Da giornata interlocutoria a possibile turning point. La stagione del Bari a una svolta?
La vittoria sofferta contro la Sicula Leonzio manda i biancorossi allo scontro diretto con la Reggina con slancio e punti interrogativi
giovedì 23 gennaio 2020
10.16
Doveva essere una giornata senza troppi scossoni, e invece il recupero infrasettimanale del primo turno di ritorno della serie C girone C si trasforma in un potenziale momento di svolta. La Reggina vede materializzarsi i peggiori fantasmi della crisi, già intravisti nelle prime due uscite del 2020, facendosi rimontare in casa dalla Virtus Francavilla fino al finale di 1-2, mentre Bari e Ternana battono fra le mura amiche rispettivamente Sicula Leonzio (1-0) e Rieti (3-0) e si portano a -6 dalla vetta. Sembrava imbattibile la squadra di Toscano fino a un mese e mezzo fa, ma in tre partite ha regalato quattro punti alle inseguitrici, e domenica c'è lo scontro diretto con il Bari al Granillo che, forse, può essere svolta della stagione.
Ma, a parte la gioia per la vittoria e il primo accenno concreto di rimonta, come ci arriva il Bari? Con qualche certezza in più ma non senza i dubbi di sempre. Il successo contro la piccola Sicula Leonzio al San Nicola, firmato da un Simeri in formato super, non nasconde sotto il tappeto la polvere di una squadra che ancora fa fatica a salire quell'ultimo gradino, psicologico ancorché tecnico. Primo tempo da sei striminzito, ripresa di troppa sofferenza al cospetto di un avversario modesto, ma che avrebbe meritato di uscire dal San Nicola con almeno un punto.
Che non sarebbe stata una serata semplice lo si era capito già intorno al 10', quando Lescano centra in pieno l'incrocio con un colpo di testa schiacciato, lasciato completamente solo in area da Perrotta e con Sabbione provvidenziale nel toccare il pallone per mandarlo sul palo. Il Bari prova a prendere il pallino del gioco in mano, ma contro il 3-5-2 compatto predisposto dal molfettese Vito Grieco per i bianconeri i galletti fanno molta fatica a trovare gli spazi. Nei primi 45' comunque si è vista una manovra non disprezzabile da parte del Bari, che a centrocampo sta provando a trovare una quadra alternativa. Subito Laribi in campo; l'italo-tunisino, arrivato 48 ore fa, ha un buon impatto sulla partita giocando alle spalle delle punte, poi finisce per spegnersi gradualmente, anche a causa di una condizione fisica alterata dall'impiego discontinuo a Empoli. Nota positiva è certamente Schiavone, che riportato nel suo ruolo di regista "atipico" garantisce una buona dose d'ordine in mezzo, senza disdegnare qualche percussione interessante che lo proietta in posizione di suggeritore. Maita strappa consensi all'esordio, con una prestazione di tanta generosità ma anche discreta qualità, con l'assist decisivo per Simeri, Scavone si vede più nel lavoro sporco che in costruzione o inserimento.
Per il resto è veramente poca cosa: ci pensa al 39' un Simeri caparbio e cattivo a decidere una partita condizionata dal freddo e dalla stanchezza dell'impegno ravvicinato. Trovato il goal, il Bari si siede gradualmente nella ripresa, tenendo bloccati Costa e Corsinelli (prestazione sottotono per i due terzini) e lasciando alla Sicula l'iniziativa del gioco. Solo lo "scongelato" Kupisz, entrato negli ultimi secondi, alla fine tiene in piedi la baracca chiudendo in scivolata su Sicurella. Insomma, c'è sempre da soffrire: il Bari ha un'atavica allergia a chiudere le partite, nonché una certa tendenza a controllare il vantaggio minimo, pur non avendo la qualità sufficiente nel palleggio.
