Il Bari spicca il volo. Dopo la sosta lo sprint finale verso la C
La vittoria in casa del Città di Messina per fare il pieno in vista della volata. Cornacchini scopre nuove vecchie soluzioni
lunedì 4 marzo 2019
1.38
Non c'è modo migliore di approcciare una sosta se non con una bella vittoria convincente, di carattere e personalità. Il Bari archivia questa prima metà di girone di ritorno con un successo rotondo in casa del Città di Messina. Il punteggio finale di 1-3 parla per la prestazione dei biancorossi, che avrebbe potuto anche portare a uno score più ampio e netto.
«Bene così, mancano 8 partite all'obiettivo», ha commentato mister Cornacchini nel post. E ormai il Bari quel traguardo tanto atteso lo vede da vicino: la promozione in Serie C è veramente a un passo, e dopo la sosta di fine inverno partirà una volata che i biancorossi potrebbero già archiviare nel mese di marzo. Già, perché il successo del Marullo dà una bella iniezione di carburante nei serbatoi del Bari e mette ancora più pressione sulle spalle della Turris, che con una partita in meno si trova a -12 e nella condizione di non sbagliare il 10 marzo nel recupero sul campo difficilissimo dell'Acireale.
Per i galletti, però, è il caso di guardare solo davanti: la vittoria contro il Città di Messina è la naturale prosecuzione di quanto di buono si era visto nel secondo tempo contro l'Acireale al San Nicola. Dopo i primi 5' di disattenzione, con il minaccioso palo colpito da Bombara, il Bari l'ha letteralmente nascosta ai siciliani, colpendo due legni con Hamlili e Neglia prima del goal risolutore di Floriano. Nella ripresa la sfortunata autorete di Fragapane e il punto del ko di Neglia hanno fatto il resto, rendendo inutile il sigillo su rigore di Galesio.
Uomo del match? Neglia. E non perché Floriano, Simeri e Hamlili non meritino la palma di MVP, beninteso; semplicemente il numero 11 biancorosso si è dimostrato all'altezza del compito ingrato di sostituire Brienza squalificato, confermandosi 12mo titolare nella rosa di Cornacchini e uomo prezioso per offrire soluzioni tattiche alternative al mister. Già, perché senza Brienza il Bari ha dato prova di grande compattezza e di esser capace di un gioco semplice, verticale, ma maledettamente concreto. Cornacchini rispolvera il 433 un po' d'antan, con Piovanello riportato sulla linea mediana col compito di alzarsi in fase di possesso e trasformare di fatto l'assetto in un 424 iper offensivo, liberando spazio per Neglia al fianco di un Simeri in versione assist-man.
La soluzione funziona, e chissà che non possa diventare l'assetto definitivo per le ultime fatiche della stagione, in vista del traguardo Serie C. E chissà che non possa anche funzionare con Brienza, libero di svariare su tutto il fronte offensivo in cerca della posizione più pericolosa, protetto alle sue spalle dalla gioventù effervescente di Piovanello e certo di avere un sostituto all'altezza come Neglia. Lo stesso mister non ha escluso la possibilità, ma questo resta uno scenario tutto da vedere e verificare.
Quel che, invece, c'è di certo è che per Cornacchini e il suo Bari i motivi per mostrarsi ottimisti non mancano. L'allenatore ha lodato soprattutto l'atteggiamento dei suoi nell'approcciare la partita con cattiveria e tanta voglia di portare a casa un successo determinante in chiave primo posto. Dopo la sconfitta di Torre del Greco e la netta posizione presa dal mister («Ci sono mancati gli attributi», ricorderanno i più dire a Cornacchini) nella testa della squadra qualcosa è cambiato: anche a fronte di un primo tempo inguardabile contro l'Acireale, nella ripresa la compagine biancorossa ha voluto la vittoria a tutti i costi, e per poco non l'ha anche raggiunta. Stessa cosa in casa del Città di Messina, avversario sì modesto, ma annichilito da una forza mentale ancorché tecnica semplicemente inarginabile.
