Bari promosso in formato trasferta. Qualità e intelligenza: i biancorossi convincono
Biancorossi fortunati e bravi a Cosenza: buona gestione e capacità di incassare i colpi. Premiata la lettura di Mignani
domenica 11 settembre 2022
1.53
Il formato trasferta è di quelli golosi e interessanti. Il Bari centra la sua seconda vittoria in campionato, ancora una volta lontano dal San Nicola: 0-1 sul campo del Cosenza, e a decidere è ancora una volta un Cheddira semplicemente in stato di grazia.
Non che, beninteso, il Bari visto in versione casalinga non abbia convinto; anzi. Sia contro il Palermo che contro la Spal la squadra ha fatto vedere cose molto buone, ma in trasferta appare anche più semplice per i galletti di Mignani contenere al minimo degli errori che - nelle precedenti uscite - sono stati pagati a caro prezzo. La vittoria di Cosenza, va detto, è stata benedetta anche da un po' di sana fortuna che non guasta mai, ma questo non toglie i pregi di un Bari quadrato e con le idee chiare. L'unica squadra della serie B a essere ancora imbattuta; qualcosa vorrà pur dire...
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A cominciare dall'indiscusso merito di riuscire a restare mentalmente attaccato alla partita: fallire già al 6' un rigore (con Antenucci che la spara sopra la traversa) poteva essere un duro colpo, ma anche stavolta la squadra biancorossa ha dimostrato di saper incassare bene e ripartire come se niente fosse. Il primo tempo è spettacolare, con occasioni da entrambe le parti. L'atteggiamento del Bari, indotto dalla marcatura a uomo predisposta da Dionigi su Maiello (seguito ovunque da Merola), nella prima frazione lascia eccessivi spazi al Cosenza, che non trova il goal prima perché la coppia Caprile-Terranova dice due volte no a Merola, poi perché Brignola decide di sparare fuori invece di far chiudere al solissimo Florenzi un bel contropiede. Lo stesso Brignola, poi, stampa l'incrocio dei pali a Caprile battuto. Ma anche il Bari ha avuto le sue occasioni, quasi sempre ispirate da un Cheddira incontenibile e dalla versatilità del ritrovato Botta, più bravo a rinculate che alle spalle delle punte. L'unica pecca è il mirino un po' fuori fase di Antenucci, che dopo aver spedito in curva il rigore favorisce la parata di Matosevic con un destro debole su suggerimento di Cheddira (ma nel secondo tempo sfiora il gran goal). Poi il portiere dei calabresi si guadagna la pagnotta disinnescando una bomba da fuori di Terranova (finalmente ai suoi livelli, bene in difesa insieme a un monumentale Di Cesare).
Insomma, un primo tempo senza troppi tatticismi: il Bari sa che deve concedere qualcosa, che deve correre dei pericoli, ma quando si affaccia dalle parti dell'area avversaria riesce a creare sempre qualcosa di pericoloso. Al 4' e ultimo minuto di recupero, poi, la sentenza: Ricci in difesa paga più di qualcosa, ma spinge sempre bene e serve un bel cross sulla testa di Cheddira, avvitamento acrobatico che coglie di sorpresa Matosevic. L'italo-marocchino è un fattore determinante: fisicamente non lo tiene nessuno, tra i tanti aspetti di una crescita velocissima - poi - ci sono anche il gioco aereo e la letalità in area di rigore. Il fatto che sia in forte predicato di andare ai mondiali col Marocco, da una parte, mette in allarme i tifosi del Bari, ma dall'altra deve essere un orgoglio per il club, l'area tecnica e anche una città che lo ha adottato e che lo adora.
«Il goal è arrivato nel momento più opportuno», ha detto Mignani. E, infatti, dopo la rete di Cheddira il gioco è praticamente fatto. Nella ripresa il Bari può fare la partita che gli è più congeniale. Stavolta la scelta di Mignani di ritardare i cambi paga (a differenza di sette giorni prima): la squadra gestisce bene il possesso, congela la partita e concede zero tiri in porta all'avversario. A nulla serve il cambio di Dionigi, che passa dal 4-2-3-1 a un 3-5-2 che però non sortisce effetti: Folorunsho si inserisce meno del solito ma è più attento a dare una mano a Ricci in chiusura, Mallamo non fa rimpiangere Maita con una prova diligente e ordinata. Di fatto, quindi, il palleggio dei galletti costringe il Cosenza (a corto di energie nella ripresa, anche a causa del caldo atroce di un primo pomeriggio in Calabria) a correre a vuoto, e ad arrivare in ritardo: nei pressi del 90' Florenzi rimedia un secondo giallo per un intervento fuori tempo su Mallamo che è un po' la fotografia del migliore stato atletico dei biancorossi sui rossoblù. Divario che ancor di più si accentua con i cambi che effettua Mignani nel finale. Gli ingressi di Cangiano e Salcedo ridanno un po' di smalto all'attacco; proprio Salcedo va vicino allo 0-2 con un bel destro da fuori. Ci saranno altre occasioni anche per lui e per Vicari, entrato per dare una mano sulle palle alte nei 7' di recupero.
Insomma, tante indicazioni positive per Mignani e per il suo Bari, che dopo cinque giornate di campionato continua a stupire e a convincere anche i più scettici. Si vede una squadra che ha come primo obiettivo (ribadito anche da Ricci nel post gara) il mantenimento della categoria, e che quindi può giocarsela con la testa leggera; qualsiasi cosa dovesse arrivare oltre alla salvezza, sarebbe tanto di guadagnato. E, adesso, un'altra trasferta, sul difficilissimo terreno del Cagliari: un bel test per il Bari, in continua crescita ed evoluzione, per saggiare le sue qualità al cospetto di una delle maggiori candidate alla promozione diretta.
