Bari-Ternana, fenomenologia di una squadra in crescita
Equilibrio, coraggio, freddezza: Grosso mostra il suo volto migliore
lunedì 25 settembre 2017
11.56
«Faccio i complimenti ai ragazzi, hanno disputato una partita importante contro una formazione che è venuta a giocarsi una partita a viso aperto. Abbiamo sfruttato con le nostre capacità gli spazi e i loro errori. La squadra ha fatto molto bene e quando si riesce a fare le cose insieme, tutti i giocatori ne traggono beneficio. E' sicuramente un segnale positivo». Basterebbero le parole di Grosso nel post partita per commentare, analizzare e liquidare il rotondo 3-0 con cui il Bari archivia la pratica Ternana al San Nicola.
Complimenti ai ragazzi, quindi, ma mai come in questo caso una parola in più va spesa per l'allenatore. Finito appena una settimana fa sulla graticola di una città impaziente, l'ex campione del Mondo ha scelto di riprendersi la fiducia della piazza mostrando il suo lato più coraggioso e quel pizzico di sconsiderata imprevedibilità che in molti casi segna il confine tra il successo e l'insuccesso.
Alla lettura delle distinte ufficiali in molti (ivi compreso lo scrivente) sono rimasti basiti dalla scelta di Grosso di tener fuori due cavalli di razza come Nené e Floro Flores che giocherebbero in stampelle anche la partitella del giovedì in tutte le altre squadre di B, in favore di Cissé e Iocolano, elementi che fino a sabato avevamo intravisto dallo spioncino e nulla più. Ha avuto fegato Grosso, che puntando sull'effetto sorpresa e su una pretattica magistralmente orchestrata dalle sue doti di abile dissimulatore è riuscito a sbarellare la difesa dell'Unicusano, mandata in campo da Pochesci quasi all'arma bianca in 3-4-3 ai limiti della sconsideratezza. Lo strapotere fisico e il killer instinct del guineano e l'imprevedibilità nello stretto di Iocolano hanno permesso al 3-5-2 predisposto dal tecnico biancorosso di trovare ampio respiro sulle fasce, dove campeggia sempre più alto il nome di Improta (cinque reti in campionato, quattro nelle ultime tre), bomber a sorpresa di una formazione che dopo lo shock subito contro il Venezia ha iniziato a macinare goal, trovando lucidità e freddezza nel concretizzare una straordinaria mole di gioco.
A Grosso, quindi, va dato il merito non solo di esser riuscito a trovare (si spera) una soluzione di gioco definitiva, con cui offendere senza rinunciare al famoso equilibrio di cui parla sempre il mister, ma anche di saper trarre il meglio dalla vastità di soluzioni a sua disposizione, soprattutto in attacco. «Abbiamo tante frecce nel nostro arco e posso decidere con tranquillità. La cosa evidente è che chi viene chiamato risponde bene. E' bello vedere la disponibilità e la qualità che ci stanno mettendo tutti i ragazzi», ha detto Grosso il fine motivatore, abilissimo a far sentire tutti parte attiva di un progetto in costante crescita. Non è facile guardarsi alle spalle e trovare comodamente seduta in panchina gente come Floro e Nené, per non parlare di Brienza, Galano e Kozak ancora alle prese con un ritardo di condizione. Grosso, per ora, ha dimostrato con i fatti di trarre il meglio dalla rotazione dei suoi uomini migliori, e non abbiamo fondati motivi per credere che in futuro le cose non possano andare ancora meglio.
Discorso uguale e contrario per la difesa: il dato dice zero goal subiti dopo la fiera delle papere difensive vista ad Avellino contro il Frosinone. Un numero incoraggiante ma che va analizzato. Lo schieramento proposto dal tecnico riesce senza dubbio a coniugare con più profitto la naturale propensione offensiva del Bari e l'esigenza di restare più protetti dietro. Nelle ultime due gare il Bari ha concesso poco o niente agli avversari, ma se contro la Cremonese ci aveva pensato Gyomber a mettere una pezza sullo svarione difensivo di Marrone, contro la Ternana la terza linea biancorossa deve ringraziare esclusivamente la cattiva mira dal dischetto di Albadoro se l'ingenuità di Capradossi non ha rovinato la festa del San Nicola.
L'unica ombra che resta su una prestazione super e sulla prima continuità di risultati trovata dal Bari è legata ai soliti errori individuali che rischiano di macchiare un lavoro di reparto sempre mostratosi all'altezza di un attacco atomico. Un fattore difficilmente allenabile, su cui Grosso può lavorare esclusivamente infondendo una maggiore tranquillità ai suoi. Compito arduo, soprattutto in una piazza come Bari che si nutre di pressioni e aspettative; un altro esame per il giovane tecnico biancorosso, che sabato a La Spezia sarà chiamato a dimostrare di esser pronto a portare per mano Bari fuori dalla mediocrità in cui la città rischiava di annegare prima del suo arrivo. Un tentativo che, ribadiamo, merita tutta la pazienza e la fiducia di questo mondo.
