Il Bari in B, la gioia di capitan Di Cesare: «Realizzato il mio sogno, è stata una liberazione»
Il difensore biancorosso: «Vorrei continuare ancora un anno, ma parlerò con la società serenamente»
domenica 24 aprile 2022
21.31
«Sollevare il trofeo è stata una liberazione». Parola di Valerio Di Cesare, il capitano del Bari che ha alzato la coppa della serie C che significa una sola cosa: i biancorossi sono tornati in serie B.
«Tre anni difficili in questa categoria, quando sono tornato volevo riportare il Bari in serie B: pensavo di farcela prima, ma alla fine ci siamo riusciti», dice Di Cesare al termine della partita persa (senza troppi rimpianti) con il Palermo, ultimo atto della stagione regolare dei galletti.
Ritornando sui tre anni di serie C, il capitano dice: «Dopo la finale persa il primo anno, la scorsa stagione l'abbiamo sbagliata. Ogni anno in B andavano gli altri, ma quest'anno fin dall'inizio abbiamo fatto capire che ce n'era per pochi. Abbiamo riportato il Bari dove era prima, ci potevamo mettere di meno ma alla fine ci siamo riusciti».
E ora? Cosa fare? «Adesso ci incontreremo con la società e parleremo serenamente - prosegue Di Cesare. Il mio pensiero è di continuare ancora un anno, ma vedremo. Orami ci conosciamo da quattro anni. A quest'età non si gioca per soldi, lo faccio perché amo questo splendo sport. Quando sono tornato qui il mio sogno era riportare il Bari in serie B e finire lì la mia carriera. Questo può essere un obiettivo, poi a Parma non dovevamo vincere la B ma invece l'abbiamo vinta. Con Simeri ci siamo detti che è stata una liberazione. Siamo scesi in D, insieme le abbiamo viste tutte; vincere voleva dire tanto per noi».
Sulla partita, invece, Di Cesare analizza: «Avremmo voluto vincere per la cornice che c'era oggi, ma nella prima mezz'ora non abbiamo fatto una grande partita. Floriano ha fatto un gran goal, poi con il rigore la partita è finita lì. È vero che oggi c'erano 26mila spettatori, ma abbiamo incontrato una squadra ben messa in campo; complimenti a loro che hanno vinto».
In tribuna oggi al San Nicola c'era anche Giampiero Ventura, un mister che Di Cesare conosce molto bene: «Mi ha aperto una visione del calcio. Con lui ho vinto un campionato in serie B e vincere non è mai facile. In serie A poteva farmi giocare un po' di più, ma davanti a me c'era uno come Glik», conclude il capitano del Bari.
«Tre anni difficili in questa categoria, quando sono tornato volevo riportare il Bari in serie B: pensavo di farcela prima, ma alla fine ci siamo riusciti», dice Di Cesare al termine della partita persa (senza troppi rimpianti) con il Palermo, ultimo atto della stagione regolare dei galletti.
Ritornando sui tre anni di serie C, il capitano dice: «Dopo la finale persa il primo anno, la scorsa stagione l'abbiamo sbagliata. Ogni anno in B andavano gli altri, ma quest'anno fin dall'inizio abbiamo fatto capire che ce n'era per pochi. Abbiamo riportato il Bari dove era prima, ci potevamo mettere di meno ma alla fine ci siamo riusciti».
E ora? Cosa fare? «Adesso ci incontreremo con la società e parleremo serenamente - prosegue Di Cesare. Il mio pensiero è di continuare ancora un anno, ma vedremo. Orami ci conosciamo da quattro anni. A quest'età non si gioca per soldi, lo faccio perché amo questo splendo sport. Quando sono tornato qui il mio sogno era riportare il Bari in serie B e finire lì la mia carriera. Questo può essere un obiettivo, poi a Parma non dovevamo vincere la B ma invece l'abbiamo vinta. Con Simeri ci siamo detti che è stata una liberazione. Siamo scesi in D, insieme le abbiamo viste tutte; vincere voleva dire tanto per noi».
Sulla partita, invece, Di Cesare analizza: «Avremmo voluto vincere per la cornice che c'era oggi, ma nella prima mezz'ora non abbiamo fatto una grande partita. Floriano ha fatto un gran goal, poi con il rigore la partita è finita lì. È vero che oggi c'erano 26mila spettatori, ma abbiamo incontrato una squadra ben messa in campo; complimenti a loro che hanno vinto».
In tribuna oggi al San Nicola c'era anche Giampiero Ventura, un mister che Di Cesare conosce molto bene: «Mi ha aperto una visione del calcio. Con lui ho vinto un campionato in serie B e vincere non è mai facile. In serie A poteva farmi giocare un po' di più, ma davanti a me c'era uno come Glik», conclude il capitano del Bari.