Ennesima prova di forza, il Natale in casa Bari è ricco di sorrisi
I biancorossi vincono in dieci contro il Potenza e mandano un messaggio chiaro al campionato
giovedì 23 dicembre 2021
1.12
Trentadue denti ben in vista. È la dimensione dei sorrisi natalizi in casa SSC Bari, dove il 2021 si chiude con una prova di forza che porta tanta serenità nel periodo delle feste. Il regalo di Natale i biancorossi se lo fanno da soli, e che regalo: 2-0 al Potenza sul terreno (malridotto, c'è da dirlo) del San Nicola. Primo posto confermato in cavalleria anche alla prima del girone di ritorno. A fine luglio, dopo un ritiro funestato dal Covid e con una squadra tutta ancora da rifare, non ci avrebbe scommesso un euro nessuno.
Ma qualcuno dirà che la vittoria contro il Potenza non è poi un granché: la prima della classe, in casa, contro una squadra dei bassifondi della classifica non poteva non vincere. Sì, forse. Ma sarebbe un errore non dare a questo successo la proporzione che merita. Innanzitutto perché il Potenza nel primo tempo si difende bassissimo, chiude tutti gli spazi e ottura ogni possibilità offensiva per un Bari che ci prova, lavora l'avversario ai fianchi senza però trovare il grimaldello giusto. L'occasione migliore se la inventa in chiusura D'Errico; il suo destro in cross dopo una devastante azione personale avrebbe meritato più fortuna.
Poi a servire un indigesto frittatone ci pensa l'ingenuità di Scavone che, già ammonito, in area non riesce a far nulla di meglio di una simulazione che gli vale il secondo giallo; siamo al 15' della ripresa. Ancora una volta, dopo Palermo, i biancorossi si ritrovano in dieci, e si compattano, offrendo al campionato l'ennesima prova di maturità e solidità. La mossa vincente Mignani l'ha fatta già all'intervallo: fuori lo spento Paponi, dentro Cheddira a caccia di riscatto. Dopo appena 3' dalla doccia fredda del rosso a Scavone, l'attaccante biancorosso si fa stendere da Piana in area; Antenucci dal dischetto è una sentenza (decimo goal in campionato).
Ecco, una fredda cronaca che fotografa quella che è la qualità migliore della squadra di Mignani apprezzata in questi primi quattro mesi di campionato: la resilienza. I biancorossi si compattano nelle difficoltà, anche in inferiorità numerica non rinunciano al loro piano tattico, fatto di strappi, accelerazioni, intensità, qualità. Il rigore procurato e trasformato da D'Errico alla mezz'ora del secondo tempo è la naturale conseguenza di un'impostazione che vede i galletti prima indossare i panni dei pazienti ragni che tessono la tela, poi degli scorpioni pronti a pungere quando fa più male. Una prova di forza, di carattere, di gruppo e di compattezza che non può passare in secondo piano. Un messaggio che alle altre pretendenti alla promozione diretta sarà arrivato forte e chiaro. Recuperata la stella di D'Errico («Fra ottobre e novembre mi sarei "panchinato" anch'io», ha ammesso con onestà), ritrovata solidità difensiva, con un attacco in crescita e due figure (Botta e Maita) a tratti devastanti, questa squadra non può non pensare in grande.
Sì, la vittoria contro un Potenza malmesso poteva sembrare scontata. Eppure scontata non era, come nessuna partita in questo pazzo girone C. Il Bari va alla pausa con un +7 sul Monopoli (avversario arcigno, da tenere sott'occhio) e +9 sull'Avellino, ma approfitta degli scivoloni contemporanei di Palermo, Turris e Catanzaro, tutte sconfitte in partite che non sembravano proibitive. Il Bari, d'altra parte, non è la squadra che non ha sbagliato mai nel girone d'andata, ma è certamente quella che ha sbagliato meno. E il vantaggio in classifica lo testimonia ampiamente.
Tirocini, tecnico dei lucani, ha parlato dei biancorossi come della squadra più forte del girone C. I fatti, per il momento, confermano abbondantemente questa posizione, franca e disinteressata, del mister rossoblù. Il Bari di Mignani ha dimostrato di essere la squadra più attrezzata e continua, che ogni tanto si ferma ma che sa rialzarsi e ripartire.
