Crisi Bari, i Seguaci della Nord scrivono una lettera aperta
L'invito alla squadra ad un impegno maggiore, mentre la società deve far chiarezza sugli obiettivi
lunedì 5 febbraio 2018
13.34
Lo avevamo scritto sabato scorso e lo ribadiamo alla luce di quanto sta accadendo nell'ambiente della tifoseria barese in queste ore: ci vuole impegno da parte dei calciatori e chiarezza da parte dell'FC Bari 1908 sugli obiettivi e sulla visione del futuro anche da un punto di vista sportivo. I progetti sullo stadio sono importantissimi, ma anche dal campo e dallo spogliatoio occorrono risposte concrete.
I Seguaci della Nord, gruppo portante della curva biancorossa, ha deciso di scrivere una lettera aperta alla città, ma anche a tutte le componenti del Bari calcio. Noi ve la riportiamo quasi integralmente (abbiamo omesso solo un passaggio finale molto duro, che rafforza i concetti già espressi nel corpo della lettera, ndr) , poiché pensiamo che fotografi benissimo il momento interiore dei supporters dei galletti. In 700 anche a Venezia, dopo uno 0-4 interno, tutti gli sportivi baresi (non solo gli ultras), che vivono nel capoluogo o fuori per motivi di lavoro (ce ne erano tanti anche in laguna), chiedono rinnovato rispetto. Noi speriamo che tutto resti sempre nell'ambito di una civile presa di posizione, da tifosi che pagano il biglietto, senza mai sfociare in atti che nulla hanno a che vedere col mondo dello sport, ma comprendiamo lo sfogo. Ecco quanto scrivono i ragazzi del gruppo in un post pubblicato anche su Facebook.
«Mai avremmo voluto scrivere queste parole, ma le circostanze ci inducono a farlo. Fino a due giorni fa, la pazienza, l'ascolto e la credibilità nei confronti di squadra e società sono stati elementi e valori che hanno prevalso sui risultati negativi che generavano rabbia e delusione in una piazza stanca di aspettare di tornare a giocare là dove i numeri e la storia ci dicono che dovrebbe essere.
Solo la scorsa settimana avevamo chiesto il massimo impegno affinché si potessero evitare ulteriori figure di merda. Purtroppo, i tre goal in '45 presi a Venezia ci spingono a inasprire la nostra linea, coerentemente con quanto detto a inizio stagione. Pertanto, calciatori, allenatore e dirigenza al completo, per la Curva Nord e per tutti i veri tifosi del Bari, sono tutti in discussione.
A cominciare dal Direttore Sportivo, che ha movimentato, tra entrate e uscite, 104 calciatori in soli due anni. Lo stesso Direttore Sportivo che a volte ha deciso di far passare qualcuno per "colpevole" pur di tutelare la sua figura agli occhi della piazza e di una presidenza che, oltre ad aver l'obbligo di essere schietta e sincera con la tifoseria, dovrebbe avere più polso nei confronti di tutti i suoi tesserati.
Passiamo all'allenatore: deve imparare a gestire meglio i contenuti delle dichiarazioni post partita, magari utilizzando una terminologia che non lasci spazio a polemiche o incomprensioni con gli stessi calciatori. Capiamo benissimo che sia difficile gestire una rosa molto ampia, con tutti i problemi che ne derivano (gestione gruppo e formazione, su tutti)... Bari, però, non ha bisogno di gente remissiva; Bari è una piazza che vorrebbe vedere negli occhi di Grosso la stessa determinazione mostrata nei secondi che hanno preceduto il rigore decisivo contro la Francia, nella finale del mondiale del 2006.
Capitolo calciatori: la maglia del Bari ha 110 anni di storia; Bari è una piazza importante che dà tutto ma che esige rispetto e professionalità da parte dei suoi tesserati. Foste una squadra mediocre, non avremmo mai usato queste parole e ci saremmo attenuti ai tre anni di tempo richiesti per poter centrare l'obbiettivo, ma lo facciamo perché crediamo che - una squadra prima in classifica fino a poche settimane fa - non può e non deve mollare, soprattutto con 18 gare ancora da affrontare.
