Bari-Ternana 1-1, Polito: «Abbiamo un debito con la città». Di Cesare: «Non posso chiudere con la retrocessione»
Il diesse: «Sono il primo responsabile, ma non l’unico». Il capitano: «Un giro di campo da sfigato, ma ringrazio tutti»
giovedì 16 maggio 2024
23.53
Pari e patta nella partita d'andata dei playout tra Bari e Ternana, che impattano 1-1 al San Nicola. Un risultato che costringerà i galletti a vincere nella gara di ritorno, altrimenti sarà serie C.
Nel post gara ha parlato Ciro Polito, direttore sportivo della SSC Bari, che commenta così il momento drammatico della squadra e della società: «L'amarezza è esserci trovati qui. Non sarei stato tranquillo con la vittoria 1-0, abbiamo preso un pareggio con un goal fortuito. Rimangono 100 minuti da giocare alla morte per dare alla città la salvezza che merita. Il primo tempo? Non c'è spiegazione. Abbiamo sofferto i loro quinti, ci hanno messo in mezzo. Fenomeni non siamo, se siamo ai playout ci sono delle difficoltà. Nel primo tempo il mister l'ha aggiustata e abbiamo fatto un'ottima gara. L'anno scorso abbiamo perso il nostro sogno per un minuto, oggi la partita è stata equilibrata. Abbiamo preso goal, ma andremo lì per dare tutto quello che abbiamo; tra le difficoltà, il Bari è una squadra viva».
Ancora Polito: «Sono il primo responsabile, ma non l'unico. Ci metto la faccia, sono venuto dopo le sconfitte e dopo gli esoneri. Non ho mai mollato per un secondo, non sono contento. Puscas e Kallon a partita in corso possono darti una mano, ma non riesco a comprendere perché non abbiano impattato come dovevano. La squadra nell'ultimo mese, a sprazzi, ha dato tutto quello che aveva. Chi era in campo ha dato tutto, è la prima volta che abbiamo preparato un rigore. Noi, io in primis, abbiamo tantissimo da perdere; io sono l'unico che non ha il contratto in caso di C. La tifoseria non ha ricevuto quello che merita, ma non mi sono mai tirato indietro. A Terni andremo a battagliare, per garantire a questa città il minimo sindacale. Ero preoccupato sul risultato di 1-0 e sono preoccupato sul risultato di 1-1. La paura fa sempre il mio mestiere, ho sempre le farfalle nello stomaco; non mi fermerò davanti a niente, la fiducia me la dà il fatto che i ragazzi in campo danno tutto quello che hanno. Luigi De Laurentiis non mi ha mai lasciato, mi è sempre stato vicino e con la squadra abbiamo combattuto in una stagione difficile. Io mi sento il primo responsabile, non l'unico, ma finché avrò vita ci metterò tutto quello che ho. A questa città ho dato anche tanto; il terzo anno è stato molto più complicato. La fiducia della società c'è sempre stata, comunque vada io mi siederò con la proprietà. Faremo questa salvezza miracolosa, poi mi siederò con il presidente. Bari non è quell'episodio isolato di due tifosi; è stato un brutto episodio, ma mi sono messo sotto per portare la salvezza alla città. Ho dato tanto, ho ricevuto anche tanto; oggi è il momento di rimanere e lottare».
Polito conclude: «Entrare in uno stadio del genere, con 35mila spettatori, non è facile. Oggi siamo partiti fortissimi, con il palo dopo 1', e poi abbiamo avuto un calo e subito la Ternana. Questa squadra ha avuto dei problemi, inutile nasconderci; quello che abbiamo lasciato stasera dobbiamo riprenderlo a Terni. Non so dare altre spiegazioni. Il Bari si salverà perché abbiamo un debito morale nei confronti della città; lì dobbiamo andare a mangiarci gli avversari. Ai tifosi dico che ci dispiace per la stagione, che fa male anche a loro e non a noi. Tutto quello che è stato fatto fa parte del passato; in questa stagione ho imparato più di quanto ho fatto in nove anni di risultati. Siamo partiti con Mignani perché me lo diceva la coscienza, poi l'ho visto che si è spento. Abbiamo provato con Marino, ha fatto i suoi punti ma tutti - io compreso - volevamo di più. Con Iachini, arrivato a furor di popolo, non è mai scattata la scintilla, con quella media non avremmo fatto neanche il playout, che ha portato a casa lo staff del settore giovanile. Dovevamo fare i punti prima delle partite con Cittadella e Brescia».
