La carica dei 35mila, il Bari si fa bello per la vetrina nazionale
I biancorossi ritrovano la serie B con il San Nicola delle grandi occasioni. Mentre la squadra continua a crescere
sabato 20 agosto 2022
10.49
Se non si trattasse di una distanza incolmabile in autostrada, verrebbe quasi da titolare: "Bari-Palermo, da casello a casello". L'ultima volta contro i rosanero c'era in ballo una festa promozione e l'addio al campionato di serie C: in quell'occasione furono 25mila gli spettatori al San Nicola. Stavolta, per una partita di inizio campionato di serie B, si è arrivati ad aggiungere addirittura 10mila unità. La cifra record di 35.337 spettatori di ieri sera per Bari-Palermo è una sorta di finestra che si apre su un nuovo mondo, luccicante esattamente come il San Nicola tirato a lucido, dal nuovo manto erboso ai seggiolini tutti biancorossi, fino al suggestivo gioco di luce con i 268 riflettori a led di ultima generazione.
Insomma, uno spettacolo che - restando solo al freddo conforto dei numeri - fa impallidire almeno la metà degli stadi di serie A, giusto per rimanere bassi. E, giusto ricordarlo, stiamo parlando di una partita giocata la sera di venerdì 19 agosto, quando in tantissimi sono alle prese con l'organizzazione dell'ultimo weekend di ferie. Anche chi scrive, per esempio, ha dovuto fare ritorno on tutta fretta dalle vacanze al mare per essere presente al San Nicola; ma qui parliamo di tutt'altra situazione. Resta, però, il concetto: un pubblico così è una risorsa preziosissima, un tesoretto enorme per uno show - il campionato di serie B - che quest'anno va in diretta nazionale addirittura su tre emittenti, una più grande e seguita dell'altra. Il Bari si fa bello per questa importantissima vetrina nazionale, e il fatto che i biancorossi abbiano giocato i primi due anticipi del venerdì di questo campionato la dice lunga anche sulla considerazione che (giustamente, visti i numeri) la Lnpb ha di questa piazza.
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Tutta vita, quindi, per il presidente Luigi De Laurentiis: la sua creatura si mostra bella e attrattiva per eventuali investitori e futuri compratori. Tutto nell'ottica di garantire alla famiglia De Laurentiis, come ha detto lo stesso LdL, la massima capitalizzazione di una futura vendita, e alla tifoseria biancorossa un futuro stabile e ambizioso, perché no anche su palcoscenici ancora più rilevanti di questo. Ma anche la società deve fare un passo avanti: ospitare 35mila persone significa un'organizzazione perfetta, e la gestione degli ingressi allo stadio tutto è stata meno che impeccabile. Le porte vanno aperte tutte e subito, per evitare disagi ma soprattutto situazioni potenzialmente molto pericolose.
Gli ingredienti, in avvio di stagione, sembrerebbero esserci tutti. A cominciare dall'entusiasmo (il "priscio", come si dice da queste parti) di una tifoseria che ha raggiunto quota 7mila abbonamenti, per finire all'interessante trama che si vede in filigrana nella squadra in campo. Polito e Mignani, fin qui, sono stati bravi a infiocchettare un prodotto che possa essere attrattivo per la tifoseria ed entusiasmante per la città. Il diesse, pur con pochissimi soldi a disposizione, ha confermato il meglio della C e ha puntellato l'organico con inserimenti mirati e intelligenti. Il tecnico, dalla sua, sta continuando a trasferire ai calciatori quei concetti già intravisti lo scorso anno. In un calcio che - ormai da anni - ha preso le più improbabili direzioni, la vera rivoluzione sta nel ritorno alla semplicità delle origini. Mignani non fa un calcio astruso e arzigogolato, ma propone idee antiche (l'equilibrio, quasi una parolaccia alle orecchie dei moderni profeti del pallone) che - strano ma vero - hanno un senso e rendono.
Tradotto: cerchiamo di non prendere goal quando la palla ce l'hanno gli altri e cerchiamo di farlo quando ce l'abbiamo noi. Un progetto tattico semplicissimo, che però funziona ogni volta che viene applicato bene. Ecco, e proprio qui il Bari deve ancora crescere. Soprattutto nella gestione della palla, perché nel primo tempo troppe ripartenze sono state concesse a un Palermo fortissimo in velocità e che può contare sulla capacità di Floriano di galleggiare tra le linee; Caprile è ancora una volta super in avvio per respingere il tiro ravvicinato di Brunori. Maiello fa la sua solita partita perfetta, Folorunsho è un motore instancabile, Maita tocca una quantità enorme di palloni, quasi tutti con intelligenza e sagacia, ma non sempre. Proprio da una sua palla persa a centrocampo si origina il goal di Valente nel primo tempo, certificato dal Var. Lo stesso video che nella ripresa convalida la rete di Cheddira ed espelle Marconi, riparando alle incertezze dell'arbitro Camplone. Plauso alla tecnologia, ma in serie B questi errori vanno portati assai vicini allo zero, perché si pagano a caro prezzo.