Non che, beninteso, il Bari visto in versione casalinga non abbia convinto; anzi. Sia contro il Palermo che contro la Spal la squadra ha fatto vedere cose molto buone, ma in trasferta appare anche più semplice per i galletti di Mignani contenere al minimo degli errori che - nelle precedenti uscite - sono stati pagati a caro prezzo. La vittoria di Cosenza, va detto, è stata benedetta anche da un po' di sana fortuna che non guasta mai, ma questo non toglie i pregi di un Bari quadrato e con le idee chiare. L'unica squadra della serie B a essere ancora imbattuta; qualcosa vorrà pur dire...
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A cominciare dall'indiscusso merito di riuscire a restare mentalmente attaccato alla partita: fallire già al 6' un rigore (con Antenucci che la spara sopra la traversa) poteva essere un duro colpo, ma anche stavolta la squadra biancorossa ha dimostrato di saper incassare bene e ripartire come se niente fosse. Il primo tempo è spettacolare, con occasioni da entrambe le parti. L'atteggiamento del Bari, indotto dalla marcatura a uomo predisposta da Dionigi su Maiello (seguito ovunque da Merola), nella prima frazione lascia eccessivi spazi al Cosenza, che non trova il goal prima perché la coppia Caprile-Terranova dice due volte no a Merola, poi perché Brignola decide di sparare fuori invece di far chiudere al solissimo Florenzi un bel contropiede. Lo stesso Brignola, poi, stampa l'incrocio dei pali a Caprile battuto. Ma anche il Bari ha avuto le sue occasioni, quasi sempre ispirate da un Cheddira incontenibile e dalla versatilità del ritrovato Botta, più bravo a rinculate che alle spalle delle punte. L'unica pecca è il mirino un po' fuori fase di Antenucci, che dopo aver spedito in curva il rigore favorisce la parata di Matosevic con un destro debole su suggerimento di Cheddira (ma nel secondo tempo sfiora il gran goal). Poi il portiere dei calabresi si guadagna la pagnotta disinnescando una bomba da fuori di Terranova (finalmente ai suoi livelli, bene in difesa insieme a un monumentale Di Cesare).
Insomma, un primo tempo senza troppi tatticismi: il Bari sa che deve concedere qualcosa, che deve correre dei pericoli, ma quando si affaccia dalle parti dell'area avversaria riesce a creare sempre qualcosa di pericoloso. Al 4' e ultimo minuto di recupero, poi, la sentenza: Ricci in difesa paga più di qualcosa, ma spinge sempre bene e serve un bel cross sulla testa di Cheddira, avvitamento acrobatico che coglie di sorpresa Matosevic. L'italo-marocchino è un fattore determinante: fisicamente non lo tiene nessuno, tra i tanti aspetti di una crescita velocissima - poi - ci sono anche il gioco aereo e la letalità in area di rigore. Il fatto che sia in forte predicato di andare ai mondiali col Marocco, da una parte, mette in allarme i tifosi del Bari, ma dall'altra deve essere un orgoglio per il club, l'area tecnica e anche una città che lo ha adottato e che lo adora.
«Il goal è arrivato nel momento più opportuno», ha detto Mignani. E, infatti, dopo la rete di Cheddira il gioco è praticamente fatto. Nella ripresa il Bari può fare la partita che gli è più congeniale. Stavolta la scelta di Mignani di ritardare i cambi paga (a differenza di sette giorni prima): la squadra gestisce bene il possesso, congela la partita e concede zero tiri in porta all'avversario. A nulla serve il cambio di Dionigi, che passa dal 4-2-3-1 a un 3-5-2 che però non sortisce effetti: Folorunsho si inserisce meno del solito ma è più attento a dare una mano a Ricci in chiusura, Mallamo non fa rimpiangere Maita con una prova diligente e ordinata. Di fatto, quindi, il palleggio dei galletti costringe il Cosenza (a corto di energie nella ripresa, anche a causa del caldo atroce di un primo pomeriggio in Calabria) a correre a vuoto, e ad arrivare in ritardo: nei pressi del 90' Florenzi rimedia un secondo giallo per un intervento fuori tempo su Mallamo che è un po' la fotografia del migliore stato atletico dei biancorossi sui rossoblù. Divario che ancor di più si accentua con i cambi che effettua Mignani nel finale. Gli ingressi di Cangiano e Salcedo ridanno un po' di smalto all'attacco; proprio Salcedo va vicino allo 0-2 con un bel destro da fuori. Ci saranno altre occasioni anche per lui e per Vicari, entrato per dare una mano sulle palle alte nei 7' di recupero.
Insomma, tante indicazioni positive per Mignani e per il suo Bari, che dopo cinque giornate di campionato continua a stupire e a convincere anche i più scettici. Si vede una squadra che ha come primo obiettivo (ribadito anche da Ricci nel post gara) il mantenimento della categoria, e che quindi può giocarsela con la testa leggera; qualsiasi cosa dovesse arrivare oltre alla salvezza, sarebbe tanto di guadagnato. E, adesso, un'altra trasferta, sul difficilissimo terreno del Cagliari: un bel test per il Bari, in continua crescita ed evoluzione, per saggiare le sue qualità al cospetto di una delle maggiori candidate alla promozione diretta.