Sentimenti contrastanti anche per il capitano, Valerio Di Cesare, che oggi ha probabilmente giocato la sua ultima partita al San Nicola: «Oggi siamo partiti benissimo, un palo dopo 30 secondi. Poi la Ternana ci ha messo in difficoltà, ma abbiamo fatto un buon secondo tempo. Il goal non di deve prendere, ma il campo ha detto che dei limiti ce li abbiamo. Ora recuperiamo e andiamo a fare una guerra calcistica, vincere è vita. Queste partite si giocano con cuore e testa; ci giochiamo la vita, è più importante della finale dell'anno scorso. Andare in C sarebbe buttare tutti i sei anni che abbiamo fatto, perdere giovedì significherebbe buttare via tutto. Il campo parla: se la squadra è arrivata quartultima è perché ha dei limiti. Ci sono tanti motivi, ma ora non conta niente; andiamo oltre, giovedì dobbiamo cercare di vincere questa partita e basta. Non mi sarei aspettato un addio così, sono l'unico ad aver dato l'addio in questo modo da sfigato. Voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno applaudito, il giro di campo è stato emozionante anche se avrei voluto farlo in un altro modo. Tutti quanti eravamo delusi, tutti ce la metteranno tutta giovedì. A me non interessano le parole, la mia carriera non può terminare con una retrocessione. Non me lo perdonerei mai, poi siccome sono mezzo matto magari ci ripenso e continuo anche il prossimo anno; terminare così non lo posso accettare. Non dobbiamo farci prendere dall'ansia, sappiamo che si può fare goal anche al 94'; dobbiamo usare la testa, è la più importante partita dell'anno e bisogna andare oltre. Non dobbiamo avere ansia di sbloccarla subito. Oggi la Ternana ci ha preso un po' così, non ce lo aspettavamo soprattutto dopo i primi secondi. Sono giovani, ma con giocatori straordinari come Pereiro; ci siamo messi con il 4-3-2-1 nella ripresa e siamo andati un po' meglio, ma vanno fatti i complimenti a loro. Giovedì probabilmente sarà la mia ultima partita, spero di chiudere in un certo modo altrimenti non me lo perdonerei mai».
Roberto Breda, tecnico della Ternana, commenta così: «Non mi piace piangere. Abbiamo fatto un primo tempo importante, dopo aver rischiato al primo minuto abbiamo fatto un primo tempo di qualità. Ma con il Bari devi far goal, noi lo abbiamo preso in dieci ma potevamo far meglio. Bene la reazione, abbiamo mantenuto l'equilibrio e abbiamo continuato a far gioco. Il pareggio è super meritato, è arrivato nella nostra occasione meno limpida. Rimane tutto aperto, il Bari non è morto. Ancora c'è equilibrio, non non riusciamo a giocare per il pareggio; dobbiamo sempre fare un certo tipo di gare. Il Bari non pensa di essere già fuori; noi abbiamo un piccolo vantaggio, ma non dobbiamo avere quel tipo di pausa che c'è stata oggi a inizio secondo tempo. Se tu non segni, rischi. Il Bari tatticamente ha cambiato qualcosa, noi abbiamo concesso dei metri che nel primo tempo non abbiamo concesso. Nel secondo tempo mi è piaciuta molto la reazione, non era facile riprenderla su un campo come questo. Dobbiamo fare una grandissima partita. A questo pubblico vanno fatti i complimenti, è uno spettacolo. Ho avuto il privilegio di esserci in tre o quattro occasioni importanti, il pubblico dà tanto. Contento dei miei ragazzi, fare una partita del genere in uno stadio così è segnale di un gruppo forte, con grandi valori morali. Il rigore? È il primo che Casasola sbaglia da quando è in Italia, ma mi è piaciuta la voglia di reagire dopo l'episodio negativo. Il cambio tattico del Bari ha rimescolato qualcosa, poi il primo tempo ci ha dato una sicurezza che nel calcio non devi mai avere, e che è pericolosissima contro squadre come questa».
