FC Bari, l’ex Gegè Gerson: «Grande occasione per andare in A. Bisogna crederci di più»
Il brasiliano ieri al torneo del Redentore: «Che bello tornare qui. Brienza e Galano gli uomini migliori, ma decisivo è il gruppo»
lunedì 9 aprile 2018
10.30
Un'icona del Bari anni '90: con Joao Paulo ha formato la colonna brasiliana dei biancorossi di fine secolo. Gegè Gerson resta tutt'oggi un idolo di tifosi e città, con cui ha costruito negli anni un legame che resiste all'usura del tempo.
Ieri l'ex centrocampista del Galletto, protagonista in biancorosso a più riprese tra il 1989 e il 1996, è tornato a Bari, dove è sceso in campo per il torneo solidale Lupi vs Agnelli nell'oratorio della parrocchia Redentore, indossando la maglia delle vecchie glorie.
«È sempre un piacere e un motivo di orgoglio tornare qui a Bari, in un quartiere come il Libertà – dice Gerson. Sono stato al Redentore già l'anno scorso, e quando c'è da spendersi per una bella causa e aiutare gli altri, non mi tiro mai indietro. Qui ho tanti amici e sono sempre molto contento di ritrovarli e passare del tempo insieme».
D'obbligo anche qualche impressione sul Bari e sulla sua stagione, che pur senza trovare l'acuto decisivo sta imponendo la squadra biancorossa al quinto posto in classifica, con la possibilità di agguantare le posizioni più favorevoli in vista dei playoff. «La squadra secondo me deve concentrarsi di più, crederci di più – è la sensazione di Gegè Gerson. La possibilità di andare in Serie A c'è, basta solo volerlo con più convinzione. A parte l'Empoli, credo che le altre squadre del campionato siano alla portata del Bari, che sta dentro questo lotto di queste cinque/sei squadre che possono lottare fino alla fine. Le possibilità sono grandi, e io ci credo».
A guidare la squadra un esordiente. Alla prima esperienza da professionista della panchina Fabio Grosso ha fatto vedere ottime cose e ha inanellato risultati importanti, anche se è mancata un pizzico di continuità per compiere il tanto agognato salto di qualità. «Stare in campo e stare in panchina sono due cose diverse – ricorda l'ex centrocampista biancorosso. Anche io faccio questo mestiere e so come funziona. Fabio Grosso è una persona molto responsabile, e sa che in mano ha una squadra che può fare bene. Come ho detto, il Bari ha grandi possibilità di andare in Serie A, ma bisogna lottare molto. Conosco bene la piazza e i suoi magnifici tifosi e so bene cosa voglia dire giocare qui nella massima categoria: è una cosa speciale e quindi bisogna sempre avere il coltello fra i denti per centrare questo obiettivo».
Nella rosa attuale del Bari trova spazio un connazionale di Gerson, Nenè, attaccante che nelle ultime giornate ha ritrovato la via della rete, segnando lo storico goal numero 2.000 per il Galletto. Non è però lui l'uomo che più sposta gli equilibri secondo l'esperto giudizio di Gegè: «Non mi piace molto fare nomi o paragoni con la mia epoca. Posso dire che il Bari ha una squadra validissima e i calciatori che più mi impressionano sono Galano e Brienza. Due uomini che hanno esperienza, classe e possono trasmettere tante cose ai giovani e anche a quelli che giocano da più tempo. Mi auguro comunque che sia il gruppo del Bari a essere decisivo, perché la piazza se lo merita. Se la squadra farà le cose per bene sono sicuro che ci sarà la possibilità di fare i tre punti in tutte le partite che rimangono fino alla fine della stagione regolare».
In conclusione, un messaggio per una città e una tifoseria che non lo hanno mai dimenticato: «Bari per me è l'ossigeno – dice Gerson con un filo di commozione. Ogni volta che sono qui sento un'emozione speciale e il grande affetto della tifoseria e della gente di Bari. Faccio a tutti, squadra e tifosi, un grosso in bocca al lupo e speriamo che si riesca ad andare in Serie A».
Ieri l'ex centrocampista del Galletto, protagonista in biancorosso a più riprese tra il 1989 e il 1996, è tornato a Bari, dove è sceso in campo per il torneo solidale Lupi vs Agnelli nell'oratorio della parrocchia Redentore, indossando la maglia delle vecchie glorie.
«È sempre un piacere e un motivo di orgoglio tornare qui a Bari, in un quartiere come il Libertà – dice Gerson. Sono stato al Redentore già l'anno scorso, e quando c'è da spendersi per una bella causa e aiutare gli altri, non mi tiro mai indietro. Qui ho tanti amici e sono sempre molto contento di ritrovarli e passare del tempo insieme».
D'obbligo anche qualche impressione sul Bari e sulla sua stagione, che pur senza trovare l'acuto decisivo sta imponendo la squadra biancorossa al quinto posto in classifica, con la possibilità di agguantare le posizioni più favorevoli in vista dei playoff. «La squadra secondo me deve concentrarsi di più, crederci di più – è la sensazione di Gegè Gerson. La possibilità di andare in Serie A c'è, basta solo volerlo con più convinzione. A parte l'Empoli, credo che le altre squadre del campionato siano alla portata del Bari, che sta dentro questo lotto di queste cinque/sei squadre che possono lottare fino alla fine. Le possibilità sono grandi, e io ci credo».
A guidare la squadra un esordiente. Alla prima esperienza da professionista della panchina Fabio Grosso ha fatto vedere ottime cose e ha inanellato risultati importanti, anche se è mancata un pizzico di continuità per compiere il tanto agognato salto di qualità. «Stare in campo e stare in panchina sono due cose diverse – ricorda l'ex centrocampista biancorosso. Anche io faccio questo mestiere e so come funziona. Fabio Grosso è una persona molto responsabile, e sa che in mano ha una squadra che può fare bene. Come ho detto, il Bari ha grandi possibilità di andare in Serie A, ma bisogna lottare molto. Conosco bene la piazza e i suoi magnifici tifosi e so bene cosa voglia dire giocare qui nella massima categoria: è una cosa speciale e quindi bisogna sempre avere il coltello fra i denti per centrare questo obiettivo».
Nella rosa attuale del Bari trova spazio un connazionale di Gerson, Nenè, attaccante che nelle ultime giornate ha ritrovato la via della rete, segnando lo storico goal numero 2.000 per il Galletto. Non è però lui l'uomo che più sposta gli equilibri secondo l'esperto giudizio di Gegè: «Non mi piace molto fare nomi o paragoni con la mia epoca. Posso dire che il Bari ha una squadra validissima e i calciatori che più mi impressionano sono Galano e Brienza. Due uomini che hanno esperienza, classe e possono trasmettere tante cose ai giovani e anche a quelli che giocano da più tempo. Mi auguro comunque che sia il gruppo del Bari a essere decisivo, perché la piazza se lo merita. Se la squadra farà le cose per bene sono sicuro che ci sarà la possibilità di fare i tre punti in tutte le partite che rimangono fino alla fine della stagione regolare».
In conclusione, un messaggio per una città e una tifoseria che non lo hanno mai dimenticato: «Bari per me è l'ossigeno – dice Gerson con un filo di commozione. Ogni volta che sono qui sento un'emozione speciale e il grande affetto della tifoseria e della gente di Bari. Faccio a tutti, squadra e tifosi, un grosso in bocca al lupo e speriamo che si riesca ad andare in Serie A».