Caso FC Bari, l'accusa è di "ostacolo alla vigilanza". Indaga la Procura
La società di Gaincaspro secondo gli inquirenti sarebbe rea anche di "falso in atto pubblico". Nel mirino 3 dipendenti della Popolare di Bari
sabato 9 giugno 2018
15.50
"Ostacolo alla vigilanza" e "falso in atto pubblico": sarebbero queste le accuse mosse dalla Procura di Bari ai danni di Cosmo Giancaspro, presidente della FC Bari 1908. Sotto la lente d'ingrandimento degli inquirenti sarebbero finiti anche tre funzionari della Banca Popolare di Bari, che ha già fatto scattare l'indagine interna e che ieri ha fornito la massima collaborazione alla Guardia di Finanza durante l'ispezione eseguita negli uffici societari presso lo stadio San Nicola e in una filiale dell'istituto di credito, dove le Fiamme Gialle hanno acquisito i documenti necessari.
A condurre l'indagine di carattere penale sono i PM Giuseppe Dentamaro e Larissa Catella. La chiave di tutta l'inchiesta sono i "galeotti" modelli F24 che hanno fatto scattare la penalizzazione di due punti in classifica, con tutte le conseguenze sulla breve e deludente strada del Bari ai playoff.
L'ipotesi su cui lavorano gli inquirenti è quella secondo cui il patron del club biancorosso si sarebbe fatto aiutare dai tre dipendenti infedeli di BPB per far sì che alla COVISOC (la società che si occupa di vigilare sui conti delle squadre di calcio) risultasse che i pagamenti delle ritenute Irpef e dei contributi Inps fossero stati onorati entro la scadenza del 16 marzo. Secondo l'accusa, invece, la data di tali versamenti sarebbe il 6 aprile successivo, ben oltre quindi la deadline stabilita.
I presunti rei avrebbero quindi favorito dei documenti falsi agli ispettori federali. Sulla vicenda verrà fatta maggiore luce incrociando i dati bancari sui versamenti.
A condurre l'indagine di carattere penale sono i PM Giuseppe Dentamaro e Larissa Catella. La chiave di tutta l'inchiesta sono i "galeotti" modelli F24 che hanno fatto scattare la penalizzazione di due punti in classifica, con tutte le conseguenze sulla breve e deludente strada del Bari ai playoff.
L'ipotesi su cui lavorano gli inquirenti è quella secondo cui il patron del club biancorosso si sarebbe fatto aiutare dai tre dipendenti infedeli di BPB per far sì che alla COVISOC (la società che si occupa di vigilare sui conti delle squadre di calcio) risultasse che i pagamenti delle ritenute Irpef e dei contributi Inps fossero stati onorati entro la scadenza del 16 marzo. Secondo l'accusa, invece, la data di tali versamenti sarebbe il 6 aprile successivo, ben oltre quindi la deadline stabilita.
I presunti rei avrebbero quindi favorito dei documenti falsi agli ispettori federali. Sulla vicenda verrà fatta maggiore luce incrociando i dati bancari sui versamenti.