FC Bari, parola a Galano: «Posso dare tanto a questa squadra»

L’ala: «A Vercelli sarà una battaglia»

martedì 10 ottobre 2017 13.43
A cura di Riccardo Resta
Sorrisi e volti distesi in casa Bari dopo la vittoria scaccia-fantasmi contro l'Avellino. Occasione buona per fare il punto della situazione e fare le carte al prossimo futuro, che vede il Bari alla ricerca dei primi punti esterni della stagione. Ne parla Cristian Galano, tornato domenica a essere protagonista del suo Bari dopo un mese e mezzo di assenza per infortunio. «Ci tenevo a rientrare dopo il brutto infortunio – dice l'ala biancorossa; volevo dare una mano ai miei compagni che hanno fatto un po' fatica nelle ultime partite. Sono tornato come avevo iniziato: con un goal».

È stato proprio Galano, infatti, a segnare i goal-partita contro i campani trasformando il rigore decisivo, attorno a cui si è creato un simpatico giallo: «Non avevo notato che Grosso si era girato al momento della battuta – dice Galano. Fa strano pensare che colui che ha calciato il rigore decisivo nella finale dei Mondiali non voglia vedere per scaramanzia la mia trasformazione. L'ho comunque fatto felice con la mia realizzazione. Volevo tirarlo io perché avevo buone sensazioni. A La Spezia ho avuto un'occasione ma ho sbagliato il controllo forse per troppa voglia di fare goal al rientro dopo il brutto infortunio».

Una partita, però, che si porta dietro una coda di polemiche, legate proprio all'assegnazione del rigore che agli ambienti avellinesi proprio non è andata giù: «Sul mio cross D'Angelo ha allargato il gomito e l'arbitro nel dubbio l'ha fischiato – spiega Galano. Nel primo tempo comunque ce n'era uno molto netto che non ci è stato dato; ad ogni modo non è nostro costume protestare per le decisioni sfavorevoli. Nell'ultima partita abbiamo pagato le assenze; loro ci davano tanti centimetri e abbiamo sofferto le palle inattive. Quello che ci manca è ancora un po' di cattiveria in più per fare il salto di qualità e forse anche un po' di concentrazione. Non è possibile prendere goal a ogni mezza occasione che concediamo».

Capitolo Avellino, quindi, chiuso definitivamente. Adesso si pensa al futuro che, nello specifico, si chiama Pro Vercelli. Il Bari cerca ancora i primi punti esterni, con però un rinnovato spirito e qualche certezza tattica in più: «Per le caratteristiche mie e di Riccardo (Improta, NdR), il 433 o il 343 sono le soluzioni migliori. Io, comunque, mi adatto sempre quando c'è da giocare. A Vicenza mi sono calato bene anche nell'attacco a due, e comunque mi piace sempre accentrarmi e giocare vicino alla prima punta. Vercelli? Sarà una partita difficile, come tutte. Ci aspetta una battaglia ma per noi l'importante è iniziare a fare punti fuori casa. Raicevic? Non l'ho sentito ma so che a Vercelli sta bene e ha trovato la sua dimensione», prosegue Galano, che si concentra anche sulla sua crescita da mettere al servizio della sua nuova esperienza barese.

«Da Vicenza è tornato un Cristian più maturo: a 26 anni voglio costruirmi di nuovo quella grande occasione che mi è sfuggita in passato e lo voglio fare con questa maglia – afferma Galano. Il campionato è strano, la classifica è cortissima: dobbiamo dare tutti qualcosa in più per raggiungere gli obiettivi; si sta creando un bel gruppo, solido, affiatato e con ampi margini di miglioramento. Non vorrei sembrare presuntuoso, ma sono consapevole delle mie qualità e so che posso dare tantissimo a questo Bari. L'obiettivo personale non è arrivare in doppia cifra; si tratta piuttosto di una speranza. L'ho fatto in passato e mi piacerebbe rifarlo. Qui, però, c'è tanta concorrenza, soprattutto in attacco. Il Diesse ha fatto una squadra competitiva e con tante alternative; abbiamo attaccanti forti come Floro Flores e Nené, che quando si saranno sbloccati ci daranno una grossa mano», conclude il "Robben della Capitanata".