, due profili di trequartisti a lungo e invano inseguiti dal club di De Laurentiis, rischia di drogare il voto su una campagna acquisti che ha certamente contribuito a razionalizzare la rosa. Innanzitutto con le uscite: le cessioni di Kupisz, Awua, Ferrari e Neglia hanno permesso a Vivarini di trovarsi a gestire la minor quantità possibile di situazioni "ibride", puntando su un organico funzionale al 4-3-1-2, anche a costo di sacrificare elementi più che validi come "el loco" e il giovane ex Inter, entrambi andati al Livorno. Situazione che, evidentemente, non si è trovato a vivere Cornacchini, punito un girone fa anche da un eccesso di confusione e dalla lentezza nel trovare la collocazione per i singoli all'interno di una rosa ricca, ma forse non del tutto equilibrata.

Capitolo a parte sono gli arrivi. A cominciare da Ciofani: esperto, leader e difensore di buon passo che sa adattarsi a tutti i ruoli della retroguardia. Quello dell'ex Pescara è un profilo che mancava al Bari; il goal (non proprio la sua arte) all'esordio non fa altro che corroborare la fiducia accordata all'acquisto. In mediana l'ingresso di Maita ha dato ordine e geometrie, sostanza e qualità a un reparto dove mancava un po' di fosforo. E Schiavone in posizione di play sembra riuscire a esprimersi al massimo delle sue potenzialità. Sulla trequarti è arrivato "solamente" Laribi, ed è un gran bell'accontentarsi: l'ex Latina e Bologna ci mette foga, ma anche molta qualità nello sviluppo della manovra per vie centrali. Nel 4-3-1-2 da caratteristiche come le sue (tanta corsa e altrettanta capacità di toccare il pallone) non si può prescindere.

La partita col Francavilla saluta, inoltre, la prima vera prestazione convincente di Folorunsho a Bari: l'ex di turno gioca una ventina di minuti, ma tanto basta per dimostrare strapotere fisico e anche interessanti capacità balistiche. Su Simeri (scomparso dai radar nell'era Cornacchini) e Antenucci (capocannoniere del girone C con 15 goal), c'è poco da dire ancora: si cercano, si trovano, si integrano e Vivarini gongola per i suoi gemelli del goal. Punto interrogativo, invece, su Costantino. L'attaccante svizzero arriva dalla Triestina a fari spenti come colpo last minute. Il debutto al San Nicola è incoraggiante; cosa potrà dare il classe '90 è tutto da scoprire.

«Dobbiamo essere perfezionisti», ha pontificato il mister nel post gara. Uno spirito che lascia intendere la maniacalità con cui Vivarini si approccia al suo lavoro. I risultati, pur con qualche intermittenza (ma vista la storia di questa stagione sarebbe strano il contrario), ci sono, e sono da record. Le premesse giuste per tentare la folle impresa di riagganciare la Reggina o comunque di arrivare ai playoff da strafavoriti. Il prossimo ostacolo si chiama Monopoli: all'andata fu l'inizio della nuova era targata Vivarini, al ritorno potrebbe essere la partita spartiacque della stagione.