Il Bari a Foggia senza i suoi tifosi. Occasione per dimostrare cosa significhi essere biancorossi

Nel DNA del Galletto c'è l'esaltarsi in circostanze difficili. Squadra caricata dagli ultras nell'ultimo allenamento

sabato 21 aprile 2018
A cura di Riccardo Resta
La sensazione di aver subito un'ingiustizia c'è, è grande e non si può scacciare con un colpo di spugna. Il Bari giocherà oggi pomeriggio (fischio d'inizio alle 15) il derby in casa del Foggia senza l'apporto dei suoi tifosi, a cui è stata vietata la trasferta. «Una decisione iniqua» l'ha definita il presidente del club biancorosso Cosmo Giancaspro in un comunicato diramato ieri. E tale è, perché all'andata fu fatto di tutto per consentire ai Satanelli di giocare in casa del Bari con il sostegno di 1.300 fedeli rossoneri accorsi sugli spalti del San Nicola. Cosa che, purtroppo, non si verificherà a campi invertiti.

Il tempo delle analisi, delle recriminazioni, delle arrabbiature però è passato. Adesso c'è da guardare al campo: allo Zaccheria il Bari si gioca una grossa fetta della sua stagione. I biancorossi di Fabio Grosso devono a tutti i costi provare a invertire la tendenza sedimentatasi con tre pareggi consecutivi che hanno fatto scivolare il Bari al sesto posto, scavalcato dal Perugia e staccato da Parma, Frosinone e Palermo, ancora in lotta per il secondo posto.

Ecco, quindi, che da un torto subito si possono trarre motivazioni nuove e forti per rialzare la cresta in questo sprinti finale. Ieri la squadra, durante l'ultimo allenamento all'antistadio, ha ricevuto l'affettuosa visita dei suoi tifosi, guidati dai vari gruppi ultras della Curva Nord, che hanno provato a caricare Grosso e i ragazzi incitandoli a vincere questo derby anche per loro, costretti a rimanere lontani dal vivo della giornata di campionato.

Un fatto triste, un'ingiustizia come quella subita dal Bari e dai suoi aficionados è riuscita nell'impresa: riavvicinare squadra e tifosi, piuttosto critici con il tecnico e gli interpreti in campo in occasione delle ultime opache prestazioni e, più in generale, nel corso dell'intera stagione.

In fondo, però, nemmeno questa è una novità: il sangue del Bari e della sua gente è fatto per scaldarsi nei momenti difficili. A chi veste, ama e porta alto il biancorosso le cose facili proprio non piacciono. Lo dimostrano i risultati di questa stagione, che ha visto il Galletto dare il meglio nel momento in cui si è trovato a recuperare, e lo dimostra quella meravigliosa stagione fallimentare del 2014, quando il Bari si tirò fuori dalle sabbie mobili del fallimento per sfiorare la più grande impresa della sua storia, rimasta comunque scolpita nei cuori e nelle menti dei baresi.

La fiammella è stata accesa, e a farlo sono state le istituzioni incapaci di garantire l'ordine pubblico in occasione di un evento sportivo. Adesso tocca ai ragazzi sul campo gettarci su un po' di benzina e lasciar divampare di nuovo il fuoco della passione biancorossa.