Da eroe a unico colpevole. Il triste destino di Fabio Grosso nella volubile Bari
I biancorossi tornano da Pescara con un pareggio-beffa. Ma in classifica nulla è compromesso
domenica 15 aprile 2018
12.12
Il Bari maestro di ghiotte occasioni gettate alle ortiche. La stagione 2017/2018 del biancorossi verrà ricordata probabilmente per il mancato salto di qualità del Galletto ogni volta che se n'è presentata l'opportunità. L'ultima in ordine di tempo ieri a Pescara, quando i biancorossi si sono fatti rimontare sul 2-2 dai locali (in 10) al 94', dissipando il vantaggio di 0-2 maturato con un primo tempo di buona qualità.
Sul banco degli imputati è finito ancora una volta il tecnico Fabio Grosso, reo di aver subito un'altra beffa dopo quella della settimana scorsa in casa con la Salernitana. Sui social e negli ambienti tifosi della città è subito partito il solito tam-tam: «Grosso vattene», «Non lo vogliamo vedere l'anno prossimo sulla panchina del Bari» e così via (con termini spesso non così edulcorati). Il colpevole è stato individuato ancora nell'allenatore, anche dopo una partita che se fosse finita al 93' sarebbe stata accompagnata quasi certamente da disamine trionfalistiche e da celebrazioni pubbliche.
Commenti ben diversi da quelli che si leggevano e ascoltavano quando, prima di Natale, la squadra veleggiava al secondo posto in classifica e tutto sembrava procedere nella direzione migliore. La vera colpa di Grosso? Aver creato con i fatti troppe aspettative tra una tifoseria che ad agosto si popolava di novelle Cassandra pronte a pronosticare una stagione di stenti nei bassifondi della graduatoria. Più che la continuità sul campo sono mancati senso della misura ed equilibrio nei giudizi, lì dove chi oggi critica appena quattro mesi fa era convinto che il Bari potesse andare ad assaltare l'Empoli in punta di fioretto per il primo posto finale.
Che Bari sia una piazza volubile non lo scopriamo adesso, e che le occasioni per spiccare definitivamente il volo andate perdute siano tante è un'altra verità incontrovertibile. Eppure i fatti (tangibili, concreti, al di sopra di ogni ragionevole dubbio) impongono altre riflessioni da cui non possiamo e non dobbiamo sottrarci. Se il Bari piange per i tanti rimpianti accumulati, è altrettanto vero che le altre non ridono. A cominciare dal Palermo e dall'allenatore Tedino, che dopo il pari interno con la Cremonese vede la sua panchina scricchiolare pericolosamente. Stesso dicasi per Frosinone (che non sa più vincere) e Parma, bloccato sullo 0-0 interno dal Cittadella.
Ecco, dunque, che la classifica si presenta uguale a quella di sette giorni fa: Bari quinto a -2 dal quarto posto del Parma e a -4 dalla coppia di seconde Palermo-Frosinone. L'unica differenza per i biancorossi è aver messo un punto di distanza tra sé e il Perugia, sconfitto nel frattempo dall'Avellino e capace di fermare a sua volta il minaccioso Venezia sull'1-1.
Una situazione tutt'altro che catastrofica, anzi... Le carte non sono ancora state scoperte, in attesa del turno infrasettimanale che vedrà il Bari ospitare il Novara prima del viaggio a Foggia per il derby di sabato prossimo. Un calendario non certamente in discesa, ma che metterà il destino di Grosso e dei suoi nelle loro mani, con la possibilità di giocarsi tutto negli scontri diretti finali contro Palermo, Perugia e Parma. Sembrerebbe, quindi, opportuno mettere da parte per un mesetto il saliscendi emotivo che caratterizza una piazza estremamente complicata come Bari, per provare a ritrovare quella unità d'intenti che serve per centrare un quarto posto che sembra alla portata, e magari sperare anche in qualcosa di più. L'impresa non è semplice, ma la golosità dell'obiettivo impone a tutti di crederci fino in fondo e remare nella stessa direzione. Un'esperienza che, tutto sommato, può anche rivelarsi piacevole.
Sul banco degli imputati è finito ancora una volta il tecnico Fabio Grosso, reo di aver subito un'altra beffa dopo quella della settimana scorsa in casa con la Salernitana. Sui social e negli ambienti tifosi della città è subito partito il solito tam-tam: «Grosso vattene», «Non lo vogliamo vedere l'anno prossimo sulla panchina del Bari» e così via (con termini spesso non così edulcorati). Il colpevole è stato individuato ancora nell'allenatore, anche dopo una partita che se fosse finita al 93' sarebbe stata accompagnata quasi certamente da disamine trionfalistiche e da celebrazioni pubbliche.
Commenti ben diversi da quelli che si leggevano e ascoltavano quando, prima di Natale, la squadra veleggiava al secondo posto in classifica e tutto sembrava procedere nella direzione migliore. La vera colpa di Grosso? Aver creato con i fatti troppe aspettative tra una tifoseria che ad agosto si popolava di novelle Cassandra pronte a pronosticare una stagione di stenti nei bassifondi della graduatoria. Più che la continuità sul campo sono mancati senso della misura ed equilibrio nei giudizi, lì dove chi oggi critica appena quattro mesi fa era convinto che il Bari potesse andare ad assaltare l'Empoli in punta di fioretto per il primo posto finale.
Che Bari sia una piazza volubile non lo scopriamo adesso, e che le occasioni per spiccare definitivamente il volo andate perdute siano tante è un'altra verità incontrovertibile. Eppure i fatti (tangibili, concreti, al di sopra di ogni ragionevole dubbio) impongono altre riflessioni da cui non possiamo e non dobbiamo sottrarci. Se il Bari piange per i tanti rimpianti accumulati, è altrettanto vero che le altre non ridono. A cominciare dal Palermo e dall'allenatore Tedino, che dopo il pari interno con la Cremonese vede la sua panchina scricchiolare pericolosamente. Stesso dicasi per Frosinone (che non sa più vincere) e Parma, bloccato sullo 0-0 interno dal Cittadella.
Ecco, dunque, che la classifica si presenta uguale a quella di sette giorni fa: Bari quinto a -2 dal quarto posto del Parma e a -4 dalla coppia di seconde Palermo-Frosinone. L'unica differenza per i biancorossi è aver messo un punto di distanza tra sé e il Perugia, sconfitto nel frattempo dall'Avellino e capace di fermare a sua volta il minaccioso Venezia sull'1-1.
Una situazione tutt'altro che catastrofica, anzi... Le carte non sono ancora state scoperte, in attesa del turno infrasettimanale che vedrà il Bari ospitare il Novara prima del viaggio a Foggia per il derby di sabato prossimo. Un calendario non certamente in discesa, ma che metterà il destino di Grosso e dei suoi nelle loro mani, con la possibilità di giocarsi tutto negli scontri diretti finali contro Palermo, Perugia e Parma. Sembrerebbe, quindi, opportuno mettere da parte per un mesetto il saliscendi emotivo che caratterizza una piazza estremamente complicata come Bari, per provare a ritrovare quella unità d'intenti che serve per centrare un quarto posto che sembra alla portata, e magari sperare anche in qualcosa di più. L'impresa non è semplice, ma la golosità dell'obiettivo impone a tutti di crederci fino in fondo e remare nella stessa direzione. Un'esperienza che, tutto sommato, può anche rivelarsi piacevole.