Goal, errori e nuovi arrivi sugli scudi. Per il Bari una vittoria che dà morale

Il successo 3-2 contro la Paganese mette in luce gli aspetti perfettibili dei biancorossi, ma anche certezze come Kupisz e Antenucci

lunedì 12 agosto 2019 1.20
A cura di Riccardo Resta
Vittoria doveva essere, e vittoria è stata. Più sofferta del previsto, ma pur sempre un qualcosa da festeggiare. L'esordio stagionale del Bari in gare ufficiali sorride ai biancorossi, che nella prima di Coppa Italia di Serie C piegano 3-2 la Paganese al San Nicola.

Una partita dai tanti volti, che ha messo in luce pregi e difetti di una squadra che sta pian piano trovando condizione fisica e identità di gioco. In estrema sintesi: attacco promosso, difesa da rivedere, centrocampo da valutare quando sarà al completo. Partendo dalle note liete, in avanti i nuovi arrivi già dettano la loro legge. Pur trattandosi di calcio d'agosto, nonostante il carattere ufficiale dell'impegno, strappano la copertina Kupisz e Antenucci. Non solo per i goal realizzati (uno per il polacco, due per l'ex Spal), ma per la quantità di gioco prodotto, in un sistema come quello di Cornacchini che punta a sviluppare la manovra sugli esterni alti per permettere al centravanti di trasformare in oro i palloni che capitano in area.

Sia nel primo tempo che nella ripresa il motorino polacco ha dato prova di grande intensità sulla corsia di destra, facendosi anche trovare pronto a trasformare di testa l'assist di Terrani. Ed è proprio l'ex Piacenza l'altro pollice verso di serata: prova sempre il dribbling, rientra sul destro da sinistra per cercare il cross (anche se quello vincente arriva col mancino), si dimostra dinamico e desideroso di togliere un po' di certezze al mister, che verosimilmente vede Floriano come titolare in quel ruolo. Convincono anche Neglia e Simeri, due degli elementi che possono consentire a Cornacchini di variare modulo in corsa o dall'inizio, passando dal 4-2-3-1 al 4-4-2 puro.

Di Antenucci non ci sarebbe neanche bisogno di dire: per lui parla il suo curriculum fra B e A. Anche il primo goal, quello che sembra il più semplice, rivela la caparbietà del bomber molisano nell'andare a pressare il portiere avversario fino a costringerlo a un dribbling troppo rischioso. La seconda rete personale, poi, è l'apoteosi di tecnica e potenza per cui questo ragazzone classe '84 è stato portato a Bari (altra gran giocata in occasione della traversa colpita sul 2-1).

Rimandata a fine agosto la difesa: i due goal dei campani arrivano su altrettanti errori della retroguardia (goffo quello di capitan Di Cesare in occasione del 2-2 di Alberti), troppo grossolani per essere attribuiti a qualcosa di diverso dalla banale distrazione. Per Cornacchini ci sarà da valutare il compagno di Di Cesare (ieri Sabbione, che si prevede in costante ballottaggio con Perrotta) e il terzino destro, lì dove Berra è apparso prudente in copertura e diligente in spinta, per bilanciare le scorribande a sinistra di Costa. Stesso dicasi per il centrocampo a due: Scavone davanti alla difesa perde molto della sua forza propulsiva, e Hamlili è un gigante a far legna ma non ha i tempi per costruire il gioco. Con il recupero di Schiavone, e il passaggio a tre, si potranno fare valutazioni più sensate.

Insomma, di cose da studiare per Cornacchini ce ne sono. «Una partita esemplificativa della Serie C», ha detto il tecnico nel dopo-gara. E, in effetti, pare che il concept - almeno al San Nicola - non sarà così diverso dalla D: squadre chiusissime, pronte a capitalizzare ogni sbavatura. Occorrerà ancora più attenzione, perché comunque il tasso tecnico degli avversari sarà più alto rispetto a quello dello scorso anno.

C'è, però, una certezza solida da cui ripartire: gli oltre 7mila del San Nicola, nella serata della domenica pre-ferragostana, sono il timbro sulla passione che guida il popolo del Galletto. La vera benzina è e sarà questa: tocca a Cornacchini e alla sua banda convertirla in un'altra annata di successi.