Nel post gara ha parlato Ciro Polito, direttore sportivo della SSC Bari, che commenta così il momento drammatico della squadra e della società: «L'amarezza è esserci trovati qui. Non sarei stato tranquillo con la vittoria 1-0, abbiamo preso un pareggio con un goal fortuito. Rimangono 100 minuti da giocare alla morte per dare alla città la salvezza che merita. Il primo tempo? Non c'è spiegazione. Abbiamo sofferto i loro quinti, ci hanno messo in mezzo. Fenomeni non siamo, se siamo ai playout ci sono delle difficoltà. Nel primo tempo il mister l'ha aggiustata e abbiamo fatto un'ottima gara. L'anno scorso abbiamo perso il nostro sogno per un minuto, oggi la partita è stata equilibrata. Abbiamo preso goal, ma andremo lì per dare tutto quello che abbiamo; tra le difficoltà, il Bari è una squadra viva».
Ancora Polito: «Sono il primo responsabile, ma non l'unico. Ci metto la faccia, sono venuto dopo le sconfitte e dopo gli esoneri. Non ho mai mollato per un secondo, non sono contento. Puscas e Kallon a partita in corso possono darti una mano, ma non riesco a comprendere perché non abbiano impattato come dovevano. La squadra nell'ultimo mese, a sprazzi, ha dato tutto quello che aveva. Chi era in campo ha dato tutto, è la prima volta che abbiamo preparato un rigore. Noi, io in primis, abbiamo tantissimo da perdere; io sono l'unico che non ha il contratto in caso di C. La tifoseria non ha ricevuto quello che merita, ma non mi sono mai tirato indietro. A Terni andremo a battagliare, per garantire a questa città il minimo sindacale. Ero preoccupato sul risultato di 1-0 e sono preoccupato sul risultato di 1-1. La paura fa sempre il mio mestiere, ho sempre le farfalle nello stomaco; non mi fermerò davanti a niente, la fiducia me la dà il fatto che i ragazzi in campo danno tutto quello che hanno. Luigi De Laurentiis non mi ha mai lasciato, mi è sempre stato vicino e con la squadra abbiamo combattuto in una stagione difficile. Io mi sento il primo responsabile, non l'unico, ma finché avrò vita ci metterò tutto quello che ho. A questa città ho dato anche tanto; il terzo anno è stato molto più complicato. La fiducia della società c'è sempre stata, comunque vada io mi siederò con la proprietà. Faremo questa salvezza miracolosa, poi mi siederò con il presidente. Bari non è quell'episodio isolato di due tifosi; è stato un brutto episodio, ma mi sono messo sotto per portare la salvezza alla città. Ho dato tanto, ho ricevuto anche tanto; oggi è il momento di rimanere e lottare».
Polito conclude: «Entrare in uno stadio del genere, con 35mila spettatori, non è facile. Oggi siamo partiti fortissimi, con il palo dopo 1', e poi abbiamo avuto un calo e subito la Ternana. Questa squadra ha avuto dei problemi, inutile nasconderci; quello che abbiamo lasciato stasera dobbiamo riprenderlo a Terni. Non so dare altre spiegazioni. Il Bari si salverà perché abbiamo un debito morale nei confronti della città; lì dobbiamo andare a mangiarci gli avversari. Ai tifosi dico che ci dispiace per la stagione, che fa male anche a loro e non a noi. Tutto quello che è stato fatto fa parte del passato; in questa stagione ho imparato più di quanto ho fatto in nove anni di risultati. Siamo partiti con Mignani perché me lo diceva la coscienza, poi l'ho visto che si è spento. Abbiamo provato con Marino, ha fatto i suoi punti ma tutti - io compreso - volevamo di più. Con Iachini, arrivato a furor di popolo, non è mai scattata la scintilla, con quella media non avremmo fatto neanche il playout, che ha portato a casa lo staff del settore giovanile. Dovevamo fare i punti prima delle partite con Cittadella e Brescia».