Stavolta, come contro il Rieti, è andata bene, ma Vivarini non smette di insistere sul bisogno della squadra di fare l'upgrade mentale che ancora manca. «Dobbiamo esaltarci», la formula usata dal tecnico nel post gara per edulcorare la sindrome da "braccino" di cui soffre la squadra. L'occasione per mettersi alle spalle paure e insicurezze, fortunatamente per il Bari, arriverà già fra tre giorni. Il 26 gennaio c'è uno scontro diretto che per i biancorossi può davvero rappresentare il punto di svolta della stagione. Vincendo, e andando a -3 dalla vetta, si riaprirebbero scenari che sembravano inimmaginabili fino a dicembre. Dalla sua il Bari ha la trazione di chi insegue di slancio e il bisogno da una parte di seminare una Ternana concreta e arcigna, e dall'altra il dovere di provare a riaprire concretamente il discorso promozione diretta. Servirà un pizzico di quella maturità che a questa squadra finora è mancata sul più bello, ma che forse sta solo riposando sotto la cenere in attesa del momento decisivo.
Ma, a parte la gioia per la vittoria e il primo accenno concreto di rimonta, come ci arriva il Bari? Con qualche certezza in più ma non senza i dubbi di sempre. Il successo contro la piccola Sicula Leonzio al San Nicola, firmato da un Simeri in formato super, non nasconde sotto il tappeto la polvere di una squadra che ancora fa fatica a salire quell'ultimo gradino, psicologico ancorché tecnico. Primo tempo da sei striminzito, ripresa di troppa sofferenza al cospetto di un avversario modesto, ma che avrebbe meritato di uscire dal San Nicola con almeno un punto.
Che non sarebbe stata una serata semplice lo si era capito già intorno al 10', quando Lescano centra in pieno l'incrocio con un colpo di testa schiacciato, lasciato completamente solo in area da Perrotta e con Sabbione provvidenziale nel toccare il pallone per mandarlo sul palo. Il Bari prova a prendere il pallino del gioco in mano, ma contro il 3-5-2 compatto predisposto dal molfettese Vito Grieco per i bianconeri i galletti fanno molta fatica a trovare gli spazi. Nei primi 45' comunque si è vista una manovra non disprezzabile da parte del Bari, che a centrocampo sta provando a trovare una quadra alternativa. Subito Laribi in campo; l'italo-tunisino, arrivato 48 ore fa, ha un buon impatto sulla partita giocando alle spalle delle punte, poi finisce per spegnersi gradualmente, anche a causa di una condizione fisica alterata dall'impiego discontinuo a Empoli. Nota positiva è certamente Schiavone, che riportato nel suo ruolo di regista "atipico" garantisce una buona dose d'ordine in mezzo, senza disdegnare qualche percussione interessante che lo proietta in posizione di suggeritore. Maita strappa consensi all'esordio, con una prestazione di tanta generosità ma anche discreta qualità, con l'assist decisivo per Simeri, Scavone si vede più nel lavoro sporco che in costruzione o inserimento.
Per il resto è veramente poca cosa: ci pensa al 39' un Simeri caparbio e cattivo a decidere una partita condizionata dal freddo e dalla stanchezza dell'impegno ravvicinato. Trovato il goal, il Bari si siede gradualmente nella ripresa, tenendo bloccati Costa e Corsinelli (prestazione sottotono per i due terzini) e lasciando alla Sicula l'iniziativa del gioco. Solo lo "scongelato" Kupisz, entrato negli ultimi secondi, alla fine tiene in piedi la baracca chiudendo in scivolata su Sicurella. Insomma, c'è sempre da soffrire: il Bari ha un'atavica allergia a chiudere le partite, nonché una certa tendenza a controllare il vantaggio minimo, pur non avendo la qualità sufficiente nel palleggio.
Stavolta, come contro il Rieti, è andata bene, ma Vivarini non smette di insistere sul bisogno della squadra di fare l'upgrade mentale che ancora manca. «Dobbiamo esaltarci», la formula usata dal tecnico nel post gara per edulcorare la sindrome da "braccino" di cui soffre la squadra. L'occasione per mettersi alle spalle paure e insicurezze, fortunatamente per il Bari, arriverà già fra tre giorni. Il 26 gennaio c'è uno scontro diretto che per i biancorossi può davvero rappresentare il punto di svolta della stagione. Vincendo, e andando a -3 dalla vetta, si riaprirebbero scenari che sembravano inimmaginabili fino a dicembre. Dalla sua il Bari ha la trazione di chi insegue di slancio e il bisogno da una parte di seminare una Ternana concreta e arcigna, e dall'altra il dovere di provare a riaprire concretamente il discorso promozione diretta. Servirà un pizzico di quella maturità che a questa squadra finora è mancata sul più bello, ma che forse sta solo riposando sotto la cenere in attesa del momento decisivo.