Caso Bari, Giancaspro è un fiume in piena: «Le tasse sono state pagate. Penalizzazione inammissibile»
Parla il presidente del club biancorosso dopo la penalizzazione: «Ricorso? Il TNF ha tolto serenità a chi valuterà le carte»
domenica 27 maggio 2018
15.37
È un fiume in piena il presidente del Bari, Comso Giancaspro, intervenuto stamattina in una conferenza stampa di quasi due ore per far chiarezza sui vari aspetti che hanno portato il Bari alla penalizzazione di due punti e a tutti i conseguenti disagi verificatisi prima dei playoff.
«Su di noi si è abbattuta una tempesta perfetta, e gli strascichi sono arrivati fino al finale di stagione - esordisce Giancaspro. A gennaio dissi ai ragazzi che da comandante li avrei tirati fuori dalla tempesta. Questa è una piazza bellissima, ma al contempo molto critica, che ha vissuto momenti drammatici nella sua storia. Bari non fa sconti, è diffidente; spesso si fa prendere dall'entusiasmo per poi deprimersi alle prime avvisaglie di crisi. Questo discorso ha fatto bene ai ragazzi, che hanno chiuso al sesto posto, con qualche rimpianto ma centrando l'obiettivo dei playoff. Questo è stato l'anno zero, con una rosa nuova e più giovane, con un allenatore come Grosso, un esordiente nel professionismo. Quest'anno chiudiamo con una rosa di proprietà che consta di ben 30 giocatori, che hanno irrobustito il bilancio patrimoniale della FC Bari, investendo la somma di 5 milioni. Abbiamo fatto in modo di creare un gruppo coeso che ci ha portato in alto. Merito al lavoro di Sogliano e Grosso: gestire professionisti di pari livello in maniera così sagace non era facile. Avere di fatto due squadre ci ha permesso di finire in crescendo. Ieri avremmo giocato i playoff con i soli Cissè e Andrada indisponibili. La sconfitta di Parma? Glisso; dico solo che il giorno dopo mi chiamò Zamparini invitandomi a far uscire un comunicato sui vari favoritismi registrati in tutto il campionato. Sono cose che non ho mai fatto e non farò; probabilmente monteremo un servizio su come sarebbe stata la B con il VAR».
«Vincere non è facile; chi lo dà per scontato sbaglia - continua il presidente. Noi abbiamo fatto il nostro dovere e dobbiamo essere fieri del lavoro svolto da ds, allenatore e giocatori. Come finirà non lo so; sicuramente disputeremo i playoff, che per uno strano caso vedono una coda inaspettata. I calendari sono stati varati il 28 marzo, e cambiare le date a pochi giorni dall'inizio è stata una forzatura. Di vicende giudiziarie non parlo perché non sono la persona più adatta per farlo; mi limito riportare l'incredulità mia e degli altri presidenti per lo slittamento dei playoff. Non si è tenuto conto innanzitutto delle esigenze sportive, ma soprattutto dei tre gradi di giudizio che non possono essere sostenuti nel giro di sette giorni. Non si può aspettare in venerdì - il termine con cui si saprà l'esito del ricorso - per capire se si giocherà a Bari o a Cittadella».
«Tutta la vicenda è stata un po' strana - commenta il patron del Bari entrando nei dettagli degli ultimi giorni - e io l'ho fatto presente agli organi competenti. Noi avevamo insistito perché il giudizio arrivasse entro il 15 maggio. La FC Bari ha sempre pagato tutte le tasse; i bilanci si possono consultare per verificarlo. È stata pagata l'IVA per 2 milioni più 1 milione di IRAP, altre imposte dirette ed indirette. Sono stati pagati anche tutti i fornitori più addirittura una rata del 2014 dovuta a una vecchia sponsorship. I conti di questi ultimi due anni e mezzo sono chiari e controllati».
«Non sono mancati gli scossoni: abbiamo perso 15 milioni dal 2014 e nel 2016 il club fu salvato dal socio di maggioranza. Il mio piano di risanamento va avanti, con contratti commerciali con società a carattere nazionale e addirittura estere. Andrò avanti nonostante tutto il fango che ci è stato gettato addosso. I soldi nel Bari sono sempre stati messi dal mio gruppo».
