Nervi saldi e un po' di fortuna, il Bari vince ma non convince

Il successo di Rieti all'ultimo secondo ridà morale ai biancorossi, ma restano aperti i punti interrogativi

lunedì 9 settembre 2019
A cura di Riccardo Resta
Vittoria doveva essere e vittoria è stata. Il Bari acchiappa per i capelli il successo con il punteggio di 1-2 in casa del Rieti, piegato solo al 95' dal rigore trasformato con freddezza da Antenucci. Nel mezzo una prestazione ondivaga dei biancorossi, che la vincono non col gioco ma con il cuore, la pancia e la forza dei nervi, senza però convincere fino in fondo. La rete del subentrato Ferrari regala il pareggio alla truppa Cornacchini, dopo il rigore trasformato nel primo tempo da Marcheggiani. Decide, di fatto, l'espulsione nel finale di Tirelli per un fallo sciagurato su Hamlili a completare una completare una congiunzione astrale decisamente fortunata per i biancorossi.
Prestazione sulle montagne russe della squadra pugliese, che parte bene con un paio di conclusioni di Simeri e un goal annullato ad Antenucci. Poi il freno a mano tirato e la possibilità data al Rieti di schiacciare i galletti a ridosso della propria area di rigore. Certo, sul bilancio finale della partita pesano un paio di decisioni dell'arbitro Perenzoni che non hanno convinto. La rete di Antenucci sembrava perfettamente regolare, e il rigore concesso per l'ingenua ma non vigorosa spinta di Sabbione su Guiebre appare generoso (più netto il mani di Gigli in area per fermare Ferrari in occasione del penalty concesso al Bari).
Insomma, episodi non favorevoli che avrebbero potuto raccontare una partita diversa, ma i fatti da analizzare restano altri. Innanzitutto, il modulo. Cornacchini vara l'inedita difesa a tre, con risultati discreti. Sicuramente il Rieti arriva al tiro con meno facilità rispetto alla Viterbese, ma il 3-4-1-2 convince poco per quanto riguarda la scarsa spinta sugli esterni di Kupisz e Costa e per la posizione ibrida di Terrani alle spalle di Simeri e Antenucci.
Non è, però, tutto da buttar via. L'innesto di Bianco a centrocampo garantisce l'apporto di ordine e personalità che era mancato nelle prime uscite, anche se la fluidità della manovra avrebbe bisogno di un regista più classico, che giochi a due tocchi, soprattutto contro un centrocampo a tre come quello del Rieti (una costante fin qui fra le avversarie del Bari). Bene anche l'altro ultimo arrivo in casa Bari: il giovane Awua gioca una ventina di minuti sempre nel vivo dell'azione, chiamando la palla e facendosi vedere. Parentesi attacco: Simeri fa il solito grande lavoro ma incide poco, Antenucci (neo 35enne) non ha fortuna su azione ma almeno dal dischetto è una garanzia (3 su 3 in questo avvio di campionato). Promosso "El loco" Ferrari: "garra", condizione fisica in miglioramento e freddezza in area spaccano la partita è permettono al Bari di sfruttare l'uomo in più.
Insomma: per ora va bene così. Il successo serve, almeno in parte, a rischiare il cielo sulla testa di Cornacchini, investito da pesanti critiche la scorsa settimana. Dubbi e perplessità però restano: sarà questa l'identità tattica (più o meno) definitiva della squadra? Floriano, D'Ursi e la nutrita batteria di ali offensive solo armi a gara in corso? Si riuscirà ad arrivare al tiro con più frequenza e pericolosità? Si riusciranno a trovare geometrie e manovra a centrocampo?
Solo il tempo dirà la verità. Per ora c'è da preparare il big match di lunedì 16 settembre al San Nicola, dove arriverà la Reggina. Il primo vero esame per Cornacchini e il suo Bari ancora cantiere aperto.