E ora l'ultimo chilometro: due settimane buone per raccogliere le energie residue, allenarsi con serenità e pazienza e chiudere una pratica che forse non è mai stata veramente aperta, nemmeno in un girone di ritorno fra luci e ombre. Lo spumante è in fresco in tutte le case dei tifosi biancorossi; spetta al Bari di Cornacchini decidere quando far saltare il tappo. L'obiettivo ora è veramente lì.
«Bene così, mancano 8 partite all'obiettivo», ha commentato mister Cornacchini nel post. E ormai il Bari quel traguardo tanto atteso lo vede da vicino: la promozione in Serie C è veramente a un passo, e dopo la sosta di fine inverno partirà una volata che i biancorossi potrebbero già archiviare nel mese di marzo. Già, perché il successo del Marullo dà una bella iniezione di carburante nei serbatoi del Bari e mette ancora più pressione sulle spalle della Turris, che con una partita in meno si trova a -12 e nella condizione di non sbagliare il 10 marzo nel recupero sul campo difficilissimo dell'Acireale.
Per i galletti, però, è il caso di guardare solo davanti: la vittoria contro il Città di Messina è la naturale prosecuzione di quanto di buono si era visto nel secondo tempo contro l'Acireale al San Nicola. Dopo i primi 5' di disattenzione, con il minaccioso palo colpito da Bombara, il Bari l'ha letteralmente nascosta ai siciliani, colpendo due legni con Hamlili e Neglia prima del goal risolutore di Floriano. Nella ripresa la sfortunata autorete di Fragapane e il punto del ko di Neglia hanno fatto il resto, rendendo inutile il sigillo su rigore di Galesio.
Uomo del match? Neglia. E non perché Floriano, Simeri e Hamlili non meritino la palma di MVP, beninteso; semplicemente il numero 11 biancorosso si è dimostrato all'altezza del compito ingrato di sostituire Brienza squalificato, confermandosi 12mo titolare nella rosa di Cornacchini e uomo prezioso per offrire soluzioni tattiche alternative al mister. Già, perché senza Brienza il Bari ha dato prova di grande compattezza e di esser capace di un gioco semplice, verticale, ma maledettamente concreto. Cornacchini rispolvera il 433 un po' d'antan, con Piovanello riportato sulla linea mediana col compito di alzarsi in fase di possesso e trasformare di fatto l'assetto in un 424 iper offensivo, liberando spazio per Neglia al fianco di un Simeri in versione assist-man.
La soluzione funziona, e chissà che non possa diventare l'assetto definitivo per le ultime fatiche della stagione, in vista del traguardo Serie C. E chissà che non possa anche funzionare con Brienza, libero di svariare su tutto il fronte offensivo in cerca della posizione più pericolosa, protetto alle sue spalle dalla gioventù effervescente di Piovanello e certo di avere un sostituto all'altezza come Neglia. Lo stesso mister non ha escluso la possibilità, ma questo resta uno scenario tutto da vedere e verificare.
Quel che, invece, c'è di certo è che per Cornacchini e il suo Bari i motivi per mostrarsi ottimisti non mancano. L'allenatore ha lodato soprattutto l'atteggiamento dei suoi nell'approcciare la partita con cattiveria e tanta voglia di portare a casa un successo determinante in chiave primo posto. Dopo la sconfitta di Torre del Greco e la netta posizione presa dal mister («Ci sono mancati gli attributi», ricorderanno i più dire a Cornacchini) nella testa della squadra qualcosa è cambiato: anche a fronte di un primo tempo inguardabile contro l'Acireale, nella ripresa la compagine biancorossa ha voluto la vittoria a tutti i costi, e per poco non l'ha anche raggiunta. Stessa cosa in casa del Città di Messina, avversario sì modesto, ma annichilito da una forza mentale ancorché tecnica semplicemente inarginabile.
E ora l'ultimo chilometro: due settimane buone per raccogliere le energie residue, allenarsi con serenità e pazienza e chiudere una pratica che forse non è mai stata veramente aperta, nemmeno in un girone di ritorno fra luci e ombre. Lo spumante è in fresco in tutte le case dei tifosi biancorossi; spetta al Bari di Cornacchini decidere quando far saltare il tappo. L'obiettivo ora è veramente lì.