Già, la ripresa, quando il Bari cresce di livello e mette letteralmente alle corde i siciliani. Non che, beninteso, il primo tempo sia stato malvagio, anzi. Però nel bilancio conta qualche errore individuale e collettivo di troppo, e anche un po' di fretta negli ultimi metri: occasioni capitano a Ricci, Folorunsho, Antenucci e Cheddira, ma manca ordine. Poi, nel secondo tempo, tutto cambia: al 1' Maita si fa stoppare incredibilmente da Pigliacelli (migliore in campo), mentre il Bari progressivamente prende campo. Mignani rischia, forza, si distacca dal suo 4-3-1-2 per passare allo spregiudicato 4-2-4 con gli inserimenti di Cangiano, Galano e Mallamo. La scossa si vede, perché gli innesti portano freschezza e vitalità alla manovra, e quando si parla di freschezza e vitalità non si può far a meno di pensare a Cheddira, che di prepotenza converte in rete l'assist di Antenucci per il pareggio. Peccato, alla fine, non averla vinta con il Palermo in 10, ma in questo momento va benone così. Andare sotto, purtroppo, è diventata una spiacevole costante per i galletti, ma la capacità di resilienza e reazione della squadra di Mignani sta diventando anch'essa un importante fattore K.
La squadra evidenzia ancora enormi margini di crescita, e se da Mignani e dai suoi non si pretende la luna (è pur sempre la "A2" di Cagliari, Parma, Genoa e del ricchissimo Como, per citare solo i pesci più grossi), allora questa può anche diventare una stagione sorprendente. L'obiettivo è tirare fuori da questo campionato il meglio possibile, un obiettivo talmente tanto vago e ampio che qualsiasi cosa dopo la salvezza è più che gradita. Mignani ha il tempo di crescere e maturare in B, alla squadra si può anche concedere il lusso di qualche errore didascalico, esattamente come contro il Palermo. Si attende il difensore sloveno Zuzek, e poi all'appello manca ancora un bomber d'area che faccia il suo buon numero di goal: con questi innesti si può davvero diventare fastidiosi per tutti, come da ambizione di Mignani. Ma di questo ne sapremo di più tra qualche settimana, a mercato chiuso. Per adesso, godiamoci la carica del 35mila e la splendida vetrina nazionale; dopo gli anni amari in C, le luci della ribalta non fanno certo dispiacere.
Insomma, uno spettacolo che - restando solo al freddo conforto dei numeri - fa impallidire almeno la metà degli stadi di serie A, giusto per rimanere bassi. E, giusto ricordarlo, stiamo parlando di una partita giocata la sera di venerdì 19 agosto, quando in tantissimi sono alle prese con l'organizzazione dell'ultimo weekend di ferie. Anche chi scrive, per esempio, ha dovuto fare ritorno on tutta fretta dalle vacanze al mare per essere presente al San Nicola; ma qui parliamo di tutt'altra situazione. Resta, però, il concetto: un pubblico così è una risorsa preziosissima, un tesoretto enorme per uno show - il campionato di serie B - che quest'anno va in diretta nazionale addirittura su tre emittenti, una più grande e seguita dell'altra. Il Bari si fa bello per questa importantissima vetrina nazionale, e il fatto che i biancorossi abbiano giocato i primi due anticipi del venerdì di questo campionato la dice lunga anche sulla considerazione che (giustamente, visti i numeri) la Lnpb ha di questa piazza.
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Tutta vita, quindi, per il presidente Luigi De Laurentiis: la sua creatura si mostra bella e attrattiva per eventuali investitori e futuri compratori. Tutto nell'ottica di garantire alla famiglia De Laurentiis, come ha detto lo stesso LdL, la massima capitalizzazione di una futura vendita, e alla tifoseria biancorossa un futuro stabile e ambizioso, perché no anche su palcoscenici ancora più rilevanti di questo. Ma anche la società deve fare un passo avanti: ospitare 35mila persone significa un'organizzazione perfetta, e la gestione degli ingressi allo stadio tutto è stata meno che impeccabile. Le porte vanno aperte tutte e subito, per evitare disagi ma soprattutto situazioni potenzialmente molto pericolose.