D'ora in avanti, oltre a seguire con ancora più vigore le vicissitudini della FC Bari, non vi sarà più perdonato nulla: la nostra pazienza è finita».
Seguaci della Nord Bari
I Seguaci della Nord, gruppo portante della curva biancorossa, ha deciso di scrivere una lettera aperta alla città, ma anche a tutte le componenti del Bari calcio. Noi ve la riportiamo quasi integralmente (abbiamo omesso solo un passaggio finale molto duro, che rafforza i concetti già espressi nel corpo della lettera, ndr) , poiché pensiamo che fotografi benissimo il momento interiore dei supporters dei galletti. In 700 anche a Venezia, dopo uno 0-4 interno, tutti gli sportivi baresi (non solo gli ultras), che vivono nel capoluogo o fuori per motivi di lavoro (ce ne erano tanti anche in laguna), chiedono rinnovato rispetto. Noi speriamo che tutto resti sempre nell'ambito di una civile presa di posizione, da tifosi che pagano il biglietto, senza mai sfociare in atti che nulla hanno a che vedere col mondo dello sport, ma comprendiamo lo sfogo. Ecco quanto scrivono i ragazzi del gruppo in un post pubblicato anche su Facebook.
«Mai avremmo voluto scrivere queste parole, ma le circostanze ci inducono a farlo. Fino a due giorni fa, la pazienza, l'ascolto e la credibilità nei confronti di squadra e società sono stati elementi e valori che hanno prevalso sui risultati negativi che generavano rabbia e delusione in una piazza stanca di aspettare di tornare a giocare là dove i numeri e la storia ci dicono che dovrebbe essere.
Solo la scorsa settimana avevamo chiesto il massimo impegno affinché si potessero evitare ulteriori figure di merda. Purtroppo, i tre goal in '45 presi a Venezia ci spingono a inasprire la nostra linea, coerentemente con quanto detto a inizio stagione. Pertanto, calciatori, allenatore e dirigenza al completo, per la Curva Nord e per tutti i veri tifosi del Bari, sono tutti in discussione.
A cominciare dal Direttore Sportivo, che ha movimentato, tra entrate e uscite, 104 calciatori in soli due anni. Lo stesso Direttore Sportivo che a volte ha deciso di far passare qualcuno per "colpevole" pur di tutelare la sua figura agli occhi della piazza e di una presidenza che, oltre ad aver l'obbligo di essere schietta e sincera con la tifoseria, dovrebbe avere più polso nei confronti di tutti i suoi tesserati.
Passiamo all'allenatore: deve imparare a gestire meglio i contenuti delle dichiarazioni post partita, magari utilizzando una terminologia che non lasci spazio a polemiche o incomprensioni con gli stessi calciatori. Capiamo benissimo che sia difficile gestire una rosa molto ampia, con tutti i problemi che ne derivano (gestione gruppo e formazione, su tutti)... Bari, però, non ha bisogno di gente remissiva; Bari è una piazza che vorrebbe vedere negli occhi di Grosso la stessa determinazione mostrata nei secondi che hanno preceduto il rigore decisivo contro la Francia, nella finale del mondiale del 2006.
Capitolo calciatori: la maglia del Bari ha 110 anni di storia; Bari è una piazza importante che dà tutto ma che esige rispetto e professionalità da parte dei suoi tesserati. Foste una squadra mediocre, non avremmo mai usato queste parole e ci saremmo attenuti ai tre anni di tempo richiesti per poter centrare l'obbiettivo, ma lo facciamo perché crediamo che - una squadra prima in classifica fino a poche settimane fa - non può e non deve mollare, soprattutto con 18 gare ancora da affrontare.
D'ora in avanti, oltre a seguire con ancora più vigore le vicissitudini della FC Bari, non vi sarà più perdonato nulla: la nostra pazienza è finita».
Seguaci della Nord Bari