Il Bari prigioniero di se stesso. Meditare sugli errori può salvare la stagione
I biancorossi si buttano via a Teramo e salutano il primo posto. Ora tocca ritrovare unità per affrontare i playoff
domenica 31 gennaio 2021
Come la tela di Penelope, tessuta di giorno e disfatta di notte. Potrebbe essere una giusta metafora per inquadrare la schizofrenica stagione del Bari, sempre più prigioniero delle sue debolezze caratteriali e di alcuni limiti d'organico ormai palesi. Eppure potrebbe non bastare per descrivere quanto accaduto ieri a Teramo; se non fosse vero, al 2-1 finale non ci crederemmo.
Al Bonolis capita davvero di tutto, e i biancorossi (di nero vestiti per l'occasione) si trovano sul groppone una serie di responsabilità che sono specchio di una squadra prigioniera delle sue (poche, ma decisive) debolezze. Dopo un avvio quasi totalmente di marca teramana, i galletti la sbloccano a metà tempo con il solito Antenucci, ispirato da Marras; un dialogo calcistico che quando funziona è davvero una gioia per i palati dei tifosi baresi. E poi? Come si è arrivati a raccontare una Caporetto? Questo resta un mistero.
Certo, il rigore fallito da Marras in apertura di ripresa pesa psicologicamente, come ha spiegato Auteri. Ma non può bastare per trovare una spiegazione a quanto accaduto dopo. Il film della ripresa di Teramo-Bari, c'è da scommetterci, sarà proiettato e riproiettato più volte nella sala video del centro di allenamento dei galletti; individuare la chiave di lettura è il primo step per trovare una cura.
A pesare sono gli errori individuali, più che di organizzazione. Il primo rigore per il Teramo è causato da un'ingenuità troppo grave di Semenzato, che salta in area come una ballerina di danza classica e finisce per colpire il pallone col braccio. Arrigoni calcia, Frattali (già prodigioso poco prima su Bombagi) fa il primo miracolo ma Semenzato serve la seconda frittata, arrivando tardi su Pinzauti e buttandolo giù. Rosso sacrosanto, nuovo rigore: Frattali ipnotizza Bombagi, che però indisturbato arriva sulla ribattuta e mette dentro nella porta vuota.
I cambi di Auteri, poi, fanno il resto: Sarzi Puttini si fa scavalcare dal pallone in occasione del secondo goal, troppo facile per Bombagi da mettere in rete al cospetto di una difesa completamente in bambola.
Insomma, sulla sconfitta pesano gli errori da matita blu dei singoli. Semenzato conferma di vivere una stagione insufficiente, e se su Sarzi Puttini c'era qualche perplessità da parte dei tifosi, l'ex Ascoli di certo non si presenta con le migliori credenziali per smentire gli scettici. Auteri cambia tardi: l'ingresso di Citro, con il Bari sotto di un goal e di un uomo, è tardivo e sposta pochissimo. Candellone, per carità, si fa in quattro, è un prezioso uomo squadra, ma se si cerca un'alternativa ad Antenucci per buttarla dentro, non si può guardare nella sua direzione. Salutato Montalto, al suo posto c'è Cianci, barese purosangue arrivato con grandi speranze nel mercato di gennaio, che dovrà aspettare almeno altri tre giorni prima di dimostrare cosa può dare alla maglia biancorossa. Del centrocampo, poi, si è detto e ridetto tanto in questi mesi: senza Maita (rientrato nel finale), si fa una fatica immane. Lollo fa il compitino, De Risio è un arpione che cattura palloni, ma ha grosse difficoltà ad alzare la testa e far ripartire l'azione.
Non solo sfortuna, quindi. Nel percorso a rilento di questa squadra ci sono problemi strutturali (alternative valide sulle fasce, difensore veloce, qualità in mediana) che il mercato di gennaio non ha sanato, anzi. È arrivato Rolando al posto di D'Orazio, e il Bari probabilmente ci ha guadagnato; per il resto, le carenze di prima sono rimaste anche dopo. Sul banco degli imputati è finito ancora una volta Auteri, sempre meno benvoluto dalla tifoseria. Il mister ha sbagliato qualcosa in questi mesi, innanzitutto non riuscendo a dare un'identità precisa e una forma espressiva continua alla squadra, ma le responsabilità non sono tutte sue. Metterlo in discussione, ricominciare tutto da capo a metà campionato, sarebbe un autogoal inammissibile.
A raffreddare l'ambiente è intervenuto il presidente Luigi De Laurentiis, con una difesa d'ufficio: «Direttore, mister e staff lavorano costantemente, giorno dopo giorno, per migliorare sotto ogni aspetto; la squadra è composta da uomini, prima che da calciatori, che ci mettono impegno e volontà». Ldl ha aggiunto: «Ci impegneremo e lavoreremo ancora di più, insieme. Perché non si molla nulla; non è nel nostro stile. E perché abbiamo una città intera che ci sostiene, anche quando ci critica».
Nel frattempo la Ternana vola a +11, un distacco che ormai appare incolmabile. Il rischio, assolutamente da evitare come ha ricordato DeLa, è che si consideri questa stagione ormai perduta. I tifosi del Bari si scoraggiano facilmente, ma non bisogna dimenticare che in B non si arriva solo dalla porta principale. I playoff non sono un dramma, ma solo una nuova sfida che il Bari ha il dovere di raccogliere, per forza di squadra, tradizione e passione della piazza. Ora è fondamentale raccogliere le forze, fare chiarezza e ritrovare unità: sbagliare non è ammesso, e i biancorossi hanno ancora tutti i mezzi per dare un senso compiuto a questo campionato.
