Il Bari vince anche le partite brutte. Biancorossi campioni d'inverno: tabella di marcia rispettata
Il successo per 1-0 contro il Troina laurea la squadra di Cornacchini primatista al giro di boa. Una crescita senza soste
giovedì 13 dicembre 2018
9.23
«Le grandi squadre sanno vincere anche le partire brutte», ha detto mister Cornacchini. «Quando si vincono partite così è un buon segnale», ha ribadito il centrocampista Andrea Feola. La sintesi di Bari-Troina è tutta qui: biancorossi spenti, a corto di idee, ma vincenti. Una costante in questa prima parte di stagione: con la dodicesima vittoria in campionato il Galletto si laurea campione d'inverno con ben due turni di anticipo. Il +9 dalla Turris seconda non può essere colmato da qui al giro di boa. Il punteggio di 1-0 finale lo fissa una capocciata dell'oramai solito Valerio Di Cesare, che in collaborazione con il difensore siciliano Moudoumbou sigla la sua terza rete in campionato e regala tre punti di vitale importanza nell'economia globale della stagione.
Già, perché a dirla tutta il Bari non ha, stavolta, recitato la parte del leone ospitando al San Nicola un Troina che è apparso volitivo, fisico, agonistico ma tutto sommato povero di contenuti tecnici. Un po' di buona sorte (quella traversa di Ferreira in avvio per gli ospiti) e la sapiente gestione del tecnico hanno fatto sì che i biancorossi portassero a casa il bottino pieno, pur offrendo probabilmente la peggior prestazione della stagione.
Però il Bari l'ha vinta, mettendo la prima bandierina in una stagione solo sulla carta in discesa. In queste 15 gare di campionato il lavoro di Cornacchini si è visto, e al tecnico va dato il giusto merito di una crescita esponenziale in appena due mesi e mezzo di gioco, con una squadra nuova dal portiere al magazziniere. Tre fasi si sono distinte nel percorso che ha portato il Bari a laurearsi campione d'inverno con largo anticipo sul Natale. Una squadra che all'inizio puntava molto (troppo, forse) sulle individualità è diventata pian piano un collettivo, un nucleo di intoccabili titolarissimi che hanno col tempo imparato a muoversi come un gruppo e a portare a casa i risultati in maniera collegiale. Dove, invece, la banda Cornacchini aveva fin qui parzialmente fallito era alla prova del turn over. Sembrava, infatti, che i biancorossi pugliesi non sapessero recitare altrettanto bene lo spartito virtuoso con interpreti diversi dai grandi tenori. La sfida di Coppa Italia col Bitonto e il precedente turno infrasettimanale, in casa del Castrovillari, avevano eloquentemente parlato in questo senso.
Il secondo appuntamento al mercoledì pomeriggio del campionato, invece, ha raccontato di un Bari che pur senza esprimere chissà quale incantevole trama di gioco ha saputo portare a casa il bottino intero, anche con una sana dose di sofferenza. Cornacchini è stato bravo a saper individuare i punti giusti dove intervenire, dovendo peraltro far fronte all'assenza forzata di Floriano e alla condizione non ottimale di Brienza. Certo, senza questi due (e in particolare il primo) la manovra si rallenta, gli sbocchi offensivi non si trovano con la stessa naturalezza e la strada del goal si fa più in salita. Eppure il Bari l'ha vinta, in maniera sporca, forse anche un po' rude; ma l'ha vinta. Cornacchini è riuscito lì dove un mese e mezzo fa non avrebbe portato a casa più di un punto.
Il tecnico è stato bravo a indovinare in anticipo il risultato delle sue mosse, mandando in campo un giocatore determinante come Bolzoni nonostante i postumi dell'influenza, premiando il volitivo e talentuoso Liguori con un'uscita da titolare e sapendo cambiare pelle alla sua squadra (col passaggio dal 442 al 352) in corso d'opera, a seconda dell'intensità imposta dall'avversario. Il Troina era arrivato al San Nicola senza l'intenzione di recitate il ruolo di comparsata, e il mister biancorosso è stato astuto a un certo punto ad arretrare il raggio di azione di Bollino per evitare di soffrire troppo l'inferiorità a centrocampo, inserendo un sempre più centrato Feola a inizio ripresa. C'è la mano di Cornacchini dietro la saggia gestione del risultato (ancora positivo l'impiego di Mattera sulla sinistra, così come promosso è in fase difensiva il nuovo Bianchi), dopo aver siglato il goal del vantaggio.
Il Bari l'ha vinta, quello che serviva per raggiungere questo step importantissimo. E pazienza se per questa volta non l'ha fatto con pieno merito e strappando applausi a scena aperta. L'esame a cui erano chiamati i galletti era quello del risultato, non certamente della prestazione. E a far guadagnare la promozione nel caso specifico è stata l'attitudine con cui la squadra ha saputo tenere botta agli ospiti, accettando i confronto sul terreno loro più congeniale e finendo anche per vincerlo.
