Il Bari alle prese col mal di trasferta, il salto di qualità ancora non arriva

La partita contro la Cavese conferma le difficoltà esterne dei biancorossi. Primo posto addio?

lunedì 24 febbraio 2020 0.52
A cura di Riccardo Resta
La trasferta continua a essere una minestra indigesta per il Bari. La partita di Castellammare di Stabia contro la Cavese conferma la doppiezza della squadra di Vivarini: solida e convincente in casa, intermittente fuori. Finisce 1-1, il quarto pareggio esterno consecutivo per un Bari che nel 2020 non ha mai vinto fuori casa. Certo, il punticino è buono per portare a 22 l'incredibile serie di risultati utili consecutivi messa a segno da Vivarini e i suoi, ma lascia più di un punto interrogativo sul processo di maturità della squadra.

La concomitante vittoria della Reggina e il divario dalla vetta che torna di 8 punti probabilmente chiudono il discorso promozione diretta per il Bari, che comunque si porta a +4 dal Monopoli e mette un mattoncino ulteriore per blindare il secondo posto. Però il problema lontano dal San Nicola c'è. Se le ultime due uscite in casa, contro Francavilla e Picerno, avevano fatto vedere un Bari capace di tessere buone trame e di colpire con cinismo e scientifica freddezza gli avversari nel momento giusto, senza rischiare nulla, il pareggio contro la Cavese ci consegna una squadra lunatica.

Dopo un primo tempo discreto, culminato con il goal del solito Antenucci al secondo tiro in porta (dopo il tentativo di Valerio Di Cesare sventato da Bisogno), nella ripresa i biancorossi per larghi tratti hanno staccato la spina, finendo per alimentare le speranze di una Cavese ben organizzata e quadrata. Sia Antenucci sia Vivarini nel post gara hanno giustamente sottolineato la distrazione della fase difensiva in occasione del pareggio firmato da Sainz-Maza, con Russotto lasciato libero di andare al cross, ma è ancora una volta il centrocampo a non convincere.

Laribi ci prova, si fa vedere in entrambe le metà campo, ma senza trovare una sponda con cui dialogare. Lo Schiavone intraprendente visto al San Nicola soffre, invece, di spaesamento cronico lontano dalle mura di casa, quando la squadra inevitabilmente è meno chiamata a dover fare la partita a tutti i costi. Assist per Antenucci a parte, anche Scavone sembra girare a vuoto in mediana, schiacciato fra il bisogno di coprire le sortite offensive della Cavese e l'esigenza di farsi vedere anche in area avversaria. La soluzione con Terrani e D'Ursi adottata nel finale appare interessante, ma difficilmente sostenibile per una squadra che qualche lacuna in mediana continua a mostrarle, soprattutto quando in campo non c'è Maita, elemento che proprio non può restar fuori.

Insomma, sbadataggine, poca concretezza e rendimento discontinuo, soprattutto all'interno della stessa partita, soprattutto fuori casa: per il Bari il tanto atteso salto di qualità tarda ad arrivare. Una squadra difficile da leggere, quella biancorossa: da una parte un record storico e in continuo aggiornamento, dall'altra un divario che torna a dilatarsi proprio quando sembrava potersi accorciare.

Di tempo per ragionare, però, non ce n'è: mercoledì si va al Liberati di Terni per un'altra trasferta delicatissima. Una nuova prova del nove, l'ennesima in questa stagione, in cui il Bari dovrà mostrare quella maturità che ancora non s'è vista fino in fondo.