Bari saluta Bruno Pizzul, la voce della promozione in A del 1985

Il telecronista, giornalista ed ex calciatore aveva 87 anni

mercoledì 5 marzo 2025 15.17
A cura di Gianluca Battista
Bruno Pizzul non c'è più.
La notizia è apparsa sostanzialmente ovunque, dal web, alle televisioni, rimbalzando nelle radio.
Se ne è andato alle soglie degli 87 anni un gentiluomo friulano, che ha accompagnato le nostre emozioni con la sua inconfondibile voce per tutta la seconda parte degli anni '80 e degli anni '90 del secolo scorso.

Pizzul è stato certamente la voce di Italia 90, delle Notti Magiche della gioventù e dell'adolescenza di tanti, di una estate italiana che non tornerà più, anche con quell'esito per noi indigesto.
Ma Bruno Pizzul per i baresi è soprattutto la voce della sintesi di una partita di serie B della domenica pomeriggio, quando il calcio non era globalizzato, spacchettato, somministrato ad ogni ora. E la sintesi per eccellenza è quella datata 16 giugno 1985, quando in un "Della Vittoria" stracolmo i galletti centrarono la loro promozione in serie A dopo 16 anni di astinenza, battendo per 2-0 il Pescara.

Pizzul raccontò con la sua sobrietà a tutti gli italiani la straripante felicità di un popolo ed il sogno della massima serie calcistica che diventava realtà, in una Bari diversissima da quella odierna, popolare, con tratti provinciali eppure autentica, ruspante, icona perfetta di anni che anch'essi non torneranno più (qui il link).
Quello era un Bari con molti baresi in campo, un Bari certamente della sua gente, che lo amò anche grazie alla voce di un signore perbene nato il 5 marzo del 1938 ad Udine. Di fatto quella sintesi, come i servizi per "90° Minuto" di Franco Strippoli, resteranno patrimonio di una città intera e non solo degli sportivi. Cristallizzata nel tempo rimarrà la voce di Pizzul che dice «...esplode l'urlo dei tifosi baresi» col sottofondo di migliaia di trombette e le immagini di bandiere che sventolano i colori che fanno ancora oggi battere il cuore ad una provincia intera.

Lui, il telecronista che prese il posto dell'altra insuperabile voce del servizio pubblico, Nando Martellini, non ha mai preso la patente e noi oggi vogliamo immaginarlo ancora così, pacioso, con il suo volto rassicurante che avanza in sella alla sua inseparabile bicicletta tra viali alberati dopo la sua merenda pomeridiana, magari in compagnia dell'amico Dino Zoff.
Mancherà alla generazione che visse le Notti Magiche, a quelle che "stasera c'è la Domenica Sportiva", a quelle cresciute con la moviola. Mancherà a chiunque abbia imparato ad amare questo sport anche attraverso il suo racconto mai urlato.
Fai buon viaggio Bruno. E grazie!