Complimenti ai ragazzi, quindi, ma mai come in questo caso una parola in più va spesa per l'allenatore. Finito appena una settimana fa sulla graticola di una città impaziente, l'ex campione del Mondo ha scelto di riprendersi la fiducia della piazza mostrando il suo lato più coraggioso e quel pizzico di sconsiderata imprevedibilità che in molti casi segna il confine tra il successo e l'insuccesso.
Alla lettura delle distinte ufficiali in molti (ivi compreso lo scrivente) sono rimasti basiti dalla scelta di Grosso di tener fuori due cavalli di razza come Nené e Floro Flores che giocherebbero in stampelle anche la partitella del giovedì in tutte le altre squadre di B, in favore di Cissé e Iocolano, elementi che fino a sabato avevamo intravisto dallo spioncino e nulla più. Ha avuto fegato Grosso, che puntando sull'effetto sorpresa e su una pretattica magistralmente orchestrata dalle sue doti di abile dissimulatore è riuscito a sbarellare la difesa dell'Unicusano, mandata in campo da Pochesci quasi all'arma bianca in 3-4-3 ai limiti della sconsideratezza. Lo strapotere fisico e il killer instinct del guineano e l'imprevedibilità nello stretto di Iocolano hanno permesso al 3-5-2 predisposto dal tecnico biancorosso di trovare ampio respiro sulle fasce, dove campeggia sempre più alto il nome di Improta (cinque reti in campionato, quattro nelle ultime tre), bomber a sorpresa di una formazione che dopo lo shock subito contro il Venezia ha iniziato a macinare goal, trovando lucidità e freddezza nel concretizzare una straordinaria mole di gioco.
A Grosso, quindi, va dato il merito non solo di esser riuscito a trovare (si spera) una soluzione di gioco definitiva, con cui offendere senza rinunciare al famoso equilibrio di cui parla sempre il mister, ma anche di saper trarre il meglio dalla vastità di soluzioni a sua disposizione, soprattutto in attacco. «Abbiamo tante frecce nel nostro arco e posso decidere con tranquillità. La cosa evidente è che chi viene chiamato risponde bene. E' bello vedere la disponibilità e la qualità che ci stanno mettendo tutti i ragazzi», ha detto Grosso il fine motivatore, abilissimo a far sentire tutti parte attiva di un progetto in costante crescita. Non è facile guardarsi alle spalle e trovare comodamente seduta in panchina gente come Floro e Nené, per non parlare di Brienza, Galano e Kozak ancora alle prese con un ritardo di condizione. Grosso, per ora, ha dimostrato con i fatti di trarre il meglio dalla rotazione dei suoi uomini migliori, e non abbiamo fondati motivi per credere che in futuro le cose non possano andare ancora meglio.
Discorso uguale e contrario per la difesa: il dato dice zero goal subiti dopo la fiera delle papere difensive vista ad Avellino contro il Frosinone. Un numero incoraggiante ma che va analizzato. Lo schieramento proposto dal tecnico riesce senza dubbio a coniugare con più profitto la naturale propensione offensiva del Bari e l'esigenza di restare più protetti dietro. Nelle ultime due gare il Bari ha concesso poco o niente agli avversari, ma se contro la Cremonese ci aveva pensato Gyomber a mettere una pezza sullo svarione difensivo di Marrone, contro la Ternana la terza linea biancorossa deve ringraziare esclusivamente la cattiva mira dal dischetto di Albadoro se l'ingenuità di Capradossi non ha rovinato la festa del San Nicola.
L'unica ombra che resta su una prestazione super e sulla prima continuità di risultati trovata dal Bari è legata ai soliti errori individuali che rischiano di macchiare un lavoro di reparto sempre mostratosi all'altezza di un attacco atomico. Un fattore difficilmente allenabile, su cui Grosso può lavorare esclusivamente infondendo una maggiore tranquillità ai suoi. Compito arduo, soprattutto in una piazza come Bari che si nutre di pressioni e aspettative; un altro esame per il giovane tecnico biancorosso, che sabato a La Spezia sarà chiamato a dimostrare di esser pronto a portare per mano Bari fuori dalla mediocrità in cui la città rischiava di annegare prima del suo arrivo. Un tentativo che, ribadiamo, merita tutta la pazienza e la fiducia di questo mondo.