Finalmente la vittoria. Bari, il destino in 180 minuti
All'ultimo respiro un successo vitale. Ora con la Ternana per centrare la salvezza
sabato 11 maggio 2024
2.05
Si è fatta attendere ben dodici giornate, due mesi e tre settimane, ma finalmente la vittoria è arrivata. E nel momento decisivo, quando contava di più. Il Bari chiude la sua stagione regolare centrando un successo che mancava da un'era zoologica: il 2-0 al Brescia, sul terreno del San Nicola, garantisce ai galletti il diritto di giocare il playout contro la Ternana per la permanenza in serie B. Certo, i biancorossi, da quartultimi in classifica, saranno sfavoriti nel doppio confronto, ma per come si era messa non si poteva davvero chiedere di meglio. Il 16 e il 23 maggio si gioca il tutto per tutto, prima al San Nicola e poi al Liberati, per conoscere chi farà compagnia ad Ascoli, FeralpiSalò e Lecco nell'inferno della serie C.
I galletti arriveranno, però, allo scontro decisivo almeno con la spia della riserva finalmente spenta. Sì, perché il Bari ci ha messo tutto quello che ha potuto per complicarsi la vita in questo campionato, rasentando il dottorato "cum laude" in autosabotaggio nell'ultimo terzo di stagione. Ecco, quindi, che la vittoria arrivata al fotofinish contro le rondinelle è un segnale di speranza da cogliere, e a cui aggrapparsi per la post season. Saranno altri 180 minuti a decidere il destino della squadra di Giampaolo e del suo staff, comandato dal diesse Ciro Polito; dopo la disfatta di Cosenza, sembrava quasi un miraggio.
E dire che se la sveglia avesse suonato già domenica scorsa in casa del Cittadella, oggi il Bari sarebbe salvo; ma meglio tardi che mai. Sì, perché se la partita contro il Brescia (alle prese con virus intestinali, riposi precauzionali e forze da gestire in vista del playoff promozione) è un test probante fino a un certo punto, cionondimeno ci sono dei segnali positivi da cogliere.
Innanzitutto, un po' di buona sorte finalmente a favore. Sibilli fa undici in campionato e ritrova la rete dopo una vita, con un cross sballato che inganna il portiere ospite Lazzeroni, disorientato dal mancato intervento di Nasti. Insomma, il classico gollonzo che, però, in altre occasioni non sarebbe andato dentro, e che adesso va colto come un cabalistico segnale del destino; in questa situazione, con l'acqua alla gola, non si butta via niente. Va bene aggrapparsi anche alla religione, come ha fatto lo stesso Sibilli, presentatosi in conferenza stampa con i santini del patrono Nicola custoditi nei calzettoni durante la partita. Il santo di Myra, da lassù, ha pensato bene di allargare il numero dei suoi miracoli, appena due giorni dopo la celebrazione della festa patronale.
Tra le note liete andrebbe collocato anche Di Cesare, autore della seconda marcatura con un guizzo da bomber di razza, ma in fondo il capitano (a 41 anni suonati) è stato una delle pochissime certezze di una stagione disgraziata, di quelle che rischiano di mandarti al manicomio.
Per puro paradosso, uno dei tanti, la vittoria sul Brescia mostra con cristallina chiarezza anche tante delle mancanze del Bari in campionato. Se non si fosse atteso l'ultimo dentro o fuori del campionato per vedere un atteggiamento arrembante fin dalle prime battute della gara, forse oggi l'intera piazza di Bari avrebbe potuto tirare il sospiro di sollievo tanto sperato per il raggiungimento della salvezza. E, invece, ci sarà ancora da soffrire. Ma è dalla prova del centrocampo che provengono i rimpianti maggiori. Se è giusto chiedere ad Acampora perché abbia atteso le ultime due partite di campionato per dimostrare di essere un elemento più che valido, è altrettanto vero che la prova maiuscola di Maiello accanto a Benali ribadisce quanto grave e sfortunata sia stata la perdita del "professore" per due terzi di stagione. Un recupero provvidenziale in vista dei playout; sperando che continui a fare la differenza.
E, poi, c'è il segno di distensione offerto dalla curva alla squadra, chiamata a prendersi l'applauso di incoraggiamento a fine partita dopo 90' di tifo incessante, e anche di "bombardamento" con petardi e ordigni sparati dalla gradinata (alla faccia di un piano straordinario di sicurezza che fa acqua da tutte le parti). I quasi 22mila del San Nicola, per una partita che avrebbe anche potuto coincidere con un dramma sportivo ineguagliabile, sono l'ennesima conferma di come il tifo biancorosso sia l'unico vero capitale immobile della città calcistica e del suo club.
