Bari show, la vittoria del gruppo
Il successo di Frosinone porta il nome di Longo, il regista di una squadra che cresce
lunedì 23 settembre 2024
6.29
Una vittoria che va oltre i tre punti. Il Bari centra il primo successo esterno del suo campionato, asfaltando 0-3 il Frosinone allo Stirpe. È il successo che in casa biancorossa si aspettava, per portare fiducia e conferme sulla via della crescita di una squadra partita a rilento, anche a causa dei ritardi accumulati sul mercato, ma che ora fa intravvedere tracce di un progetto tecnico che si annuncia, quantomeno, interessante.
Il Bari, dopo il convincente successo interno sul Mantova, si abbatte come un ciclone su un Frosinone in piena crisi di rigetto verso il gioco di Vivarini, quello che nella folta batteria degli ex esce con il passivo più pesante dal confronto con i biancorossi. Una vittoria che ha il nome e il volto di Moreno Longo in copertina, a ribadire come il vero top player il Bari lo abbia proprio in panchina. Sorprendenti sono la rapidità con cui il mister ha inserito gli elementi arrivati nelle ultime ore di mercato, la condizione fisica già ottimale a settembre, e la precisa identità di gioco che la squadra ha sempre messo in campo. E no, non era facile, soprattutto in così poco tempo e dopo la rivoluzione tecnica operata sulle macerie del campionato scorso.
Nel rilancio dei singoli sta, infatti, la cifra del lavoro fatto nella costruzione di un solido e affiatato gruppo, polarizzato attorno al suo leader. Maita realizza il goal che apre le marcature nel recupero del primo tempo, a coronamento di una prestazione finalmente sui suoi livelli, per mettere un punto sulle voci estive e sulle (fin troppe) polemiche. Ma è solo il caso più eclatante, in un 3-5-2 che funziona sempre meglio: Mantovani si è preso rapidamente il comando della difesa, Favilli entra e trova un goal spettacolare (più uno da antologia, purtroppo per gli esteti giustamente annullato), Lella è il primo motore mobile della squadra, Oliveri confeziona l'assist e un rivitalizzato Dorval fa goal, come un orologio perfetto, regolato dalla tecnica e della visione di Falletti, ormai già centrale nel gioco biancorosso.
Nulla più da dire c'è, poi, sull'inesauribile Benali, moto perpetuo e lucidità da vendere in impostazione e rifinitura, e anche su Pissardo, che nel finale contribuisce (con i due pali) al terzo clean sheet consecutivo, pur entrando a freddo dopo l'infortunio di Radunovic. E se si aggiunge che questa vittoria arriva senza l'impiego di Lasagna e Sibilli, due pezzi da novanta da recuperare dopo i guai fisici, l'impresa assume contorni anche più vasti.
Certo, non è tutto oro quel che luccica; le sbavature in chiusura di gara non sono piaciute a Longo, e non solo per una questione di superflua pignoleria, ma perché la mentalità della squadra si forgia e si conserva anche nella cura dei dettagli. Ma è uno dei margini di miglioramento su cui lavorare, per proseguire un percorso di crescita che neanche il più ottimista dei tifosi (e non erano tanti due mesi fa) avrebbe immaginato così ben avviato a questo punto della stagione.
Più degli otto punti, più della posizione con vista sulla zona playoff, adesso contano i segnali chiari che il lavoro di Longo sta portando, sul piano tecnico quanto su quello comunicativo. Va sottolineato, infatti, come gli oltre mille tifosi biancorossi abbiano applaudito mister e squadra al termine della partita, riconoscendo nella parte tecnica l'unica speranza di sognare qualcosa di ambizioso, vista la gestione decisamente sparagnina e impopolare da parte della Filmauro e della famiglia De Laurentiis.
E adesso? Sotto con Cosenza in casa e Cremonese fuori, due sfide che appaiono dirimenti per capire a quale tipo di campionato il Bari potrà ambire, e quale spazio effettivo ci sarà per sognare qualcosa di più grande di un'onesta salvezza.
Il Bari, dopo il convincente successo interno sul Mantova, si abbatte come un ciclone su un Frosinone in piena crisi di rigetto verso il gioco di Vivarini, quello che nella folta batteria degli ex esce con il passivo più pesante dal confronto con i biancorossi. Una vittoria che ha il nome e il volto di Moreno Longo in copertina, a ribadire come il vero top player il Bari lo abbia proprio in panchina. Sorprendenti sono la rapidità con cui il mister ha inserito gli elementi arrivati nelle ultime ore di mercato, la condizione fisica già ottimale a settembre, e la precisa identità di gioco che la squadra ha sempre messo in campo. E no, non era facile, soprattutto in così poco tempo e dopo la rivoluzione tecnica operata sulle macerie del campionato scorso.
Nel rilancio dei singoli sta, infatti, la cifra del lavoro fatto nella costruzione di un solido e affiatato gruppo, polarizzato attorno al suo leader. Maita realizza il goal che apre le marcature nel recupero del primo tempo, a coronamento di una prestazione finalmente sui suoi livelli, per mettere un punto sulle voci estive e sulle (fin troppe) polemiche. Ma è solo il caso più eclatante, in un 3-5-2 che funziona sempre meglio: Mantovani si è preso rapidamente il comando della difesa, Favilli entra e trova un goal spettacolare (più uno da antologia, purtroppo per gli esteti giustamente annullato), Lella è il primo motore mobile della squadra, Oliveri confeziona l'assist e un rivitalizzato Dorval fa goal, come un orologio perfetto, regolato dalla tecnica e della visione di Falletti, ormai già centrale nel gioco biancorosso.
Nulla più da dire c'è, poi, sull'inesauribile Benali, moto perpetuo e lucidità da vendere in impostazione e rifinitura, e anche su Pissardo, che nel finale contribuisce (con i due pali) al terzo clean sheet consecutivo, pur entrando a freddo dopo l'infortunio di Radunovic. E se si aggiunge che questa vittoria arriva senza l'impiego di Lasagna e Sibilli, due pezzi da novanta da recuperare dopo i guai fisici, l'impresa assume contorni anche più vasti.
Certo, non è tutto oro quel che luccica; le sbavature in chiusura di gara non sono piaciute a Longo, e non solo per una questione di superflua pignoleria, ma perché la mentalità della squadra si forgia e si conserva anche nella cura dei dettagli. Ma è uno dei margini di miglioramento su cui lavorare, per proseguire un percorso di crescita che neanche il più ottimista dei tifosi (e non erano tanti due mesi fa) avrebbe immaginato così ben avviato a questo punto della stagione.
Più degli otto punti, più della posizione con vista sulla zona playoff, adesso contano i segnali chiari che il lavoro di Longo sta portando, sul piano tecnico quanto su quello comunicativo. Va sottolineato, infatti, come gli oltre mille tifosi biancorossi abbiano applaudito mister e squadra al termine della partita, riconoscendo nella parte tecnica l'unica speranza di sognare qualcosa di ambizioso, vista la gestione decisamente sparagnina e impopolare da parte della Filmauro e della famiglia De Laurentiis.
E adesso? Sotto con Cosenza in casa e Cremonese fuori, due sfide che appaiono dirimenti per capire a quale tipo di campionato il Bari potrà ambire, e quale spazio effettivo ci sarà per sognare qualcosa di più grande di un'onesta salvezza.