Il Bari torna sul pianeta Terra. A Bolzano un film dell’orrore

Zero tiri in porta, nessuna occasione da goal. L’effetto Iachini è già finito

domenica 25 febbraio 2024
A cura di Riccardo Resta
Un brusco risveglio, dopo una ventata di timido ma sincero entusiasmo portata dall'arrivo di mister Beppe Iachini sulla panchina. Il Bari torna sul pianeta Terra, e lo fa nel peggiore dei modi. La sconfitta 1-0 sul terreno del Druso contro il Sudtirol, davanti a 773 tifosi biancorossi che hanno percorso tutta l'Italia per stare accanto ai galletti anche nella trasferta più geograficamente disagevole del campionato.

Decide il rigore di Casiraghi all'ora di gioco, per spezzare il truce incantesimo della noia più totale tra due squadre poverissime di contenuti, tecnici e caratteriali. Già, perché commentare la sconfitta dal punto di vista tecnico sarebbe superfluo. Il turn over forzato costringe Iachini a mandare in campo una squadra al di sotto dell'accettabile, in cui Guiebre è praticamente un corpo estraneo, Acampora è (ancora una volta) la cartina al tornasole di un centrocampo che semplicemente non funziona (per mancanza di qualità, lentezza, assenza di alternative oltre alla buona volontà di Benali, non impeccabile come in passato), Puscas si conferma in una condizione fisica inadeguata per un campionato serrato e competitivo come la B. L'unico che avrebbe potuto cambiare marcia, con il suo scatto e l'esplosività, è Kallon, ma il passaggio al 4-3-2-1 e l'impiego in posizione centrale non lo mettono nelle condizioni più agevoli.

Di fatto, il Bari è solo e soltanto Sibilli, che nella ripresa prova a fare qualcosa ma non è nella sua giornata migliore. Iachini sottolinea il buon lavoro fatto in fase difensiva, rimarcando di aver regalato il rigore al Sudtirol su una situazione leggibile; vero, ma ormai non basta più. Il Bari rischia poco, sì, ma produce meno di niente. Zero tiri in porta, zero occasioni pericolose create in 97' minuti totali di gioco: un bottino molto più che magro.

Ma, in fondo, l'errore è stato a monte, quando si è creduto che l'effetto Iachini potesse significare davvero una svolta, un andare oltre i tanti ed evidentissimi limiti di questa squadra. Il tecnico marchigiano chiede di attendere l'aumentare delle conoscenze con il tempo (che, dopo 26 giornate, ovviamente non c'è), ma il vero problema appare con chiarezza essere l'aspetto caratteriale. Al di là di tutti gli errori commessi sul mercato estivo, e ripetuti a gennaio con l'arrivo di giocatori non pronti per essere subito determinanti, a questa squadra sembra mancare la voglia, la grinta, e anche l'amor proprio davanti a quasi 800 tifosi arrivati a Bolzano da Bari (Google Maps riporta una distanza tra lo stadio San Nicola e lo stadio Druso di 945 km, da coprire su gomma in 8 ore e 46 minuti).

Se contro Lecco e FeralpiSalò non si erano ammirati chissà quali progressi dal punto di vista tecnico, comunque c'era stato modo di apprezzare la (sembrava) ritrovata capacità della squadra di rimanere attaccata mentalmente alla partita, di ribattere colpo su colpo, di metterci qualcosa in più. Evidentemente, però, la carica immessa dal cambio di guida tecnica (la terza in un campionato) si è esaurita in breve, nelle gambe e nella testa di un gruppo "lunatico" e assente a se stesso.

Una carenza, quella caratteriale ed emotiva, su cui se non è riuscito a intervenire un "sergente di ferro" come Iachini, è legittimo pensare che nessun altro possa fare di meglio. Se questa doveva essere la stagione per mettere le basi in vista del prossimo campionato, allora non rimane che constatare il fallimento quasi totale; a Bolzano va in scena solo l'ultimo film dell'orrore, il più brutto di tutti (per ora). Sì, perché - almeno dal punto di vista teorico e aritmetico - la corsa playoff rimane ancora alla portata del Bari, in una lenta agonia tra il baratro e il miraggio di una exit strategy; ma ormai sembra rimasto ben poco margine per sperare in qualcosa di meglio dell'anonimato. Di fatto, però, martedì a Catanzaro sarà davvero l'ultima chiamata per provare a dare un senso più o meno compiuto a una stagione ingrata, sulle cui cause la proprietà farebbe meglio a ragionare con serietà e onestà intellettuale.