«Ho grande fiducia nella giustizia; sono certo che ne usciremo tutti a testa alta - continua Giancaspro in un vero e proprio flusso di coscienza. Le tensioni finanziarie ci sono state; da dopo il fallimento il Bari ha perso 15 milioni e per un club di B la perdita massima annuale non può essere superiore a 2 milioni. Ma da qui a parlare di fallimento ci passa il mare; quest'anno abbiamo - come detto prima - anche la possibilità di generare delle plusvalenze. Promozione? È il nostro obiettivo ma non è una cosa imprescindibile. Andremo comunque avanti con questa squadra. A prescindere dalla categoria non svenderemo i nostri prezzi pregiati; gli obiettivi che ci siamo dati prevedono un periodo di realizzazione dai 3 ai 5 anni».
Prima del deferimento e della conseguente Babele venutasi a creare, lo stesso Giancaspro aveva definito le voci di mancati pagamenti come delle fake news. «Mi riferivo al pagamento degli stipendi, che stati onorati. Questo è un fatto».
Sugli striscioni apparsi ieri in città, Giancaspro aggiunge: «Li ho visti in TV e non di persona. Non ho imposto a nessuno la mia presenza; mi farei da parte se la maggioranza me lo chiedesse. Morto di fame lo diventerò davvero se continuerò a immettere così tanti soldi nel club. Paparesta? Domani c'è l'udienza; balla uno 0,63%, che è in pegno».
Cosa accadrebbe se, in caso di giudizio sfavorevole anche in appello, il Bari dovesse giocare in casa del Cittadella? «Con i miei legali - annuncia il presidente - chiederemmo di valutare l'ipotesi di far giocare la partita in uno stadio più grande, come quelli di Padova o Vicenza. Peraltro alla squadra ospite spetta il 30% dell'incasso nelle partite playoff».
Sull'esito del ricorso Giancaspro non si sbilancia e, anzi, coglie l'occasione per fare qualche battuta al vetriolo. «Ci stiamo lavorando da ieri, m è impossibile fare previsioni, anche se il TNF ha tolto serenità a chi dovrà giudicare le carte. Trovo comunque inammissibile pensare a una penalizzazione a campionato in corso. Qualcuno non ha voluto giocare ad armi pari; il Bari non ha commesso alcun errore. Non saprei su un nuovo slittamento delle gare. Se ci fosse stato ancora Abodi non sarebbe successo tutto questo. Lui crede nel progetto Bari. Per lo stadio il nodo da sciogliere è il vincolo dello studio di Renzo Piano».
Infine una battuta su ds e allenatore: «Ho legato Sogliano e Grosso al Bari per altri due anni. Sono persone serie, con cui mi trovo bene e che non hanno riserve nei miei confronti. Penso che possano restare a prescindere da come andrà la stagione. Silenzio stampa dell'allenatore? Confida che le cose vengano chiarite».
«Su di noi si è abbattuta una tempesta perfetta, e gli strascichi sono arrivati fino al finale di stagione - esordisce Giancaspro. A gennaio dissi ai ragazzi che da comandante li avrei tirati fuori dalla tempesta. Questa è una piazza bellissima, ma al contempo molto critica, che ha vissuto momenti drammatici nella sua storia. Bari non fa sconti, è diffidente; spesso si fa prendere dall'entusiasmo per poi deprimersi alle prime avvisaglie di crisi. Questo discorso ha fatto bene ai ragazzi, che hanno chiuso al sesto posto, con qualche rimpianto ma centrando l'obiettivo dei playoff. Questo è stato l'anno zero, con una rosa nuova e più giovane, con un allenatore come Grosso, un esordiente nel professionismo. Quest'anno chiudiamo con una rosa di proprietà che consta di ben 30 giocatori, che hanno irrobustito il bilancio patrimoniale della FC Bari, investendo la somma di 5 milioni. Abbiamo fatto in modo di creare un gruppo coeso che ci ha portato in alto. Merito al lavoro di Sogliano e Grosso: gestire professionisti di pari livello in maniera così sagace non era facile. Avere di fatto due squadre ci ha permesso di finire in crescendo. Ieri avremmo giocato i playoff con i soli Cissè e Andrada indisponibili. La sconfitta di Parma? Glisso; dico solo che il giorno dopo mi chiamò Zamparini invitandomi a far uscire un comunicato sui vari favoritismi registrati in tutto il campionato. Sono cose che non ho mai fatto e non farò; probabilmente monteremo un servizio su come sarebbe stata la B con il VAR».
