Con il cuore oltre gli errori, il Bari si prende una finale meritata
La vittoria con la Carrarese fa emergere le doti caratteriali della squadra al di là dei limiti e delle paure della ripresa
sabato 18 luglio 2020
10.27
Brutto, sporco, cattivo e vincente. Il Bari questa finale playoff se l'è letteralmente andata a prendere, con la forza del cuore e dei nervi, dopo una partita prima vinta, poi pareggiata e alla fine quasi persa. Nel 2-1 alla Carrarese firmato Simeri al 119' c'è l'essenza di una partita logica nella sua pazzia.
Può sembrare un ossimoro, ma non lo è. Anzi. Bari - Carrarese è l'esposizione pedissequa del copione arci-noto di questa rocambolesca stagione biancorossa. I toscani, squadra tosta come il tecnico Baldini, partono forti, con la staffilata di Tedeschi al 2' che stampa la traversa e un Bari guardingo e un po' intimorito. Le scelte di Vivarini (27 risultati utili di fila, gran numero nonostante paure ed errori) all'inizio stupiscono, ma poi appaiono chiare. Fuori Costa, dentro Perrotta: un terzino bloccato per mettere guinzaglio e museruola alle pericolose frecce esterne della Carrarese; Valente e Calderini sono clienti da prendere con le molle.
A centrocampo il mister dei galletti si priva ancora una volta di Maita, preferito a un Hamlili in netto ritardo di condizione, ma si affida saggiamente alle geometrie di Schiavone e alla mobilità di Scavone, apparso in crescita rispetto all'uscita precedente con la Ternana. Fiducia al lottatore Costantino in avanti, e l'ex Triestina risponde con una prova generosa, magari non sempre lucida, ma di grande carattere al fianco dell'intermittente Antenucci.
Insomma, un assetto semi inedito che, però, paga: smaltite le sfuriate iniziali dei marmigeri, il Bari trova il vantaggio al 20' con l'arma da fermo, grazie alla capoccia di capitan Di Cesare che batte Forte da corner.
Sembra tutto in discesa, ma il vecchio vizio è duro a morire. Vivarini apre la ripresa richiamando lo spento Hamlili per il molto più dinamico Maita, e dopo il brivido in avvio con Calderini che centra il palo, appare in controllo della gara. Troppo in controllo, tant'è che il tecnico toglie uno scarico Laribi (spreca il raddoppio a fine primo tempo) per Terrani, ma soprattutto Scavone per Berra. Costa per Di Cesare e Simeri per Costantino completano il 5-3-2 con cui il tecnico prova a proteggere il vantaggio, consegnandosi alle iniziative ospiti. Dopo la traversa di Antenucci al 33', il Bari sparisce dal campo; Baldini ne approfitta e con i subentrati Caccavallo e Piscopo confeziona il pari al 92' che sa di beffa.
La buona notizia per il Bari è la reazione nei supplementari. Paradossalmente, i biancorossi con l'acqua alla gola giocano meglio, abbandonano le paure e la vincono, mostrando una personalità mai vista o quasi. Serve il bolide di Tavano disinnescato da Frattali in apertura di extra time per suonare la carica. Prima Simeri, poi due volte Terrani si fanno ipotizzare da Forte, prima che il numero 9 si faccia perdonare piazzandola di prima in rete su bel cross di Costa, entrato in formato diesel nella partita più importante della stagione. I due cambi a partita in corso che Vivarini aveva tenuto in caldo, e che si sono rivelati decisivi. Bene Berra, che entra per difendere il risultato e nei supplementari aiuta la squadra a tenere lontane le offensive della Carrarese con la sua struttura fisica.
Al 120', dopo la maxi rissa e l'espulsione di un Caccavallo senza freni inibitori, è festa Bari. La vittoria più difficile, più sofferta, più bella. La vittoria che dà carica e morale alla truppa di Vivarini, capace di oltrepassare errori e limiti mentali per andarsi a prendere, con merito, il traguardo più ambito. D'altra parte in queste partite contano poco i sofismi e molto di più i risultati, soprattutto se arrivano così. Mercoledì sarà ultimo atto in casa della Reggiana, dentro o fuori decisivo di una stagione sulle montagne russe, che potrebbe concludersi con la più amara delle delusioni o col più dolce dei finali.