Insomma, il playout non sarà granché, ma è già qualcosa; non era scontato anche solo sperarci appena una settimana fa. Trascinato da Sibilli e Di Cesare, il Bari si guadagna un'ultima prova di appello per regalare alla città la possibilità di continuare a "vantarsi" della serie B, come incautamente suggerito dal presidente Luigi De Laurentiis. Servirà fare almeno un goal in più della Ternana in 180 minuti; impresa ardua per il Bari schizofrenico e impaurito di questo campionato, ma che ha trovato in sé la forza di regalarsi la chance finale. Basterà? Già da giovedì prossimo si inizierà a delineare una risposta.
I galletti arriveranno, però, allo scontro decisivo almeno con la spia della riserva finalmente spenta. Sì, perché il Bari ci ha messo tutto quello che ha potuto per complicarsi la vita in questo campionato, rasentando il dottorato "cum laude" in autosabotaggio nell'ultimo terzo di stagione. Ecco, quindi, che la vittoria arrivata al fotofinish contro le rondinelle è un segnale di speranza da cogliere, e a cui aggrapparsi per la post season. Saranno altri 180 minuti a decidere il destino della squadra di Giampaolo e del suo staff, comandato dal diesse Ciro Polito; dopo la disfatta di Cosenza, sembrava quasi un miraggio.
E dire che se la sveglia avesse suonato già domenica scorsa in casa del Cittadella, oggi il Bari sarebbe salvo; ma meglio tardi che mai. Sì, perché se la partita contro il Brescia (alle prese con virus intestinali, riposi precauzionali e forze da gestire in vista del playoff promozione) è un test probante fino a un certo punto, cionondimeno ci sono dei segnali positivi da cogliere.
Innanzitutto, un po' di buona sorte finalmente a favore. Sibilli fa undici in campionato e ritrova la rete dopo una vita, con un cross sballato che inganna il portiere ospite Lazzeroni, disorientato dal mancato intervento di Nasti. Insomma, il classico gollonzo che, però, in altre occasioni non sarebbe andato dentro, e che adesso va colto come un cabalistico segnale del destino; in questa situazione, con l'acqua alla gola, non si butta via niente. Va bene aggrapparsi anche alla religione, come ha fatto lo stesso Sibilli, presentatosi in conferenza stampa con i santini del patrono Nicola custoditi nei calzettoni durante la partita. Il santo di Myra, da lassù, ha pensato bene di allargare il numero dei suoi miracoli, appena due giorni dopo la celebrazione della festa patronale.
Tra le note liete andrebbe collocato anche Di Cesare, autore della seconda marcatura con un guizzo da bomber di razza, ma in fondo il capitano (a 41 anni suonati) è stato una delle pochissime certezze di una stagione disgraziata, di quelle che rischiano di mandarti al manicomio.
Per puro paradosso, uno dei tanti, la vittoria sul Brescia mostra con cristallina chiarezza anche tante delle mancanze del Bari in campionato. Se non si fosse atteso l'ultimo dentro o fuori del campionato per vedere un atteggiamento arrembante fin dalle prime battute della gara, forse oggi l'intera piazza di Bari avrebbe potuto tirare il sospiro di sollievo tanto sperato per il raggiungimento della salvezza. E, invece, ci sarà ancora da soffrire. Ma è dalla prova del centrocampo che provengono i rimpianti maggiori. Se è giusto chiedere ad Acampora perché abbia atteso le ultime due partite di campionato per dimostrare di essere un elemento più che valido, è altrettanto vero che la prova maiuscola di Maiello accanto a Benali ribadisce quanto grave e sfortunata sia stata la perdita del "professore" per due terzi di stagione. Un recupero provvidenziale in vista dei playout; sperando che continui a fare la differenza.
E, poi, c'è il segno di distensione offerto dalla curva alla squadra, chiamata a prendersi l'applauso di incoraggiamento a fine partita dopo 90' di tifo incessante, e anche di "bombardamento" con petardi e ordigni sparati dalla gradinata (alla faccia di un piano straordinario di sicurezza che fa acqua da tutte le parti). I quasi 22mila del San Nicola, per una partita che avrebbe anche potuto coincidere con un dramma sportivo ineguagliabile, sono l'ennesima conferma di come il tifo biancorosso sia l'unico vero capitale immobile della città calcistica e del suo club.
Insomma, il playout non sarà granché, ma è già qualcosa; non era scontato anche solo sperarci appena una settimana fa. Trascinato da Sibilli e Di Cesare, il Bari si guadagna un'ultima prova di appello per regalare alla città la possibilità di continuare a "vantarsi" della serie B, come incautamente suggerito dal presidente Luigi De Laurentiis. Servirà fare almeno un goal in più della Ternana in 180 minuti; impresa ardua per il Bari schizofrenico e impaurito di questo campionato, ma che ha trovato in sé la forza di regalarsi la chance finale. Basterà? Già da giovedì prossimo si inizierà a delineare una risposta.