Fuori dalla coppa Italia, ma a testa alta. Ora per il Bari due test verità
I biancorossi sconfitti a Parma, salutano il sogno San Siro. Frosinone e Ternana le prossime sfide
giovedì 20 ottobre 2022
C'è dispiacere, e anche un pizzico di rimpianto. Il Bari perde 1-0 a Parma, dice addio alla coppa Italia e al sogno di volare a San Siro per sfidare l'Inter negli ottavi a gennaio. Un peccato, perché i biancorossi avrebbero meritato almeno di trascinare la sfida ai supplementari, contro un Parma che non è sembrato irresistibile al cospetto dei galletti.
Poco male, si dirà. Sì, in fondo non è una perdita inestimabile: se qualcosa c'era da "tagliare", sicuramente meglio la coppa Italia che il resto. Anche se, a dire il vero, la seconda competizione nazionale non rappresenta un impegno talmente tanto gravoso da tirare un sospiro di sollievo una volta che ce ne si è liberati; tant'è che Mignani e il suo Bari hanno fatto di tutto per proseguire l'avventura e regalarsi un volo per Milano dall'antico sapore di serie A.
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Ma è andata così, non è il caso di disperarsi. Anzi. La sfida del Tardini è stata, per Mignani, l'occasione di vedere all'opera un po' di "seconde linee", calciatori tutti potenzialmente titolari della squadra ma che, per gli ottimi risultati acquisiti il avvio di stagione, hanno visto più panchina che campo nelle prime uscite. La partita va segmentata per un'analisi più veritiera: il primo tempo, infatti, ha visto il Bari pagare l'eccessiva timidezza nell'approccio, sorpreso da un Parma uscito subito forte dai blocchi. Va, però, fatta la tara alla considerazione per cui otto undicesimi della squadra del Tardini si sono trovati per la prima volta a giocare insieme una partita ufficiale; un attimo di spaiamento ci sta.
Fatto sta, comunque, che il Parma mette subito la freccia nel primo tempo, costringendo il Bari ad abbassarsi più di quanto non fosse preventivato. A cominciare dagli attaccanti. L'esordio da titolare di Scheidler non è dei migliori: il francese fa fatica a tener palla per far salire la squadra in mezzo a Balogh e Circati, costringendo Salcedo ad allargarsi per trovare lo spazio buono. La prova di Botta, poi, è in continuità con le recenti: incolore, senza spunti. Quella che regge meglio è certamente la difesa: il Parma manda dentro una grande quantità di cross, su cui Vicari e l'altro semi-esordiente, Zuzek, se la cavano. Ricci e D'Errico fanno buona guardia a sinistra, più fatica invece fa la coppia Mallamo-Dorval a destra, dove Ansaldi è un cliente scomodo. Ma, in fondo, anche lì la baracca tiene, fino al goal: cross di Sohm da destra, Benedyczak stacca tutto solo e batte Frattali. La solitudine dell'attaccante polacco, però, è dovuta all'assenza di Dorval in copertura, rimasto giù dopo un sospetto contatto con Bonny; errore di gioventù del terzino francese, che però si riscatta con un'ottima prova in fase di spinta (non una novità, viste le sue caratteristiche).
E dire, poi, che il Bari già nel primo tempo avrebbe l'occasione di riprenderla: cross perfetto di Salcedo da sinistra, Scheidler stacca benissimo ma non angola il colpo di testa, facilitando la parata del giovane portiere ducale Corvi. Non è giornata per il francese, assolutamente da rivedere in altre circostanze.
Nella ripresa, Pecchia prova a gestire i cambi e alla fine ha ragione: Sits, Osterwolde e soprattutto Vazquez aiutano la squadra a mantenere equilibrio, mentre Mignani aspetta forse un po' troppo per attingere dalla panchina. E, infatti, quando lo fa la musica cambia. Se c'è una cosa certa, è che esistono due Bari: uno con Cheddira, l'altro senza Cheddira. E quando entra l'italo-marocchino, il Bari si fa immediatamente più pericoloso. Mignani passa al 4-2-4, con Cheddira e Ceter centrali, poi Cangiano e Galano si prendono le fasce: lo stesso Ceter (lanciato proprio dal chirurgico Cheddira) chiama Corvi a una parata impossibile, poi il portiere ducale si ripete disinnescando l'infido tiro di Vicari con un gran colpo di reni.
Insomma, il Bari a conti fatti costruisce tanto, forse anche più del Parma, ma non trova la via del goal. Un discreto problema, in considerazione della possibilità che Cheddira voli in Qatar a novembre; Mignani deve urgentemente studiare soluzioni alternative, provare elementi nuovi, perché se non segnano l'italo-marocchino, Antenucci o Folorunsho, la squadra fa fatica a vedere la porta.
Ma, tutto sommato, la pagella complessiva del Bari a Parma è abbondantemente sopra la sufficienza. È mancata la vittoria, ma di questi tempi ci può anche stare. D'altra parte, le partite veramente importanti sono altre, a cominciare dalle prossime due. Già sabato prossimo i galletti andranno ad affrontare il Frosinone allo Stirpe, partita complicatissima, contro una squadra in salute e che, con 18 punti, è a pari merito con il Bari al secondo posto. La banda dell'ex Grosso sarà un banco di prova attendibile per le ambizioni di questo sorprendente Bari, che vorrà rialzare subito la cresta dopo due sconfitte consecutive tra serie B e coppa Italia. In attesa, poi, di ospitare l'arrembante Ternana di Lucarelli, prima in classifica, al San Nicola. Due partite che, naturalmente, non saranno decisive in nessun caso, ma che ci potranno dire qualcosa in più sulla reale stoffa di cui sono fatti Mignani e i suoi.
