Il Bari parte bene, a Parma un buon punto che fa essere fiduciosi

I biancorossi iniziano con un’ottima prestazione al Tardini. Però la rosa deve ancora essere completata

sabato 13 agosto 2022 8.56
A cura di Riccardo Resta
Una cosa è certa, e da questa val la pena partire: alla vigilia mister Michele Mignani pretendeva una grande prestazione, e le sue aspettative non sono rimaste disattese. Dopo quattro anni tra fallimento, serie D e serie C, il Bari si ripresenta alla ribalta della serie B con un pareggio 2-2 in casa del Parma, una delle più accreditate pretendenti alla promozione diretta. Un bel punto che dà fiducia e fa intravedere un piccolo mattoncino di certezze su cui costruire il castello di questo campionato.

Il primo tempo del Tardini appare in continuità con il match di coppa Italia stravinto 1-4 in casa dell'Hellas Verona. E non solo per la qualità espressa dai galletti, ma anche per lo sviluppo del gioco. Sì perché, esattamente come successo al Bentegodi, anche al Tardini il Bari trova un rapido svantaggio grazie all'azione personale del rapidissimo Man, che fa venire pronti-via il mal di testa a Ricci, Maiello e Di Cesare. Però, ancora una volta, la squadra di Mignani fa capire di avere nella compattezza e nello spirito di resilienza una delle sue doti principali. Il Bari incassa il colpo e riparte con ordine, e anche stavolta in copertina ci finisce il faccione sorridente di Walid Cheddira. Prima va via di forza a Estevez per procurarsi un rigore che Antenucci ha bisogno di due tentativi per trasformare, poi scatta a sinistra, si accentra e serve un pallone da cui Folorunsho s'inventa quello che - già alla prima giornata - si candida a essere il goal del campionato. I galletti possono anche avere un po' di rammarico per il pareggio preso su punizione da Mihaila, con la complicità di una barriera che fa in fretta a disunirsi.

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Ma per cominciare va benissimo così: senza voler fare previsioni azzardate, però non sembra una scommessa troppo ardita dire che non saranno in tanti a uscire dal Tardini con i punti. E di materiale su cui lavorare Mignani ne ha, anche guardando un secondo tempo che non è stato all'altezza del primo (e ci mancherebbe, siamo ancora prima di metà agosto ed è già partito questo campionato condizionato dal folle mondiale in Qatar e dai diritti tv). Pur pagando qualcosa in termini di brillantezza, la fase difensiva regge e fa fallire i tentativi di mescolare le carte operati da Pecchia, che prima cambia tirando fuori Inglese e giocando davanti con la coppia leggera Vazquez-Bernabè, poi punta sulla freschezza di Camara a destra e sulla struttura di Benedyczak e Tutino in mezzo. Ma Ricci a sinistra tiene duro e contiene i danni, Pucino, Di Cesare e Terranova quando c'è da fare il lavoro sporco e metterci esperienza non si tirano indietro. Insomma, i 1128 tifosi biancorossi arrivati al Tardini hanno di che rallegrarsi.

Mignani nel post gara ha insistito molto sul fatto che il suo Bari riparta da una struttura già collaudata lo scorso anno. A Parma 9/11 della formazione sono ereditati in blocco dalla squadra che l'anno scorso ha vinto la C, e la scelta si sta dimostrando sensata, almeno a giudicare questi primissimi risultati. Ricci è solido ma con ampi margini di crescita, Terranova è roccioso ed esperto, Di Cesare il suo lo dà sempre anche alla soglia dei 40, Maita e Maiello a centrocampo sono due bei piovroni che equilibrano il gioco e fanno ripartire l'azione, Botta in un campionato più tecnico come la B può incidere anche maggiormente rispetto allo scorso anno. E poi c'è Cheddira, sorpresa sì ma fino a un certo punto: l'italo-marocchino ha uno strapotere fisico difficilissimo da contenere in qualsiasi categoria, e ultimamente (vedi i cinque goal in due partite di coppa) sembra avere anche sviluppato quel killer instinct che in diverse occasioni gli è mancato l'anno scorso. La coppia con Antenucci funziona, e l'attaccante molisano potrà sicuramente dire la sua anche in B, pur con la carta d'identità ingiallita. E se alle vecchie certezze si aggiungono le due novità, il complesso sembra di quelli interessanti. Quando la difesa sbanda, ci pensa un Caprile in stato di grazia a metterci una pezza; a Parma fa tre parate complicatissime e decisive, il posto da titolare ormai sembra suo con l'esperto Frattali a fare da chioccia. Quanto a Folorunsho, torna a Bari da giocatore diverso, maturato rispetto alla prima - sfortunata - esperienza. Quantità e aggressività non gli mancano, così come il tiro e l'inserimento: con Maita e Maiello va a configurare un centrocampo completo e qualitativo, sicuramente il reparto meglio assortito dell'intera rosa. E considerando che in panchina c'è gente come D'Errico, Mallamo, Benedetti e Bellomo (il vice Botta che mancava), almeno su questo versante si può stare tranquilli.

Ma questo, comunque, non toglie che il Bari vada rafforzato con almeno due innesti di qualità. A cominciare dal centravanti, che lo stesso De Laurentiis ha ammesso di cercare. Posto che di Ceter sappiamo poco quanto nulla, alla squadra manca una prima punta classica, di peso, che possa garantire almeno una dozzina di goal. Si può puntare su Cheddira, questo sì, ma l'attaccante ex Mantova ha bisogno di utilizzare questa stagione per fare apprendistato e spiccare definitivamente il volo. La coppia leggera Cangiano-Galano (portato seconda punta dopo il non riuscitissimo esperimento da trequartista) è una soluzione anche interessante a partita in corso, ma scommetterci su più del dovuto sarebbe un errore. Di fatto, il solo Antenucci ha in carriera uno score realizzativo all'altezza, ma anche lui va per i 40. L'intervento in attacco appare urgente, e il fatto che a campionato iniziato il Bari sia ancora senza centravanti titolare non può lasciare indifferenti. Non sarebbe, poi, male prendere un terzino destro che possa contendere la maglia a Pucino, e anche un difensore centrale rapido da utilizzare come alternativa a Vicari e Terranova, lì dove Bosisio è tutto da scoprire. Bisogna, però, anche guardare al fronte uscite, particolarmente nutrito: da piazzare ci sono Celiento, De Risio, Perrotta, Scavone, Bianco e Paponi. Insomma, in questo agosto Polito avrà da lavorare.

Però la base è buona, perché senza valori a Verona non vinci e a Parma non pareggi. Difficile pensare che il Bari, da neopromossa, possa lottare per la promozione diretta, da contendere a corazzate come Genoa, Cagliari e lo stesso Parma, più i vari miliardari Como e Palermo. E anche un ruolo da protagonista nei playoff della "A2" di quest'anno appare velleitario. Però, con i giusti accorgimenti, questa squadra può dare fastidio a tutti senza avere, come invece era in C, i riflettori puntati addosso e l'obbligo di vincere contro ogni avversario. Continueremo a saperne di più già venerdì prossimo, quando i galletti ospiteranno il Palermo al San Nicola.