«Vincere non è facile; chi lo dà per scontato sbaglia - continua il presidente. Noi abbiamo fatto il nostro dovere e dobbiamo essere fieri del lavoro svolto da ds, allenatore e giocatori. Come finirà non lo so; sicuramente disputeremo i playoff, che per uno strano caso vedono una coda inaspettata. I calendari sono stati varati il 28 marzo, e cambiare le date a pochi giorni dall'inizio è stata una forzatura. Di vicende giudiziarie non parlo perché non sono la persona più adatta per farlo; mi limito riportare l'incredulità mia e degli altri presidenti per lo slittamento dei playoff. Non si è tenuto conto innanzitutto delle esigenze sportive, ma soprattutto dei tre gradi di giudizio che non possono essere sostenuti nel giro di sette giorni. Non si può aspettare in venerdì - il termine con cui si saprà l'esito del ricorso - per capire se si giocherà a Bari o a Cittadella».
«Tutta la vicenda è stata un po' strana - commenta il patron del Bari entrando nei dettagli degli ultimi giorni - e io l'ho fatto presente agli organi competenti. Noi avevamo insistito perché il giudizio arrivasse entro il 15 maggio. La FC Bari ha sempre pagato tutte le tasse; i bilanci si possono consultare per verificarlo. È stata pagata l'IVA per 2 milioni più 1 milione di IRAP, altre imposte dirette ed indirette. Sono stati pagati anche tutti i fornitori più addirittura una rata del 2014 dovuta a una vecchia sponsorship. I conti di questi ultimi due anni e mezzo sono chiari e controllati».
«Non sono mancati gli scossoni: abbiamo perso 15 milioni dal 2014 e nel 2016 il club fu salvato dal socio di maggioranza. Il mio piano di risanamento va avanti, con contratti commerciali con società a carattere nazionale e addirittura estere. Andrò avanti nonostante tutto il fango che ci è stato gettato addosso. I soldi nel Bari sono sempre stati messi dal mio gruppo».
«Ho grande fiducia nella giustizia; sono certo che ne usciremo tutti a testa alta - continua Giancaspro in un vero e proprio flusso di coscienza. Le tensioni finanziarie ci sono state; da dopo il fallimento il Bari ha perso 15 milioni e per un club di B la perdita massima annuale non può essere superiore a 2 milioni. Ma da qui a parlare di fallimento ci passa il mare; quest'anno abbiamo - come detto prima - anche la possibilità di generare delle plusvalenze. Promozione? È il nostro obiettivo ma non è una cosa imprescindibile. Andremo comunque avanti con questa squadra. A prescindere dalla categoria non svenderemo i nostri prezzi pregiati; gli obiettivi che ci siamo dati prevedono un periodo di realizzazione dai 3 ai 5 anni».
Prima del deferimento e della conseguente Babele venutasi a creare, lo stesso Giancaspro aveva definito le voci di mancati pagamenti come delle fake news. «Mi riferivo al pagamento degli stipendi, che stati onorati. Questo è un fatto».
Sugli striscioni apparsi ieri in città, Giancaspro aggiunge: «Li ho visti in TV e non di persona. Non ho imposto a nessuno la mia presenza; mi farei da parte se la maggioranza me lo chiedesse. Morto di fame lo diventerò davvero se continuerò a immettere così tanti soldi nel club. Paparesta? Domani c'è l'udienza; balla uno 0,63%, che è in pegno».
Cosa accadrebbe se, in caso di giudizio sfavorevole anche in appello, il Bari dovesse giocare in casa del Cittadella? «Con i miei legali - annuncia il presidente - chiederemmo di valutare l'ipotesi di far giocare la partita in uno stadio più grande, come quelli di Padova o Vicenza. Peraltro alla squadra ospite spetta il 30% dell'incasso nelle partite playoff».
Sull'esito del ricorso Giancaspro non si sbilancia e, anzi, coglie l'occasione per fare qualche battuta al vetriolo. «Ci stiamo lavorando da ieri, m è impossibile fare previsioni, anche se il TNF ha tolto serenità a chi dovrà giudicare le carte. Trovo comunque inammissibile pensare a una penalizzazione a campionato in corso. Qualcuno non ha voluto giocare ad armi pari; il Bari non ha commesso alcun errore. Non saprei su un nuovo slittamento delle gare. Se ci fosse stato ancora Abodi non sarebbe successo tutto questo. Lui crede nel progetto Bari. Per lo stadio il nodo da sciogliere è il vincolo dello studio di Renzo Piano».
Infine una battuta su ds e allenatore: «Ho legato Sogliano e Grosso al Bari per altri due anni. Sono persone serie, con cui mi trovo bene e che non hanno riserve nei miei confronti. Penso che possano restare a prescindere da come andrà la stagione. Silenzio stampa dell'allenatore? Confida che le cose vengano chiarite».