Bravo il mister, bravi i ragazzi. Ora, però, non c'è tempo per fermarsi. Domenica si torna in campo, ospiti del Rotonda a Castrovillari per un'altra prova di forza. L'obiettivo rimane sempre lo stesso: allungare quanto più possibile il gap dalla seconda per arrivare con il massimo anticipo anche al titolo di campione di primavera, che stavolta varrebbe il tanto agognato ritorno fra i professionisti ampiamente messo a calendario dalla società barese.
Già, perché a dirla tutta il Bari non ha, stavolta, recitato la parte del leone ospitando al San Nicola un Troina che è apparso volitivo, fisico, agonistico ma tutto sommato povero di contenuti tecnici. Un po' di buona sorte (quella traversa di Ferreira in avvio per gli ospiti) e la sapiente gestione del tecnico hanno fatto sì che i biancorossi portassero a casa il bottino pieno, pur offrendo probabilmente la peggior prestazione della stagione.
Però il Bari l'ha vinta, mettendo la prima bandierina in una stagione solo sulla carta in discesa. In queste 15 gare di campionato il lavoro di Cornacchini si è visto, e al tecnico va dato il giusto merito di una crescita esponenziale in appena due mesi e mezzo di gioco, con una squadra nuova dal portiere al magazziniere. Tre fasi si sono distinte nel percorso che ha portato il Bari a laurearsi campione d'inverno con largo anticipo sul Natale. Una squadra che all'inizio puntava molto (troppo, forse) sulle individualità è diventata pian piano un collettivo, un nucleo di intoccabili titolarissimi che hanno col tempo imparato a muoversi come un gruppo e a portare a casa i risultati in maniera collegiale. Dove, invece, la banda Cornacchini aveva fin qui parzialmente fallito era alla prova del turn over. Sembrava, infatti, che i biancorossi pugliesi non sapessero recitare altrettanto bene lo spartito virtuoso con interpreti diversi dai grandi tenori. La sfida di Coppa Italia col Bitonto e il precedente turno infrasettimanale, in casa del Castrovillari, avevano eloquentemente parlato in questo senso.
Il secondo appuntamento al mercoledì pomeriggio del campionato, invece, ha raccontato di un Bari che pur senza esprimere chissà quale incantevole trama di gioco ha saputo portare a casa il bottino intero, anche con una sana dose di sofferenza. Cornacchini è stato bravo a saper individuare i punti giusti dove intervenire, dovendo peraltro far fronte all'assenza forzata di Floriano e alla condizione non ottimale di Brienza. Certo, senza questi due (e in particolare il primo) la manovra si rallenta, gli sbocchi offensivi non si trovano con la stessa naturalezza e la strada del goal si fa più in salita. Eppure il Bari l'ha vinta, in maniera sporca, forse anche un po' rude; ma l'ha vinta. Cornacchini è riuscito lì dove un mese e mezzo fa non avrebbe portato a casa più di un punto.
Il tecnico è stato bravo a indovinare in anticipo il risultato delle sue mosse, mandando in campo un giocatore determinante come Bolzoni nonostante i postumi dell'influenza, premiando il volitivo e talentuoso Liguori con un'uscita da titolare e sapendo cambiare pelle alla sua squadra (col passaggio dal 442 al 352) in corso d'opera, a seconda dell'intensità imposta dall'avversario. Il Troina era arrivato al San Nicola senza l'intenzione di recitate il ruolo di comparsata, e il mister biancorosso è stato astuto a un certo punto ad arretrare il raggio di azione di Bollino per evitare di soffrire troppo l'inferiorità a centrocampo, inserendo un sempre più centrato Feola a inizio ripresa. C'è la mano di Cornacchini dietro la saggia gestione del risultato (ancora positivo l'impiego di Mattera sulla sinistra, così come promosso è in fase difensiva il nuovo Bianchi), dopo aver siglato il goal del vantaggio.
Il Bari l'ha vinta, quello che serviva per raggiungere questo step importantissimo. E pazienza se per questa volta non l'ha fatto con pieno merito e strappando applausi a scena aperta. L'esame a cui erano chiamati i galletti era quello del risultato, non certamente della prestazione. E a far guadagnare la promozione nel caso specifico è stata l'attitudine con cui la squadra ha saputo tenere botta agli ospiti, accettando i confronto sul terreno loro più congeniale e finendo anche per vincerlo.
Bravo il mister, bravi i ragazzi. Ora, però, non c'è tempo per fermarsi. Domenica si torna in campo, ospiti del Rotonda a Castrovillari per un'altra prova di forza. L'obiettivo rimane sempre lo stesso: allungare quanto più possibile il gap dalla seconda per arrivare con il massimo anticipo anche al titolo di campione di primavera, che stavolta varrebbe il tanto agognato ritorno fra i professionisti ampiamente messo a calendario dalla società barese.