Gli ingredienti, in avvio di stagione, sembrerebbero esserci tutti. A cominciare dall'entusiasmo (il "priscio", come si dice da queste parti) di una tifoseria che ha raggiunto quota 7mila abbonamenti, per finire all'interessante trama che si vede in filigrana nella squadra in campo. Polito e Mignani, fin qui, sono stati bravi a infiocchettare un prodotto che possa essere attrattivo per la tifoseria ed entusiasmante per la città. Il diesse, pur con pochissimi soldi a disposizione, ha confermato il meglio della C e ha puntellato l'organico con inserimenti mirati e intelligenti. Il tecnico, dalla sua, sta continuando a trasferire ai calciatori quei concetti già intravisti lo scorso anno. In un calcio che - ormai da anni - ha preso le più improbabili direzioni, la vera rivoluzione sta nel ritorno alla semplicità delle origini. Mignani non fa un calcio astruso e arzigogolato, ma propone idee antiche (l'equilibrio, quasi una parolaccia alle orecchie dei moderni profeti del pallone) che - strano ma vero - hanno un senso e rendono.
Tradotto: cerchiamo di non prendere goal quando la palla ce l'hanno gli altri e cerchiamo di farlo quando ce l'abbiamo noi. Un progetto tattico semplicissimo, che però funziona ogni volta che viene applicato bene. Ecco, e proprio qui il Bari deve ancora crescere. Soprattutto nella gestione della palla, perché nel primo tempo troppe ripartenze sono state concesse a un Palermo fortissimo in velocità e che può contare sulla capacità di Floriano di galleggiare tra le linee; Caprile è ancora una volta super in avvio per respingere il tiro ravvicinato di Brunori. Maiello fa la sua solita partita perfetta, Folorunsho è un motore instancabile, Maita tocca una quantità enorme di palloni, quasi tutti con intelligenza e sagacia, ma non sempre. Proprio da una sua palla persa a centrocampo si origina il goal di Valente nel primo tempo, certificato dal Var. Lo stesso video che nella ripresa convalida la rete di Cheddira ed espelle Marconi, riparando alle incertezze dell'arbitro Camplone. Plauso alla tecnologia, ma in serie B questi errori vanno portati assai vicini allo zero, perché si pagano a caro prezzo.
Già, la ripresa, quando il Bari cresce di livello e mette letteralmente alle corde i siciliani. Non che, beninteso, il primo tempo sia stato malvagio, anzi. Però nel bilancio conta qualche errore individuale e collettivo di troppo, e anche un po' di fretta negli ultimi metri: occasioni capitano a Ricci, Folorunsho, Antenucci e Cheddira, ma manca ordine. Poi, nel secondo tempo, tutto cambia: al 1' Maita si fa stoppare incredibilmente da Pigliacelli (migliore in campo), mentre il Bari progressivamente prende campo. Mignani rischia, forza, si distacca dal suo 4-3-1-2 per passare allo spregiudicato 4-2-4 con gli inserimenti di Cangiano, Galano e Mallamo. La scossa si vede, perché gli innesti portano freschezza e vitalità alla manovra, e quando si parla di freschezza e vitalità non si può far a meno di pensare a Cheddira, che di prepotenza converte in rete l'assist di Antenucci per il pareggio. Peccato, alla fine, non averla vinta con il Palermo in 10, ma in questo momento va benone così. Andare sotto, purtroppo, è diventata una spiacevole costante per i galletti, ma la capacità di resilienza e reazione della squadra di Mignani sta diventando anch'essa un importante fattore K.
La squadra evidenzia ancora enormi margini di crescita, e se da Mignani e dai suoi non si pretende la luna (è pur sempre la "A2" di Cagliari, Parma, Genoa e del ricchissimo Como, per citare solo i pesci più grossi), allora questa può anche diventare una stagione sorprendente. L'obiettivo è tirare fuori da questo campionato il meglio possibile, un obiettivo talmente tanto vago e ampio che qualsiasi cosa dopo la salvezza è più che gradita. Mignani ha il tempo di crescere e maturare in B, alla squadra si può anche concedere il lusso di qualche errore didascalico, esattamente come contro il Palermo. Si attende il difensore sloveno Zuzek, e poi all'appello manca ancora un bomber d'area che faccia il suo buon numero di goal: con questi innesti si può davvero diventare fastidiosi per tutti, come da ambizione di Mignani. Ma di questo ne sapremo di più tra qualche settimana, a mercato chiuso. Per adesso, godiamoci la carica del 35mila e la splendida vetrina nazionale; dopo gli anni amari in C, le luci della ribalta non fanno certo dispiacere.