Cuore e nervi più di gioco e idee. Il Bari a un passo dalla C
La vittoria contro il Portici ha la faccia di Simeri e scaccia un bel po' di fantasmi. A Troina sarà festa?
lunedì 15 aprile 2019
9.46
In una partita la fotografia di un intero girone: poche idee, manovra che latita, vittoria portata a casa con i nervi e con il cuore. Il Bari batte il Portici 2-1 al San Nicola e prenota il viaggio di sola andata per la Serie C. Che sofferenza, però: la sblocca Simeri a 10' dalla fine, con una capocciata su assist di Floriano che porta via tutta una serie di fantasmi che dopo la sconfitta contro la Nocerina si erano addensati sui biancorossi. Sì, perché la squadra di Cornacchini ha dovuto dare fondo veramente a tutte le energie rimaste nel serbatoio per avere ragione di un avversario gagliardo, ma infinitamente inferiore dal punto di vista tecnico rispetto ai biancorossi.
Il Bari arriva nel secondo tempo e in questo finale di stagione con la lingua da fuori: «Ci manca brillantezza, stiamo pagando l'inizio in ritardo», ha spiegato Cornacchini nel post gara. Tutto il girone di ritorno è stato caratterizzato da un eccesso di sofferenza per i biancorossi: un po' perché la spia della riserva si è accesa dopo Natale, un po' perché gli avversari pian piano hanno preso un minimo di misure alla squadra biancorossa, un po' perché il primato logora - come ha detto Cornacchini.
Una serie di congiunture che ha reso la seconda parte di stagione più complessa della prima per il Bari: la manovra corale non è mai stata il pezzo forte di Cornacchini, e quando anche i singoli hanno avvertito il fisiologico calo per il Bari il campionato non è stato più un attraversare la passerella sul tappeto rosso. La flessione di Floriano, l'impiego saltuario di Brienza, la stella di Bolzoni e Hamlili che pian piano si è affievolita in mezzo al campo. Un'addizione di addendi che ha fatto emergere le criticità del gioco-non-gioco di Cornacchini, che ha sempre (per sua stessa ammissione) preferito fare all-in sulle sue punte di diamante.
L'assenza di Simeri, poi, ha fatto il resto. Già, quel bomber che esulta come il gallo e che ogni tanto perde la testa. Stavolta, però, la testa l'ha usata nel modo giusto: in quella girata sul lampo di Floriano c'è il senso di liberazione di un singolo e di tutta la squadra, la folata di vento che spazza via una settimana di mugugni e polemiche. Quanto è mancato il gallo nell'ultimo mese e mezzo: prima i tormenti alla coscia, poi la squalifica per le intemperanze di Palmi. «Un goal per chiedere scusa a tutti», ha detto Simeri nel post gara. Il goal del vero bomber, che si fa trovare pronto quando più c'è bisogno di lui. Si è caricato la squadra sulle spalle, Simeri, e ha messo dentro la palla più importante della stagione. E l'ha fatto dopo il pareggio di Michele Di Prisco, fratello della sua futura moglie. Altra coincidenza strana in una domenica di denti stretti e sospiri.
Niente gioco, idee che scarseggiano; al Bari bastano cuore, nervi e un goleador ritrovato per portarsi a -2 dal traguardo promozione. Destino beffardo, che si diverte a giocare con i sentimenti: la matematica arriverà proprio a Troina? Saranno il paese e il campo diventati simbolo della sciagura sportiva della Serie D a mettere la parola fine sul purgatorio biancorosso? Chissà. Basta aspettare fino a giovedì per scoprirlo.
Il Bari arriva nel secondo tempo e in questo finale di stagione con la lingua da fuori: «Ci manca brillantezza, stiamo pagando l'inizio in ritardo», ha spiegato Cornacchini nel post gara. Tutto il girone di ritorno è stato caratterizzato da un eccesso di sofferenza per i biancorossi: un po' perché la spia della riserva si è accesa dopo Natale, un po' perché gli avversari pian piano hanno preso un minimo di misure alla squadra biancorossa, un po' perché il primato logora - come ha detto Cornacchini.
Una serie di congiunture che ha reso la seconda parte di stagione più complessa della prima per il Bari: la manovra corale non è mai stata il pezzo forte di Cornacchini, e quando anche i singoli hanno avvertito il fisiologico calo per il Bari il campionato non è stato più un attraversare la passerella sul tappeto rosso. La flessione di Floriano, l'impiego saltuario di Brienza, la stella di Bolzoni e Hamlili che pian piano si è affievolita in mezzo al campo. Un'addizione di addendi che ha fatto emergere le criticità del gioco-non-gioco di Cornacchini, che ha sempre (per sua stessa ammissione) preferito fare all-in sulle sue punte di diamante.
L'assenza di Simeri, poi, ha fatto il resto. Già, quel bomber che esulta come il gallo e che ogni tanto perde la testa. Stavolta, però, la testa l'ha usata nel modo giusto: in quella girata sul lampo di Floriano c'è il senso di liberazione di un singolo e di tutta la squadra, la folata di vento che spazza via una settimana di mugugni e polemiche. Quanto è mancato il gallo nell'ultimo mese e mezzo: prima i tormenti alla coscia, poi la squalifica per le intemperanze di Palmi. «Un goal per chiedere scusa a tutti», ha detto Simeri nel post gara. Il goal del vero bomber, che si fa trovare pronto quando più c'è bisogno di lui. Si è caricato la squadra sulle spalle, Simeri, e ha messo dentro la palla più importante della stagione. E l'ha fatto dopo il pareggio di Michele Di Prisco, fratello della sua futura moglie. Altra coincidenza strana in una domenica di denti stretti e sospiri.
Niente gioco, idee che scarseggiano; al Bari bastano cuore, nervi e un goleador ritrovato per portarsi a -2 dal traguardo promozione. Destino beffardo, che si diverte a giocare con i sentimenti: la matematica arriverà proprio a Troina? Saranno il paese e il campo diventati simbolo della sciagura sportiva della Serie D a mettere la parola fine sul purgatorio biancorosso? Chissà. Basta aspettare fino a giovedì per scoprirlo.