Sentimenti contrastanti anche per il capitano, Valerio Di Cesare, che oggi ha probabilmente giocato la sua ultima partita al San Nicola: «Oggi siamo partiti benissimo, un palo dopo 30 secondi. Poi la Ternana ci ha messo in difficoltà, ma abbiamo fatto un buon secondo tempo. Il goal non di deve prendere, ma il campo ha detto che dei limiti ce li abbiamo. Ora recuperiamo e andiamo a fare una guerra calcistica, vincere è vita. Queste partite si giocano con cuore e testa; ci giochiamo la vita, è più importante della finale dell'anno scorso. Andare in C sarebbe buttare tutti i sei anni che abbiamo fatto, perdere giovedì significherebbe buttare via tutto. Il campo parla: se la squadra è arrivata quartultima è perché ha dei limiti. Ci sono tanti motivi, ma ora non conta niente; andiamo oltre, giovedì dobbiamo cercare di vincere questa partita e basta. Non mi sarei aspettato un addio così, sono l'unico ad aver dato l'addio in questo modo da sfigato. Voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno applaudito, il giro di campo è stato emozionante anche se avrei voluto farlo in un altro modo. Tutti quanti eravamo delusi, tutti ce la metteranno tutta giovedì. A me non interessano le parole, la mia carriera non può terminare con una retrocessione. Non me lo perdonerei mai, poi siccome sono mezzo matto magari ci ripenso e continuo anche il prossimo anno; terminare così non lo posso accettare. Non dobbiamo farci prendere dall'ansia, sappiamo che si può fare goal anche al 94'; dobbiamo usare la testa, è la più importante partita dell'anno e bisogna andare oltre. Non dobbiamo avere ansia di sbloccarla subito. Oggi la Ternana ci ha preso un po' così, non ce lo aspettavamo soprattutto dopo i primi secondi. Sono giovani, ma con giocatori straordinari come Pereiro; ci siamo messi con il 4-3-2-1 nella ripresa e siamo andati un po' meglio, ma vanno fatti i complimenti a loro. Giovedì probabilmente sarà la mia ultima partita, spero di chiudere in un certo modo altrimenti non me lo perdonerei mai».
Roberto Breda, tecnico della Ternana, commenta così: «Non mi piace piangere. Abbiamo fatto un primo tempo importante, dopo aver rischiato al primo minuto abbiamo fatto un primo tempo di qualità. Ma con il Bari devi far goal, noi lo abbiamo preso in dieci ma potevamo far meglio. Bene la reazione, abbiamo mantenuto l'equilibrio e abbiamo continuato a far gioco. Il pareggio è super meritato, è arrivato nella nostra occasione meno limpida. Rimane tutto aperto, il Bari non è morto. Ancora c'è equilibrio, non non riusciamo a giocare per il pareggio; dobbiamo sempre fare un certo tipo di gare. Il Bari non pensa di essere già fuori; noi abbiamo un piccolo vantaggio, ma non dobbiamo avere quel tipo di pausa che c'è stata oggi a inizio secondo tempo. Se tu non segni, rischi. Il Bari tatticamente ha cambiato qualcosa, noi abbiamo concesso dei metri che nel primo tempo non abbiamo concesso. Nel secondo tempo mi è piaciuta molto la reazione, non era facile riprenderla su un campo come questo. Dobbiamo fare una grandissima partita. A questo pubblico vanno fatti i complimenti, è uno spettacolo. Ho avuto il privilegio di esserci in tre o quattro occasioni importanti, il pubblico dà tanto. Contento dei miei ragazzi, fare una partita del genere in uno stadio così è segnale di un gruppo forte, con grandi valori morali. Il rigore? È il primo che Casasola sbaglia da quando è in Italia, ma mi è piaciuta la voglia di reagire dopo l'episodio negativo. Il cambio tattico del Bari ha rimescolato qualcosa, poi il primo tempo ci ha dato una sicurezza che nel calcio non devi mai avere, e che è pericolosissima contro squadre come questa».