Al Bonolis capita davvero di tutto, e i biancorossi (di nero vestiti per l'occasione) si trovano sul groppone una serie di responsabilità che sono specchio di una squadra prigioniera delle sue (poche, ma decisive) debolezze. Dopo un avvio quasi totalmente di marca teramana, i galletti la sbloccano a metà tempo con il solito Antenucci, ispirato da Marras; un dialogo calcistico che quando funziona è davvero una gioia per i palati dei tifosi baresi. E poi? Come si è arrivati a raccontare una Caporetto? Questo resta un mistero.
Certo, il rigore fallito da Marras in apertura di ripresa pesa psicologicamente, come ha spiegato Auteri. Ma non può bastare per trovare una spiegazione a quanto accaduto dopo. Il film della ripresa di Teramo-Bari, c'è da scommetterci, sarà proiettato e riproiettato più volte nella sala video del centro di allenamento dei galletti; individuare la chiave di lettura è il primo step per trovare una cura.
A pesare sono gli errori individuali, più che di organizzazione. Il primo rigore per il Teramo è causato da un'ingenuità troppo grave di Semenzato, che salta in area come una ballerina di danza classica e finisce per colpire il pallone col braccio. Arrigoni calcia, Frattali (già prodigioso poco prima su Bombagi) fa il primo miracolo ma Semenzato serve la seconda frittata, arrivando tardi su Pinzauti e buttandolo giù. Rosso sacrosanto, nuovo rigore: Frattali ipnotizza Bombagi, che però indisturbato arriva sulla ribattuta e mette dentro nella porta vuota.
I cambi di Auteri, poi, fanno il resto: Sarzi Puttini si fa scavalcare dal pallone in occasione del secondo goal, troppo facile per Bombagi da mettere in rete al cospetto di una difesa completamente in bambola.
Insomma, sulla sconfitta pesano gli errori da matita blu dei singoli. Semenzato conferma di vivere una stagione insufficiente, e se su Sarzi Puttini c'era qualche perplessità da parte dei tifosi, l'ex Ascoli di certo non si presenta con le migliori credenziali per smentire gli scettici. Auteri cambia tardi: l'ingresso di Citro, con il Bari sotto di un goal e di un uomo, è tardivo e sposta pochissimo. Candellone, per carità, si fa in quattro, è un prezioso uomo squadra, ma se si cerca un'alternativa ad Antenucci per buttarla dentro, non si può guardare nella sua direzione. Salutato Montalto, al suo posto c'è Cianci, barese purosangue arrivato con grandi speranze nel mercato di gennaio, che dovrà aspettare almeno altri tre giorni prima di dimostrare cosa può dare alla maglia biancorossa. Del centrocampo, poi, si è detto e ridetto tanto in questi mesi: senza Maita (rientrato nel finale), si fa una fatica immane. Lollo fa il compitino, De Risio è un arpione che cattura palloni, ma ha grosse difficoltà ad alzare la testa e far ripartire l'azione.
Non solo sfortuna, quindi. Nel percorso a rilento di questa squadra ci sono problemi strutturali (alternative valide sulle fasce, difensore veloce, qualità in mediana) che il mercato di gennaio non ha sanato, anzi. È arrivato Rolando al posto di D'Orazio, e il Bari probabilmente ci ha guadagnato; per il resto, le carenze di prima sono rimaste anche dopo. Sul banco degli imputati è finito ancora una volta Auteri, sempre meno benvoluto dalla tifoseria. Il mister ha sbagliato qualcosa in questi mesi, innanzitutto non riuscendo a dare un'identità precisa e una forma espressiva continua alla squadra, ma le responsabilità non sono tutte sue. Metterlo in discussione, ricominciare tutto da capo a metà campionato, sarebbe un autogoal inammissibile.
A raffreddare l'ambiente è intervenuto il presidente Luigi De Laurentiis, con una difesa d'ufficio: «Direttore, mister e staff lavorano costantemente, giorno dopo giorno, per migliorare sotto ogni aspetto; la squadra è composta da uomini, prima che da calciatori, che ci mettono impegno e volontà». Ldl ha aggiunto: «Ci impegneremo e lavoreremo ancora di più, insieme. Perché non si molla nulla; non è nel nostro stile. E perché abbiamo una città intera che ci sostiene, anche quando ci critica».
Nel frattempo la Ternana vola a +11, un distacco che ormai appare incolmabile. Il rischio, assolutamente da evitare come ha ricordato DeLa, è che si consideri questa stagione ormai perduta. I tifosi del Bari si scoraggiano facilmente, ma non bisogna dimenticare che in B non si arriva solo dalla porta principale. I playoff non sono un dramma, ma solo una nuova sfida che il Bari ha il dovere di raccogliere, per forza di squadra, tradizione e passione della piazza. Ora è fondamentale raccogliere le forze, fare chiarezza e ritrovare unità: sbagliare non è ammesso, e i biancorossi hanno ancora tutti i mezzi per dare un senso compiuto a questo campionato.