Ma occhio, perché il difficile viene adesso. Tanto Mignani quanto D'Errico hanno - giustamente - sottolineato come la lunga pausa natalizia non ci volesse in questo momento, con un Bari in piena crescita, fisica e caratteriale. Rimane, però, un'occasione per ricaricare le batterie in vista di un girone di ritorno che, come ripete Mignani a ogni piè sospinto, sarà complicato perché pieno di ultime chiamate per tutti. Ai biancorossi, ora, non resta che riposarsi e godersi la vista panoramica; da lì su, in vetta alla classifica, il paesaggio non è affatto male. E chissà che i galletti sotto l'albero di Natale non trovino un bel pieno di carburante per completare un lungo viaggio fino a primavera.
Ma qualcuno dirà che la vittoria contro il Potenza non è poi un granché: la prima della classe, in casa, contro una squadra dei bassifondi della classifica non poteva non vincere. Sì, forse. Ma sarebbe un errore non dare a questo successo la proporzione che merita. Innanzitutto perché il Potenza nel primo tempo si difende bassissimo, chiude tutti gli spazi e ottura ogni possibilità offensiva per un Bari che ci prova, lavora l'avversario ai fianchi senza però trovare il grimaldello giusto. L'occasione migliore se la inventa in chiusura D'Errico; il suo destro in cross dopo una devastante azione personale avrebbe meritato più fortuna.
Poi a servire un indigesto frittatone ci pensa l'ingenuità di Scavone che, già ammonito, in area non riesce a far nulla di meglio di una simulazione che gli vale il secondo giallo; siamo al 15' della ripresa. Ancora una volta, dopo Palermo, i biancorossi si ritrovano in dieci, e si compattano, offrendo al campionato l'ennesima prova di maturità e solidità. La mossa vincente Mignani l'ha fatta già all'intervallo: fuori lo spento Paponi, dentro Cheddira a caccia di riscatto. Dopo appena 3' dalla doccia fredda del rosso a Scavone, l'attaccante biancorosso si fa stendere da Piana in area; Antenucci dal dischetto è una sentenza (decimo goal in campionato).
Ecco, una fredda cronaca che fotografa quella che è la qualità migliore della squadra di Mignani apprezzata in questi primi quattro mesi di campionato: la resilienza. I biancorossi si compattano nelle difficoltà, anche in inferiorità numerica non rinunciano al loro piano tattico, fatto di strappi, accelerazioni, intensità, qualità. Il rigore procurato e trasformato da D'Errico alla mezz'ora del secondo tempo è la naturale conseguenza di un'impostazione che vede i galletti prima indossare i panni dei pazienti ragni che tessono la tela, poi degli scorpioni pronti a pungere quando fa più male. Una prova di forza, di carattere, di gruppo e di compattezza che non può passare in secondo piano. Un messaggio che alle altre pretendenti alla promozione diretta sarà arrivato forte e chiaro. Recuperata la stella di D'Errico («Fra ottobre e novembre mi sarei "panchinato" anch'io», ha ammesso con onestà), ritrovata solidità difensiva, con un attacco in crescita e due figure (Botta e Maita) a tratti devastanti, questa squadra non può non pensare in grande.
Sì, la vittoria contro un Potenza malmesso poteva sembrare scontata. Eppure scontata non era, come nessuna partita in questo pazzo girone C. Il Bari va alla pausa con un +7 sul Monopoli (avversario arcigno, da tenere sott'occhio) e +9 sull'Avellino, ma approfitta degli scivoloni contemporanei di Palermo, Turris e Catanzaro, tutte sconfitte in partite che non sembravano proibitive. Il Bari, d'altra parte, non è la squadra che non ha sbagliato mai nel girone d'andata, ma è certamente quella che ha sbagliato meno. E il vantaggio in classifica lo testimonia ampiamente.
Tirocini, tecnico dei lucani, ha parlato dei biancorossi come della squadra più forte del girone C. I fatti, per il momento, confermano abbondantemente questa posizione, franca e disinteressata, del mister rossoblù. Il Bari di Mignani ha dimostrato di essere la squadra più attrezzata e continua, che ogni tanto si ferma ma che sa rialzarsi e ripartire.
Ma occhio, perché il difficile viene adesso. Tanto Mignani quanto D'Errico hanno - giustamente - sottolineato come la lunga pausa natalizia non ci volesse in questo momento, con un Bari in piena crescita, fisica e caratteriale. Rimane, però, un'occasione per ricaricare le batterie in vista di un girone di ritorno che, come ripete Mignani a ogni piè sospinto, sarà complicato perché pieno di ultime chiamate per tutti. Ai biancorossi, ora, non resta che riposarsi e godersi la vista panoramica; da lì su, in vetta alla classifica, il paesaggio non è affatto male. E chissà che i galletti sotto l'albero di Natale non trovino un bel pieno di carburante per completare un lungo viaggio fino a primavera.