Poco male, si dirà. Sì, in fondo non è una perdita inestimabile: se qualcosa c'era da "tagliare", sicuramente meglio la coppa Italia che il resto. Anche se, a dire il vero, la seconda competizione nazionale non rappresenta un impegno talmente tanto gravoso da tirare un sospiro di sollievo una volta che ce ne si è liberati; tant'è che Mignani e il suo Bari hanno fatto di tutto per proseguire l'avventura e regalarsi un volo per Milano dall'antico sapore di serie A.
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Ma è andata così, non è il caso di disperarsi. Anzi. La sfida del Tardini è stata, per Mignani, l'occasione di vedere all'opera un po' di "seconde linee", calciatori tutti potenzialmente titolari della squadra ma che, per gli ottimi risultati acquisiti il avvio di stagione, hanno visto più panchina che campo nelle prime uscite. La partita va segmentata per un'analisi più veritiera: il primo tempo, infatti, ha visto il Bari pagare l'eccessiva timidezza nell'approccio, sorpreso da un Parma uscito subito forte dai blocchi. Va, però, fatta la tara alla considerazione per cui otto undicesimi della squadra del Tardini si sono trovati per la prima volta a giocare insieme una partita ufficiale; un attimo di spaiamento ci sta.
Fatto sta, comunque, che il Parma mette subito la freccia nel primo tempo, costringendo il Bari ad abbassarsi più di quanto non fosse preventivato. A cominciare dagli attaccanti. L'esordio da titolare di Scheidler non è dei migliori: il francese fa fatica a tener palla per far salire la squadra in mezzo a Balogh e Circati, costringendo Salcedo ad allargarsi per trovare lo spazio buono. La prova di Botta, poi, è in continuità con le recenti: incolore, senza spunti. Quella che regge meglio è certamente la difesa: il Parma manda dentro una grande quantità di cross, su cui Vicari e l'altro semi-esordiente, Zuzek, se la cavano. Ricci e D'Errico fanno buona guardia a sinistra, più fatica invece fa la coppia Mallamo-Dorval a destra, dove Ansaldi è un cliente scomodo. Ma, in fondo, anche lì la baracca tiene, fino al goal: cross di Sohm da destra, Benedyczak stacca tutto solo e batte Frattali. La solitudine dell'attaccante polacco, però, è dovuta all'assenza di Dorval in copertura, rimasto giù dopo un sospetto contatto con Bonny; errore di gioventù del terzino francese, che però si riscatta con un'ottima prova in fase di spinta (non una novità, viste le sue caratteristiche).
E dire, poi, che il Bari già nel primo tempo avrebbe l'occasione di riprenderla: cross perfetto di Salcedo da sinistra, Scheidler stacca benissimo ma non angola il colpo di testa, facilitando la parata del giovane portiere ducale Corvi. Non è giornata per il francese, assolutamente da rivedere in altre circostanze.
Nella ripresa, Pecchia prova a gestire i cambi e alla fine ha ragione: Sits, Osterwolde e soprattutto Vazquez aiutano la squadra a mantenere equilibrio, mentre Mignani aspetta forse un po' troppo per attingere dalla panchina. E, infatti, quando lo fa la musica cambia. Se c'è una cosa certa, è che esistono due Bari: uno con Cheddira, l'altro senza Cheddira. E quando entra l'italo-marocchino, il Bari si fa immediatamente più pericoloso. Mignani passa al 4-2-4, con Cheddira e Ceter centrali, poi Cangiano e Galano si prendono le fasce: lo stesso Ceter (lanciato proprio dal chirurgico Cheddira) chiama Corvi a una parata impossibile, poi il portiere ducale si ripete disinnescando l'infido tiro di Vicari con un gran colpo di reni.
Insomma, il Bari a conti fatti costruisce tanto, forse anche più del Parma, ma non trova la via del goal. Un discreto problema, in considerazione della possibilità che Cheddira voli in Qatar a novembre; Mignani deve urgentemente studiare soluzioni alternative, provare elementi nuovi, perché se non segnano l'italo-marocchino, Antenucci o Folorunsho, la squadra fa fatica a vedere la porta.
Ma, tutto sommato, la pagella complessiva del Bari a Parma è abbondantemente sopra la sufficienza. È mancata la vittoria, ma di questi tempi ci può anche stare. D'altra parte, le partite veramente importanti sono altre, a cominciare dalle prossime due. Già sabato prossimo i galletti andranno ad affrontare il Frosinone allo Stirpe, partita complicatissima, contro una squadra in salute e che, con 18 punti, è a pari merito con il Bari al secondo posto. La banda dell'ex Grosso sarà un banco di prova attendibile per le ambizioni di questo sorprendente Bari, che vorrà rialzare subito la cresta dopo due sconfitte consecutive tra serie B e coppa Italia. In attesa, poi, di ospitare l'arrembante Ternana di Lucarelli, prima in classifica, al San Nicola. Due partite che, naturalmente, non saranno decisive in nessun caso, ma che ci potranno dire qualcosa in più sulla reale stoffa di cui sono fatti Mignani e i suoi.